Patrimoni e Comunità in rete: progetto pilota per nuove pratiche culturali partecipative a Empoli
Il Progetto PA.CO.net nasce dalla convinzione che il patrimonio culturale possa essere un potente fattore di coesione e rigenerazione sociale, di benessere e welfare, di crescita culturale e sociale. Occorre però porre al centro quelle che la Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa (2011, ratifica Italia 2020) definisce “comunità di eredità”, cioè “insiemi di persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici dell’eredità culturale, che desiderano, nell’ambito di un’azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future”. Le comunità possono pertanto svolgere un ruolo attivo nel riconoscimento, sviluppo e condivisione dei valori dell’eredità culturale, divenendo elemento importante nella produzione di senso dei musei e del patrimonio e, quindi, nelle politiche urbane e culturali. Il Progetto sviluppa tale idea di base sul caso studio di Empoli, significativo per più motivi culturali e sociali, attraverso la sinergia di più soggetti (Università di Pisa, Comune di Empoli, Cooperativa PromoCultura, Consorzio Co&So Empoli, Associazione ICOM ITALIA) e l’integrazione di diverse conoscenze e competenze (storico-artistiche, museali, antropologiche, sociologiche, socio-educative). Suo obiettivo generale è la nascita di reti di relazioni tra il patrimonio culturale diffuso e i 6 musei di Empoli, in gran parte comunali (Museo Paleontologico, Museo della Collegiata di Sant’Andrea, Casa Pontormo, Museo del Vetro, Galleria di Arte Moderna e della Resistenza, Casa Ferruccio Busoni), intesi come strumenti di inclusione sociale e di welfare culturale, e le comunità e i pubblici della città, intesi come “comunità di eredità” co-costruttrici di valori condivisi del patrimonio. Tale obiettivo viene perseguito attraverso la progettazione di azioni, attività e pratiche culturali partecipative orientate al protagonismo civico e alla innovazione sociale, all’attivazione di processi collaborativi tra istituzioni, a una fruizione sostenibile del patrimonio rivolta prioritariamente ai “pubblici di prossimità”, al coinvolgimento dei cittadini nel sistema culturale, elemento di base per stimolare buone pratiche e per la riprogettazione urbana in chiave culturale. Il Progetto risponde a un bisogno sempre più caratterizzante le realtà museali e culturali, reso ancora più urgente dalla crisi epidemica che ha logorato le relazioni e la partecipazione. Intende quindi porsi come un modello flessibile di buone pratiche adattabile e replicabile in altri contesti.