Regione Toscana

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Cultura e beni culturali

SUpply Chain & Circular Economy for Superyacht Shipyard

L’economia circolare rappresenta un paradigma teorico radicalmente opposto alla tradizionale produzione lineare, orientato al riutilizzo, riciclo e al remanufacturing dei prodotti. All’interno di questo macro tema, il concetto di Supply Chain Circolare (SCC) attira sempre più l’attenzione dei ricercatori, per l’allineamento dei temi di economia circolare e supply chain management. In particolare, ricerca e imprese attualmente necessitano della definizione e dello sviluppo di soluzioni organizzative per l’introduzione del concetto di economia circolare non solo all’interno della singola impresa, ma lungo tutte le catene di fornitura connesse a determinate produzioni; tali soluzioni hanno come scopo il miglioramento dell’efficienza dei processi interorganizzativi, in ottica di riduzione degli scarti e dell’impatto ambientale di intere filiere produttive. Il progetto SUCCESS si concentra sul settore della nautica di lusso italiano, il quale ricopre a livello europeo un ruolo primario in termini di produzione di imbarcazioni, in primis per la realizzazione di superyacht di lusso. Il distretto nautico toscano, a livello regionale, ricalca l’andamento italiano identificando un settore strategico a tutto il contesto regionale.
In questo ambito industriale, il progetto SUCCESS si concentra su tre macro-obiettivi: (1) l’identificazione delle più efficaci soluzioni organizzative di SCC, per l’introduzione di innovazioni di processo alla luce dell’economia circolare, da svilupparsi nel contesto del distretto toscano di superyacht; (2) l’individuazione di soluzioni interorganizzative, che possano stimolare l’approccio collaborativo all’interno delle filiere coinvolte, tramite l’approfondimento del ruolo delle tecnologie avanzate per la gestione della fornitura in ottica circolare; (3) l’analisi e lo sviluppo di specifici processi di apprendimento orientati a supportare l’evoluzione culturale ed organizzativa delle imprese verso questo nuovo paradigma.
Il progetto SUCCESS porterà ad una maggior consapevolezza ed efficienza della produzione di questo settore strategico, che potrà tradursi in vantaggio competitivo sostenibile per gli operatori della filiera, con importanti risvolti manageriali in termini di progettazione e gestione di attività circolari lungo la catena di fornitura di prodotti/servizi della nautica di lusso toscana, insieme ai relativi benefici in termini ambientali e sociali.

AI-driven synthetic imaging for PET monitoring in hadron-therapy

Il vantaggio dell’adroterapia rispetto alla radioterapia convenzionale a raggi X deriva dalla distribuzione di dose più concentrata sui tessuti bersaglio con un conseguente minor irraggiamento di quelli sani circostanti. Il suo svantaggio è la maggiore sensibilità a piccole variazioni fisiologiche e morfologiche nel tessuto (variazioni di peso del paziente/infiammazioni lungo il percorso del fascio, ecc.), che richiede quindi una particolare attenzione al monitoraggio della dose erogata o del tumore, ad esempio come conseguenza della risposta o di una progressione di malattia in corso di radioterapia. La tecnica più accurata per il monitoraggio della dose è la tomografia a emissione di positroni (PET) “in-beam”. Il principio alla base della PET in-beam consiste nel rappresentare la distribuzione di dose depositata dagli adroni a partire dalla traccia di isotopi radioattivi emettitori di positroni, per poi confrontarla con la distribuzione di dose pianificata. Il progetto INSIDE ha realizzato un sistema PET in-beam attualmente installato presso il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO), e attualmente oggetto di un trial clinico su 40 pazienti. I risultati ottenuti durante il trial clinico mediante analisi comparata di immagini di tomografia computerizzata (CT), PET e dati simulati, sono incoraggianti ma non ancora conclusivi. Le metriche sviluppate per classificare i trattamenti richiedono una verifica approfondita su casi più numerosi e vari di quelli attualmente disponibili e sono tuttora oggetto di ricerca. Inoltre, gli algoritmi di ricostruzione convenzionali di immagini PET non sfruttano le specificità della tecnica in-beam, a discapito di sensibilità e risoluzione d’immagine. Il progetto SYNCT mira a ottimizzare gli algoritmi di ricostruzione e valutazione parametrica delle immagini PET. Il progetto si basa sull’ipotesi per cui è possibile generare CT “sintetiche” di controllo con tecniche di intelligenza artificiale, a partire da una CT di pianificazione e da una serie di immagini PET acquisite durante il trattamento. Uno dei maggiori vantaggi delle CT sintetiche rispetto alle immagini PET in-beam finora utilizzate, è la loro maggiore fruibilità da parte del medico radioterapista. Inoltre, la disponibilità di CT sintetiche permetterebbe di fornire al medico uno strumento quantitativo per supportare la sua decisione circa l’opportunità o meno di prescrivere una o più CT di controllo nel corso del trattamento e quindi migliorarne l’efficacia.

Teleassistenza e Telemedicina interattiva in emergenza abilitati da sistemi ciber-fisici indossabili

Il progetto TEL-TEAM si prefigge di studiare, progettare e realizzare una nuova generazione di sistemi ciberfisici indossabili della categoria “smart helmet”, compreso il relativo collegamento in rete, al fine di supportare la telepresenza del medico sulla scena dell’emergenza ed il contestuale monitoraggio delle condizioni di salute del paziente in tutti gli scenari in cui ciò possa risultare vantaggioso. I sistemi supporteranno la telepresenza sensoriale sulla vista del paziente, l’esame strumentale di auscultazione digitale, l’interlocuzione con l’operatore di soccorso, integrati dell’analisi automatica delle risultanze. Grazie alla disponibilità della soggettiva video del soccorritore in loco e dei dati biometrici del paziente, eventualmente elaborati con soluzioni di lntellìgenza Artificiale e Data fusion, un medico potrà fornire assistenza agli operatori come se fosse in presenza, verificando per esempio alcuni pattern fenotipici o sollecitando particolari movimenti che possono far sospettare una particolare patologia. I sistemi proposti potranno migliorare la fase di pre-screening del paziente in situazioni di emergenza, ad es. nel caso di patologìe tempo-dipendenti come infarto o Ictus o patologie traumatiche. In situazioni di questo tipo, la prontezza e la velocità nel fornire le cure più adeguate è cruciale per la sopravvivenza del paziente e l’efficacia delle cure successive che riceverà in ospedale. la fase di sperimentazione si svolgerà sia In laboratorio che sul campo. Gli smart helmet saranno dati in dotazione ad alcune ambulanze del Servizio di Emergenza Sanitaria 118 che li testerà nelle normali condizioni operative. Tali sistemi consentiranno il teletutoring medico anche in luoghi dove le ambulanze non possano arrivare ma il paziente sia raggiungibile dagli operatori, per esempio posti affollati, nel caso di grandi incidenti, eventi catastrofici o focolai di COVID19. Gli ambiti di test dei sistemi saranno anche le Residenze Sanitarie Assistenzialì (RSA) e l’assistenza domiciliare dei pazienti cronici o pazienti dimessi che necessitino di follow-up a domicilio quando, al di fuori degli interventi di routine, si verifichi la necessità di modificare/integrare le cure fornite così da evitare l’ospedalizzazione del paziente o per validare l’aggravamento delle sue condizioni che richieda terapie maggiori. Una applicazione di frontiera dei sistemi proposti potrà essere anche quella della assistenza ai pazienti nelle case circondariali.

Modelli di Deep Learning per interrogare i Big Data con il linguaggio naturale

La maggior parte delle informazioni di un’azienda è immagazzinata all’interno di database di tipo relazionale o non relazionale. L’accesso diretto a tali informazioni è purtroppo precluso a molti utenti a causa del know how richiesto per trasformare le proprie domande di ricerca, espresse in linguaggio naturale, nei linguaggi formali di interrogazione dei database, come ad esempio il linguaggio SQL. Il progetto Text2Query si propone due obiettivi principali: i) sviluppare modelli linguistico-computazionali seq2sql per la lingua italiana e ii) applicare tali modelli a scenari di uso reale in un contesto aziendale. Per perseguire tali obiettivi, in una prima fase verrà implementato un modello per la traduzione delle domande in lingua inglese nel linguaggio SQL, con lo scopo di valutare l’approccio di Text2Query rispetto a benchmark affermati in ambito internazionale, come ad esempio WikiSQL. Nella seconda fase, verrà invece realizzato un modello seq2sql per l’italiano attraverso l’uso di un Neural Language Model addestrato sulla lingua italiana. In stretta collaborazione con il partner aziendale, il progetto sarà testato nell’ambito di un caso d’uso relativo alla profilazione e all’analisi dei clienti.

Relazione tra distribuzione spaziale delle infrastrutture che caratterizzano il paesaggio urbano e anomalie termiche

Il programma di osservazione europeo COPERNICUS ha come obbiettivo primario quello di garantire una gestione agile e indipendente dei dati ambientali. L’obiettivo di questo progetto è quello di effettuare indagini termiche alla scala locale attingendo ai dati da remote sensing attualmente disponibili integrati con dati relativi alle infrastrutture che caratterizzano il paesaggio urbano (consumo di suolo, copertura arborea, erbacea, caratteristiche delle strade e degli edifici, ecc.). Sarà effettuata una classificazione termica degli hot-spot dell’area metropolitana di Firenze (comprendente quindi una ventina di comuni, tra cui Firenze, Prato e Pistoia) nelle varie stagioni, finalizzata allo sviluppo di una cartografia digitale di supporto ad una modellazione fisica di dettaglio. Sarà quindi analizzato il rapporto fra caratteristiche urbane come il consumo di suolo e le infrastrutture verdi in funzione della fruibilità biometeorologica stagionale degli spazi aperti urbani e periurbani in vari contesti. I metodi e gli strumenti per condurre questa ricerca saranno ripresi dallo stato dell’arte. Saranno caratterizzati i pattern termici stagionali di vari contesti urbani, ad es. residenziali, scolastici, industriali, legati alla mobilità intra-urbana (ad es. piste ciclabili). Su aree di interesse dell’area metropolitana saranno simulati scenari progettuali volti a quantificare il valore ecosistemico, anche in termini energetici, di una rosa di interventi di greening tramite software di modellazione microclimatica (ad es. Envimet e i-Tree). Saranno analizzate le condizioni ex-ante e post gli scenari progettuali con particolare attenzione alla valutazione dell’effetto del mosaico urbano sul microclima urbano locale, considerando non solo la composizione delle superfici urbane, ma anche la presenza di infrastrutture verdi e blu, così come altre componenti urbane di impatto termico. Il lavoro e i risultati saranno redatti con lo scopo di fornire linee di indirizzo per la pianificazione urbana e la gestione del territorio. Sarà rilasciata una cartografia di dettaglio per vari stakeholders territoriali a diverse risoluzioni atta a diventare risorsa essenziale per la pianificazione e la governance degli spazi pubblici.

Resilienza alle alluvioni del Centro Storico di Firenze patrimonio mondiale UNESCO

Il progetto UNESCO-Resilience ha come obiettivo la valutazione del rischio alluvione per i beni culturali del centro storico di Firenze Patrimonio dell’Umanità UNESCO e l’aumento della loro resilienza ai pericoli naturali di natura idrologica per affrontare i problemi del cambiamento climatico attraverso strategie di adattamento.
L’approccio metodologico seguirà 4 fasi di modellazione e analisi riguardanti:
– valutazione di pericolosità idraulica con modelli ad elevata risoluzione spaziale su base LiDAR per identificare quali beni culturali subiscono l’allagamento, con quale intensità attesa (tirante, velocità della corrente) e con quale probabilità di accadimento;
– valutazione di esposizione dei singoli edifici tramite ricognizione di quota del piano terra, presenza di piani interrati, posizione delle aperture da cui l’acqua può entrare e presenza di opere contenute negli edifici;
– valutazione di vulnerabilità di edifici e opere contenute sulla base di curve di fragilità dei materiali e stima dei possibili impatti diretti e indiretti per scenari probabilistici di riferimento;
– identificazione dei beni più a rischio e di strategie mirate per la mitigazione e la resilienza.
Il procedimento descritto produrrà i seguenti risultati:
– lo sviluppo e la dimostrazione a scala urbana di una metodologia di valutazione del rischio idraulico che supererà i limiti dello stato dell’arte esistente;
– l’approfondimento della conoscenza del patrimonio culturale della città, della sua vulnerabilità e resilienza;
– un sistema informativo GIS (roadmap 1.3.a.1) di supporto alle decisioni per il Piano di Gestione, cioè lo strumento strategico e operativo attraverso il quale è possibile tutelare, conservare e valorizzare l’Eccezionale Valore Universale di un sito Patrimonio Mondiale UNESCO, e necessita di includere un efficace caratterizzazione dei rischi che consentano una migliore programmazione degli interventi.
– la formazione di un assegnista di ricerca con formazione da ingegnere che acquisirà competenze interdisciplinari e la capacità di dialogare con i gestori del patrimonio culturale.
I partner di progetto individuati per massimizzare l’impatto del progetto UNESCO-Resilience sono l’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e rapporti con UNESCO del Comune di Firenze, che ha il compito di gestire e conservare il patrimonio culturale in maniera sostenibile e l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appenino Settentrionale che ha competenza territoriale per la pianificazione e la redazione del piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA).

Sviluppo e Validazione di nuovi radiofarmaci che identifichino la variabilità del MicroambiEnte tumorale

Questo progetto nell’ambito delle Scienza della Vita, settore strategico della S3 della Regione Toscana tra il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina dell’Università di Pisa e Philogen, uno del maggiori player di innovazione nell’ambito della ricerca biotecnologica presenti in Toscana, ha l’obiettivo di studiare attraverso l’imaging molecolare specifiche componenti del TME per identificare potenziali biomarcatori dî immagine predittivì della risposta al trattamento con farmaci rivolti allo stesso target (teranostici) e prognostici. A questo scopo saranno impegati nuovi farmaci teranostici caratterizzate da una biodistribuzione favorevole come quelli che Philogen ha sviluppato ad alta affinità verso fibronectina (F8, Dekavil, Radretumab, Darkleukin, Fibromun, NidlegyTM), e, più recentemente verso fibroblasti associati al tessuto tumorale {ONCOFAP) e anidrasi carbonica XI (OncoIX) che sono attualmente in fase di sviluppo preclinico/clinico. Il progetto inizierà da uria valutazione immunoistochimica per proporre Il loro impiego in screening molecolare come “companion diagnostic” e determinarne il significato prognostico, Sarà poi validata la radiomarcatura e saggi biologici dei precursori forniti da Philogen partendo da materiali full-GMP assemblati in kit e a cassette secondo i requisiti di qualità della farmacopea europea. Definiti i processi e le caratteristiche dei traccianti, saranno redatti i documenti chiave richiesti dalla normativa Europea per poter sottomettere alle autorità competenti gli studi clinici di “proof-of-concept”. Infine, nella ultima fase del progetto, sarà creato un modello biologico per le interconnessioni tra le diverse componenti del TME, in particolare le modificazioni indotte dalla radioterapia target radioisotopica con lo scopo finale di identificare i target iperespressi in risposta al danno da radiazione e, quindi impiegabili per ‘una più terapia target-specifica di combinazione (es. immunoconiugati immunostimolanti). La collaborazione tra Philogen e UniPi porterà ad uno scambio di competenze in cui si prevede che i giovani ricercatori accademici ed industriali complementino i “know-how” specifici del settore. Il progetto vuole (essere promotore di un cambiamento neì modelli organizzativi della ricerca nel settore “Life sciences”, in cui sono chiaramente identificate e definite le competenze del gruppo proponente in materia di drug delivery, impiego di nanomateriali e nuovi radiofarmaci.

VETRI” IN LEGNO TRASPARENTE DA MATERIA PRIMA E SECONDA

Il progetto VEGETAS è finalizzato alla produzione di un materiale innovativo, quale legno trasparente, come sostituto del vetro per lo sviluppo di finestre con aumentato isolamento termico per applicazione in edifici ad alta efficienza energetica. Gli obiettivi principali del progetto riguardano la messa a punto di un processo per la fabbricazione del legno trasparente sia a partire da materia prima (legno naturale di abete) che materia prima seconda (legno di scarto) e la realizzazione di un prototipo di “vetro” in legno trasparente. Saranno privilegiate soluzioni tecnologiche che minimizzano l’impatto ambientale e massimizzano la fattibilità in un’ottica di sviluppo industriale. Più specificatamente, la metodologia di produzione prevederà un primo stadio di decolorazione del legno mediante l’utilizzo di una miscela ossidante ed esposizione a radiazione UV o solare ed un secondo stadio di preparazione del composito legno/polimero mediante l’infiltrazione di polimeri di diversa natura, incluso biodegradabili. La metodologia che porterà, su scala di laboratorio, al prodotto con le migliori prestazioni, tra cui ottiche meccaniche e di conducibilità termica sarà utilizzata per la preparazione di un prototipo di “vetro” di legno in sostituzione del vetro inorganico.
VEGETAS punta, pertanto, a un cambio di paradigma che prevede il passaggio dalla produzione di vetro ad alto impatto ambientale, a quella di un prodotto bioderivato a partire da legno naturale e di scarto. Propone, inoltre, uno “scale-up” di prodotto con la realizzazione di un prototipo, incentivando, così, sinergie virtuose tra l’azienda stessa e l’organismo di ricerca nell’ambito della green economy per la sostenibilità, la bioeconomia circolare ed il risparmio energetico. E’ all’interno di questo contesto che si formerà il giovane ricercatore il cui profilo professionale sarà arricchito sia dalle conoscenze tecnicoscientifiche derivanti dall’attività di ricerca e sperimentale, che dalle competenze applicative frutto della collaborazione con l’azienda. Infine, lo sviluppo industriale del prodotto porterebbe, oltre ad un positivo impatto ambientale, anche ad una ricaduta occupazionale derivante dalla creazione di una nuova filiera di trasformazione del legno e di recupero degli scarti, ed alla sua applicazione in bioedilizia ed in altri contesti di interesse industriale, inclusi l’arredo-design, l’optoelettronica e la costruzione di pannelli solari e celle fotovoltaiche.

Vocal Biomarkers & Language Intelligence for Health

Il progetto si propone di sviluppare tecnologie e metodi per l’assistenza alla diagnosi sulla base dell’interazione vocale con il paziente, attraverso strumenti di telemedicina di base (es.: videoconferenza o conversazione telefonica) e, con maggiore interesse, attraverso l’utilizzo di dispositivi mobili e indossabili. In particolare, il progetto prevede la raccolta di dati di interazione vocale, sia in dialogo (simulato, in fase di addestramento) con un medico, sia attraverso la risposta vocale a questionari erogati automaticamente attraverso dispositivi mobili (tramite sintesi vocale); l’analisi di tali dati; la correlazione con dati diagnostici strumentali anch’essi rilevati da dispositivi o nell’ambito di una visita ambulatoriale.
Le tecniche di analisi dei dati vocali si concentreranno sia sui biomarcatori vocali (fra cui: timbro, stress, esitazione, dispnea nel parlato, ecc.), anche proponendo semplici esercizi di emissione vocale, sia sul contenuto della conversazione, tramite tecniche di analisi del linguaggio naturale.
Le tecniche sviluppate nell’ambito del progetto si prestano ad applicazioni di pre-diagnosi e follow-up leggero in modalità continua e a domicilio, contribuendo alla deospedalizzazione di condizioni non patologiche. Inoltre, i metodi di analisi sviluppati si possono prestare alla trasformazione in capitale brevettuale d’impresa, anche in modalità spin-off considerando la bassa intensità di capitale richiesta per lo sviluppo di soluzioni software basate su tecnologie standard quali, appunto, smartphone e smartwatch / fitness band.
Mentre l’utilizzo di biomarcatori vocali nel parlato, associata all’uso di assistenti vocali quali Siri, Alexa, Cortana o Google Assistant, ha ricevuto soltanto di recente un qualche livello di attenzione da parte della comunità scientifica, l’utilizzo di tecniche di analisi del linguaggio naturale (NLP) nell’ambito medico vanta una lunga tradizione, in particolare per l’analisi di annotazioni nelle cartelle cliniche (allo scopo di estrarre dati strutturati da narrativa informale). È di questi giorni la notizia dell’acquisizione di Nuance (uno dei primi player nel settore) da parte di Microsoft per 19.7 miliardi di dollari. Microsoft ha giustificato il proprio interesse sulla base delle applicazioni in sanità delle tecnologie di trascrizione del parlato di Nuance.
Nell’ambito del progetto, la sfida tecnologica consiste nell’ottenere utili indicazioni diagnostiche affidando la parte computazionale interamente a un dispositivo mobile (smartphone) già in dotazione al paziente, ottenendo così sia una riduzione di costi, che una maggiore garanzia di privacy (i contenuti delle conversazioni non lasciano il dispositivo del paziente). Ciò è di particolare importanza in un momento in cui proprio le sindromi respiratorie (quelle più facilmente rilevabili da analisi vocale) costituiscono motivo di grande preoccupazione sia per il sistema sanitario, che per la popolazione generale.

The Quantum Bit Woman

La fragilità culturale pervade ampie parti di popolazione di ogni età, amplificata in cause ed effetti dalla pandemia, con danni di immediato e lungo termine nell’economia della conoscenza e del turismo d’arte e di scienza, inestimabile valore in Toscana. The Quantum BitWoman (WQuBit) attinge alle criticità e le trasforma in risorse. Arte e scienza condividono creatività, sperimentazione, e formalizzazione in una mutua fertilizzazione, e insieme alle tecnologie da social network e games, e da internet delle cose, rappresentano uno straordinario potenziale in gran parte inesplorato per sviluppare modi di pensare la realtà complessa e generare ripartenze inedite, attraverso innovazione di contenuti e di linguaggio. In uno spirito di umanesimo scientifico, WQuBit sintetizza strategicamente competenze di arte, fisica quantistica, neuroscienze, informatica, gamification, per creare un nuovo paradigma esportabile in contenuti e metodo, per fruire, conoscere, e valorizzare il patrimonio artistico e culturale toscano, di cui è esperta la partner di filiera Fondazione Sistema Toscana (FST). Viene creato e prodotto un videogame con scopo, giocabile collaborativamente online e in situ in realtà aumentata, ambientato in luoghi d’arte e scienza toscani: lo storytelling avvincente è animato da personaggi divertenti che sbriciolano ogni stereotipo (soprattutto di genere) in avventure quotidiane epiche, e assolvono i compiti usando le bizzarre regole della fisica quantistica a potenziare immaginazione e pensiero creativo. Il gioco stesso girerà in parte sul computer quantistico di IBM. Oltre a esplorare il patrimonio culturale, giocatrici e giocatori si trovano a risolverne problemi di fruizione in modo collaborativo e in approccio citizen science: il premio del gioco è la soluzione, esplorabile senza temere insuccessi e liberando creatività e intuiziione. Per canalizzare queste con efficacia, l’interfaccia problema-videogioco è progettata con esperte/i di neuroscienze e di tecnologie inclusive dell’Università di Pisa. Lo stesso videogioco è realizzato in modo partecipato in Quantum Game Jams come quella condotta per la prima volta in Italia nel 2020 dalle proponenti in Internet Festival. Come in economia circolare, chi gioca può accrescere le proprie competenze con le risorse educative di QPlayLearn http://www.qplaylearn.com (Università di Helsinki, partner di WQuBit), come le quantum pills video-l dizionario di idee essenziali di fisica quantistica.

Siena Hub Against Salmonella Infections

L’assegnista di Ricerca sfrutterà le competenze dell’azienda e i servizi resi disponibili dal Dipartimento d’Eccellenza di Biotecnologia, Chimica e Farmacia dell’Università di Siena. Il progetto SHASI mira alla realizzazione di una metodologia matematico-digitale 4.0 finalizzata a identificare su base probabilistica il percorso migliore su cui indirizzare la ricerca pre-clinica, lo sviluppo del prototipo vaccinale, il disegno del test clinico e la successiva produzione del vaccino (con riduzione dei tempi e dei costi e miglioramento della sicurezza del farmaco), in questo caso del vaccino multivalente contro le malattie generate dal batterio Salmonella. Il progetto verte sull’integrazione di nuovi strumenti: l’Intelligenza Artificiale per la ricerca inerente il vaccino e la piattaforma mOMV (modified Outer Membran Vesicles) per la sua produzione. L’output di questo progetto sarà in seguito utilizzato per ottimizzare la ricerca e lo sviluppo produttivo del vaccino, in modo che il bene rinveniente sia infine un candidato vaccinale alla fase 1 di test clinico, così da essere in grado di affrontare le successive fasi di sviluppo. Nel cogliere l’obiettivo scientifico e tecnologico, sono implicitamente raggiunti la crescita di competenza del team di sviluppo e il rafforzamento dell’azienda e del cosiddetto Siena Vaccines Hub, cioè l’ecosistema accademico-produttivo che fa di quest’area geografica uno dei più rilevanti centri mondiali nel settore vaccinale.

Ship Remote Monitoring via Satellite IoT

Le sfide affrontate dal mondo marittimo sono molteplici e richiedono un sistema di comunicazione integrato terra e satellite per consentire il monitoraggio ed il controllo delle navi, del loro carico e la possibilità di usare sensori anche per altri scopi in ambito marittimo e ittico. Questa attività si basa sul nuovo sistema di comunicazione VHF Data Exchange System (VDES) secondo la specifica ITU-R M.2092. Lo studio si occuperà della trasmissione diretta di dati da sensori (IoT) via satellite per navi, boe, e altre strutture in mare come gli impianti ittici, considerando principalmente i satelliti a bassa quota Low Earth Orbit (LEO) di tipo cubesat, ma anche eventualmente satelliti Geostazionari (GEO) nelle bande L/Ku/Ka che hanno ampio spettro disponibile per la trasmissione. Il sistema di trasmissione deve essere più semplice possibile per poter essere gestito da semplici dispositivi IoT. Il progetto ShipSatIoT si prefigge lo scopo di definire un modello per la comunicazione della tratta da sensore a satellite (uplink) e per la tratta da satellite a terminale a terra (downlink). Per la tratta uplink sarà considerato anche un protocollo di accesso molto efficiente, denominato Enhanced Spread Spectrum Aloha (E-SSA). Sulla base di questo studio sarà possibile realizzare un simulatore in ambiente MatLab che consentirà di studiare le prestazioni di uplink e downlink e permetterà di ottimizzare la fase di acceso rendendo possibili l’uso simultaneo di centinaia di migliaia di sensori. Questo progetto ha quindi come ambito sia le applicazioni per l’automazione di sistemi ittici e marittimi sia le telecomunicazioni per la creazione di nuovi servizi per le comunità marittime.

Un nuovo modulo di SINlAb basato su AI a supporto del medico per la predizione del decorso clinico nei pazienti di Sclerosi Multipla

La sclerosi multipla (SM) è una malattia infiammatorio-neurodegenerativa del sistema nervoso centrale dal decorso clinico altamente variabile da paziente a paziente. Negli anni sono stati sviluppati: i) biomarcatori di imaging (e.s.numero e il volume di lesioni iperintense e rapporto tra le dimensioni di aree cerebrali clinicamente eloquenti nei pazienti di SM rispetto a popolazioni di individui sani); ii) biomarcatori clinici, (e.s numero di ricadute cliniche, trattamento somministrato e disabilita’ clinica); iii) biomarcatori fluidi (es. microRNA). Recenti studi hanno mostrato come indipendentemente una dall’altra le tre classi di biomarcatori, si siano rivelate efficaci nel discriminare, in analisi a livello di gruppo, sotto-popolazioni di MS. L’obiettivo di questo progetto consiste nello sviluppo di un metodo innovativo automatico in grado di predire l’evoluzione clinica del paziente di SM su base individuale. L’algoritmo integrerà insieme modelli predittivi di intelligenza artificiale (AI) ottimizzati singolarmente su ciascuna classe di biomarcatori prodotti da tecnologie di ultima generazione. L’algoritmo verrà implementato come nuovo modulo all’interno di SInLAB, la piattaforma proprietaria sviluppata da SIENA Imaging. Il progetto fornirà ai neurologi un nuovo strumento per il monitoraggio del paziente e verrà proposto alle ASL e gli enti di ricerca. Infine la metodica si potrà facilmente applicare ad altri contesti, quali l’Alzheimer, in cui l’utilizzo indipendente di biomarcatori fluidi e di neuroimaging ha assunto negli anni grande rilevanza clinica.

Sviluppo di rivelatori di radiazione innovativi per la ricerca di materiale nucleare disperso nei trasporti commerciali internazionali

SNIFFER adotterà tecnologie innovative impiegate fino ad oggi solamente nella ricerca più avanzata in fisica nucleare e subnucleare e moderni strumenti di intelligenza artificiale per realizzare un nuovo sensore di radiazione in grado di individuare in tempo reale la presenza di materiale nucleare disperso, o occultato, nei trasporti commerciali internazionali effettuati per mezzo di container. Le statistiche delle agenzie di sorveglianza mostrano che ogni anno si verificano nel mondo numerosi episodi di trasporto illegale di materiali per l’industria contaminati da rifiuti radioattivi. Ciò è principalmente dovuto al fatto che in molti paesi, compresi i paesi emergenti, l’industria nucleare è ormai molto diffusa ma talvolta non rispetta standard di sicurezza adeguati. Di conseguenza, può accadere che le autorità competenti perdano traccia di quantitativi anche non trascurabili di materiale nucleare che viene disperso nelle discariche ed entra nel ciclo di recupero dei metalli. Questi casi di negligenza si traducono in problemi di sicurezza a livello globale. Infatti, anche in Italia, sono stati individuati trasporti di grandi quantitativi di acciaio o semilavorati metallici contaminati da Cobalto-60 provenienti da impianti siderurgici cinesi. In un caso, è stato accertato che una sorgente utilizzata per misurare lo spessore dei refrattari che rivestono gli altoforni era stata per negligenza fusa nel metallo, in altri casi, le cause sono rimaste ignote. La contaminazione è stata scoperta solamente nelle aziende che stavano lavorando l’acciaio, con grande allarme tra il personale e grave danno per la filiera produttiva rimasta bloccata a lungo per la decontaminazione. Per salvaguardare la salute dei lavoratori, limitare i danni economici derivanti dal blocco delle attività delle aziende e dai costi di bonifica, è necessario intercettare il prima possibile questi trasporti pericolosi. SNIFFER svilupperà un portale di nuova generazione per individuare la presenza di materiale radioattivo all’interno dei container facendone delle scansioni rapide, ma affidabili, durante la movimentazione. Realizzeremo un dispositivo economico, robusto e affidabile, utilizzabile in maniera semplice dal personale, nel pieno rispetto delle prestazioni richieste a questi dispositivi, che devono avere estrema sensibilità per il materiale radioattivo, anche schermato, e rimanere entro una soglia prestabilita in termini di falsi allarmi per non rallentare, senza motivo, le attività di movimentazione.

ALLA RICERCA DELL’UNITÀ NELLA DIVERSITÀ: SOLUZIONI ORGANIZZATIVE E NUOVE OFFERTE CULTURALI PER IL SISTEMA MUSEALE TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI LUCCA

Questo progetto si basa su due linee principali che saranno realizzate in stretta collaborazione tra IMT Lucca, Sistema museale territoriale della provincia di Lucca che è composto da 26 musei con il Museo Paolo Cresci come capofila e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Nella prima parte, il progetto propone di indagare le sfide organizzative per il Sistema museale territoriale della provincia di Lucca (SML) e di sviluppare soluzioni a queste sfide al fine di consolidare e migliorare il SML. Inoltre, in questa fase, particolare attenzione sarà dedicata allo sviluppo di un processo decisionale inclusivo supportato da una piattaforma gestionali e dei servizi che garantisce il coinvolgimento di tutti gli stakeholder. SML comprende 26 organizzazioni culturali e creative, di natura sia pubblica che privata, inclusi musei di storia e archeologia, di etnoantropologia, di arte, le case e gli oggetti di famosi artisti e scienziati nati a Lucca e collezioni tematiche. Tale rete con un’ampia varietà di attività, identità organizzative, processi e pratiche porta con sé una complessa struttura di relazioni che ostacolerebbe la creazione di identità e obiettivi organizzativi comuni tra i suoi 26 membri. Ecco perché il nostro progetto svilupperà soluzioni organizzative per superare tali sfide considerando le caratteristiche specifiche di ogni membro di SML. Nella seconda parte, il progetto sviluppa nuove offerte culturali per il territorio sfruttando l’ICT e integrando i prodotti culturali esistenti dei 26 musei e organizzazioni culturali e creative del SML. Queste nuove offerte culturali contribuiranno a: (i) consolidare la collaborazione all’interno del SML; (ii) creare nuove collaborazioni tra diversi operatori culturali, enti pubblici e privati e PMI del territorio; (iii) benessere degli abitanti e creare nuove opportunità per i giovani; (iv) il turismo culturale (sia nazionale che internazionale) nel territorio; e (v) migliorare la conoscenza, l’accessibilità e la gestione sostenibile del patrimonio culturale. Grazie alla sinergia tra la Scuola IMT e i diversi partner del progetto, il programma intende proporre una profonda innovazione nella gestione del patrimonio culturale, tale da presentare una serie di risultati eventualmente trasferibili ad altre realtà. La scelta di enti di diversa natura (pubblici e privati) fanno di questo programma un possibile incubatore di soluzioni innovative e un grande contributo allo sviluppo del territorio.

Sustainable Predictive mAIntenance as a Model

L’obiettivo del progetto SPAIM è sviluppare i componenti essenziali per fornire servizi di Predictive Maintenance (PdM) “as-a-service”, cioè come un servizio agile e configurabile per le esigenze delle aziende, senza ricorrere a soluzioni monolitiche integrate verticalmente. Questa flessibilità di servizi è fondamentale nei paradigmi Industry 4.0, e non viene ancora supportata per le applicazioni di PdM. L’effetto è che molte aziende, in particolare SME, sono di fatto escluse da questi servizi, che invece rivestono un ruolo fondamentale per la transizione digitale dei sistemi produttivi. Per raggiungere l’obiettivo, SPAIM si articola su tre filoni di lavoro, mappati in altrettanti Obiettivi Operativi. Innanzitutto vengono sviluppati algoritmi di Artificial Intelligence (AI) distribuita, che possano lavorare nel continuum tra cloud ed edge. Lo sviluppo di algoritmi di AI di questo tipo è attualmente uno dei temi caldi dell’AI in generale, ma ha negli scenari di Industry 4.0 uno dei casi d’uso più importanti, perché permette di configurare in modo flessibile i servizi basati su AI (come la PdM), sfruttando appieno le potenzialità dei dispositivi presenti nel contesto del processo industriale monitorato. Il secondo pilastro del progetto è la definizione di un’architettura generale per l’integrazione di sevizi di PdM basati su soluzioni di AI distribuita. Tale architettura è fondamentale per avere un blueprint di organizzazione delle varie fasi della fornitura e messa in opera del servizio in contesti applicativi concreti. Infine, il terzo pilastro consiste nella integrazione e validazione sperimentale dell’architettura e degli algoritmi in casi d’uso concreti. I casi d’uso selezionati fanno parte di processi industriali in cui opera il partner industriale del progetto e permettono di valutare prototipi completi delle soluzioni individuate dal punto di vista funzionale e prestazionale. Completa la fase di valutazione anche una valutazione delle opzioni di industrializzazione di tali servizi. Gli output principali del progetto sono quindi: (i) algoritmi di AI distribuita che operino su dispositivi eterogenei tra il cloud e l’edge, adattandosi dinamicamente al contesto applicativo; (ii) un’architettura generale per la loro integrazione in applicazioni di PdM; (iii) lo sviluppo di prototipi integrati in casi d’uso concreti e (iv) una dettagliata validazione sperimentale in questi casi d’uso.

Sviluppo di Tecnologie Avanzate per Telediagnostica, la Teleassistenza, ed il Teleconsulto in Rete

La pandemia COVID-19 ha aumentato la necessità di servizi di mobile health (m-health) and e-health, trasformandoli da opportunità ad un’esigenza. Infatti, prima, l’utilizzo del e-health era un’opportunità per ridurre i costi di trasporto e di ospedalizzazione dei pazienti. Oggi, la pandemia l’ha reso necessario per ovviare all’impossibilità di ricoverare alcuni pazienti in ospedale e per far fronte alla carenza di posti letto disponibili a causa dell’occupazione abnorme causata dalla pandemia. Le tecnologie ICT ed in particolare le recenti e future tecnologie mobili (5G e 6G, rispettivamente) potranno avere un forte impatto sull’evoluzione del m-health e del e-health migliorando il modo in cui i pazienti vengono assistiti. Scenari a breve/medio termine prevedono che l’elevata capacità e bassa latenza fornita dal 5G consentirà il trasferimento di grandi immagini diagnostiche e set di dati. Scenari a lungo termine, abilitati dall’evoluzione della tecnologia 5G (cioè il 6G), prevedono l’effettuazione di chirurgia a distanza anche quando i chirurghi non sono collegati tramite reti cablate. Pertanto, il 5G ed il 6G consentiranno di “mettere in rete” pazienti, medici, specialisti per favorire la telediagnostica, la telemedicina e l’assistenza remota insieme al monitoraggio del paziente in tempo reale. Il progetto “Sviluppo di Tecnologie Avanzate per la Telediagnostica, la Teleassistenza, ed il Teleconsulto in Rete (START)” si pone l’obiettivo di permettere a pazienti, medici di medicina generale e specialisti di mettersi in rete fornendo servizi di Telediagnostica, Teleassistenza e Teleconsulto e migliorando la presenza dei medici (medicina generale e specialista) su tutto il territorio. Il mettersi in rete non significa, pertanto, solo la consultazione off-line di risultati di esami o di cartelle mediche ma prevede anche l’interazione in tempo reale tra paziente e medici. START svilupperà una piattaforma che sfrutterà al meglio tecnologie avanzate di diagnostica remota come elettrocardiografi ed ecocardiografi portatili. Questi verranno messi in rete per collegarli, tramite la rete 5G, con specialisti che potranno monitorare in tempo reale molteplici situazioni selezionando quelle che richiedono una maggiore attenzione o, addirittura, l’ospedalizzazione. La piattaforma START rappresenterà un importante passo verso l’efficientamento della diagnostica specialistica, del supporto allo screening, e dell’assistenza al malato.

STRATegie per il controllo delle malattie in sistemi agronomici sostenibili e per l’induzione di composti bioattivi in FiORi eduli

La necessità di nuovi metodi eco-compatibili di controllo delle malattie dei vegetali richiede che la ricerca scientifica definisca gli strumenti e i mezzi più efficaci a disposizione, sicuri per l’ambiente, la salute umana e animale. La resistenza sistemica acquisita (SAR, un sistema di risposte della pianta importante sia per la resistenza al patogeno che per l’autodifesa una volta avvenuta l’infezione) rappresenta una valida opportunità nella protezione naturale delle piante. Le attività di ricerca di STRATFOR (svolte in stretta collaborazione con l’Azienda agricola Carmazzi, una realtà importante della filiera di produzione di fiori eduli biologici della Toscana) mirerà all’utilizzo dell’ozono disciolto in acqua come induttore di resistenza contro organismi patogeni (quali agenti causali di oidio, peronospora e botrite) in specie erbacee da fiori eduli (quali tagete, bocca di leone, garofano cinese e begonia). Così facendo sarà possibile valutare anche i possibili effetti benefici in termini di crescita e di sviluppo delle piante (in virtù della loro maggiore tolleranza agli stress biotici). Lo studio dei meccanismi fisiologici e biochimici alla base dell’induzione SAR attivata da trattamenti con acqua ozonizzata apporteranno un contributo originale nel campo delle strategie eco-sostenibili di difesa delle piante aprendo nuove prospettive della gestione eco-compatibile di tutti processi agricoli, in particolare biologici. Infatti, l’acqua ozonizzata può essere considerata un prodotto completamente eco-compatibile (in quanto non lascia residui, non necessita la conservazione o il trasporto, non è pericolosa per gli operatori) che può essere facilmente adottata in agricoltura biologica. I risultati di STRATFOR consentiranno di d’individuare e caratterizzare i metaboliti coinvolti nelle reazioni di difesa da fitopatogeni che possono essere indotti dall’O3 (ipotizzando che possa avere un ruolo analogo a quello di elicitori fungini con conseguente produzione di metaboliti secondari antimicrobici). Una dettagliata caratterizzazione dei profili di questi composti bioattivi fornirà potenti strumenti per definire i meccanismi di biocontrollo e nuovi possibili impieghi dei fiori eduli (i.e., floroterapia).

La Fototeca di Pèleo Bacci nella Biblioteca Comunale di Siena. Conservazione, catalogazione e digitalizzazione

Gli archivi fotografici sono ormai riconosciuti come un elemento fondamentale del patrimonio culturale e della memoria collettiva; le istituzioni pubbliche che li custodiscono hanno il compito non soltanto di conservarli, ma anche di catalogarli, digitalizzarli e valorizzarli, rendendoli agevolmente fruibili online. Da oltre un decennio proprio la possibilità di consultare una serie sempre più estesa di documenti fotografici disponibili in rete ha rappresentato una vera e propria svolta per la ricerca storico-artistica: questo progetto è finalizzato pertanto a ordinare, catalogare, digitalizzare e pubblicare online una fototeca di proprietà pubblica rimasta finora estranea agli studi. La Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena custodisce il fondo di Pèleo Bacci (San Marcello Pistoiese 1869-Siena 1950) comprendente, oltre ai suoi libri, le sue collezioni e un sostanzioso archivio personale e di lavoro. Storico dell’arte di notevole valore, Bacci, dopo avere retto per un decennio la Soprintendenza pisana, fu soprintendente di Siena dal 1923 al 1941. L’ampio nucleo documentario, donato nel 1950, include pure una cospicua fototeca, costituita da circa 4000 fotografie: immagini connesse con gli interessi di studioso e con l’attività istituzionale di Bacci, preziose testimonianze del patrimonio storico-artistico dell’intera Toscana tra Medioevo e Rinascimento. L’obiettivo del progetto consiste nell’ordinare e valorizzare questo corpus guardando ai principali modelli di fototeche online, in particolare a un punto di riferimento internazionale come la Fototeca Zeri di Bologna, individuata come partner attraverso la Fondazione Zeri. In veste di partner compare pure la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, perché il progetto ha pure la finalità di rilanciare l’attenzione – tramite lezioni, seminari e conferenze – non solo sul Bacci studioso, ma anche sul Bacci soprintendente e sul suo quotidiano, instancabile ed esemplare impegno per la conservazione e la tutela del patrimonio. Il progetto, infine, permetterà a un assegnista di ricerca di maturare esperienza nel campo delle digital humanities, mentre la messa in rete della Fototeca Bacci potrà essere utile a sviluppare un network di relazioni qualificate tra istituzioni culturali toscane e centri di ricerca nazionali e internazionali.

PGT – Paleo GIS Toscana

Il progetto prevede di creare un sistema informativo geografico (GIS) dei siti e delle evidenze paleontologiche della Regione Toscana, che rappresentano un assoluto punto di riferimento a livello internazionale, partendo dai dati storici (dalla fine del sec. XVIII) fino a quelli più recenti. Il progetto prevede l’acquisizione di punti GPS attraverso sopralluoghi sul campo per verificarne la congruenza con i dati presenti in letteratura e con quelli in archivio presso il Museo di Geologia e Paleontologia e di altre Istituzioni toscane (Ecomuseo dell’Appennino Pistoiese, Partner del Progetto). Il GIS ottenuto potrebbe collegarsi con altri database per creare un unico ecosistema digitale dove possano confluire differenti dati e materiali multimediali (immagini, video, pubblicazioni, modelli tridimensionali di fossili e siti paleontologici). Questo sistema informativo geografico, in italiano e in inglese, potrebbe essere consultabile sia attraverso un applicativo web (WebGIS) sia con smartphone per migliorare sensibilmente la ricerca scientifica e la promozione culturale (Musei e siti visitabili). In ambito paleontologico potrebbe rappresentare un nuovo strumento che possa essere utilizzato da differenti stakeholder (Soprintendenze, decisori politici, partner del progetto, ecc.) Considerando la sensibilità di alcuni dati, la loro visualizzazione avverrà attraverso livelli di accesso differenziati per tipologia di utenza. L’assegno di ricerca previsto dovrà sviluppare la ricerca relativa alla raccolta e all’organizzazione dei dati paleontologici e sviluppare la loro organizzazione informatica, possibilmente su software open source. In relazione al punto 4.1 del bando, il progetto è riconducibile a diversi ambiti applicativi (e relative roadmap) individuati dalla Smart Specialization Strategy (S3) Regionale (DGR 204/2019 “Strategia regionale di specializzazione intelligente (RIS3). Approvazione della Nota di Aggiornamento di Medio Periodo)”, nonché ad almeno 2 dei 4 temi di interesse indicati (Intelligenza artificiale e Big Data; Progettazione territoriale e rigenerazione urbana a base culturale).

QD4PH-Sviluppo di Quantum Dots Carboniosi Fluorescenti per rilevazione rapida di pH in applicazioni diagnostiche

Nell’ambito della diagnostica in vitro uno dei settori più importanti è quello della microbiologia, in cui rientrano molteplici applicazioni, sia nel campo clinico che in quello industriale, quali la rivelazione batterica, l’identificazione e i test di suscettibilità dei microrganismi verso gli antibiotici. Focalizzandosi sulla rilevazione batterica in campo clinico, si parla di sepsi come conseguenza della risposta inappropriata dell’ospite ad un’infezione batterica, che può portare a sepsi grave e shock settico che causano lunghe degenze in ospedale ed elevate morbosità e mortalità. La possibilità di rilevare precocemente tale condizione nel paziente è una priorità globale secondo la OMS e linee guida specifiche per il suo trattamento sono state pubblicate nel contesto della Surviving Sepsis Campaign (2016). Ciò nonostante, i sistemi attualmente disponibili (allo stato dell’arte) riescono a rilevare lo stato di setticemia solamente a seguito di emocolture che durano in media da 3 a 10 giorni. Inoltre la determinazione di un campione positivo è spesso effettuata attraverso la rilevazione del cambio di pH generato a seguito dei prodotti della crescita batterica (CO2 o acido piruvico, etc…). Il pH può essere misurato attraverso sensori colorimetrici o fluorescenti, a seconda delle piattaforme.
A questo proposito, recentemente in letteratura sono state descritte delle nanoparticelle carboniose fluorescenti, chiamate Carbon Quantum Dots che, opportunamente dimensionate, dopate e funzionalizzate, possono esprimere una dipendenza della fluorescenza dal pH tale da essere altamente sensibili a piccole variazioni del pH stesso nell’intervallo d’interesse per la rilevazione della crescita batterica, aprendo la strada alla potenziale riduzione del tempo necessario alla determinazione finale di uno stato di setticemia.
Il progetto si prefigge pertanto lo scopo di sviluppare nanoparticelle carboniose fluorescenti ed altamente sensibili alle variazioni di pH che possano essere integrate in un sistema automatico di emocultura per ridurre i tempi di diagnosi della setticemia.

Raccolta di Big Data Meteo ed Analisi Tramite Intelligenza Artificiale in Ambito Smart Agrifood

Nel corso dei recenti progetti SVIICTPRECIP “Nefocast” (Regione Toscana, 2016-2019) e MISSISSIPPI (Università di Pisa, 2018-2020) è stata dimostrata la fattibilità di un economico ed efficace sistema per la stima dell’intensità di pioggia che utilizza misure opportunistiche del livello dei segnali dei satelliti televisivi.
Inoltre, è stata dispiegata una rete sperimentale di sensori, costituita da alcune decine di ricevitori satellitari su tutto il territorio regionale, la quale ha effettuato misure dell’attenuazione causata dalla (eventuale) pioggia sul segnale a microonde lungo le varie tratte fra il satellite ed i terminali di terra, durante un arco temporale di circa 4 anni. Considerando che ciascun terminale di misura acquisisce un campione al minuto, l’ordine di grandezza del Big Data così ottenuto risulta di parecchie decine di milioni di dati, ulteriormente integrati da misure ancillari raccolte tramite una apposita rete IoT di vari sensori ambientali e meteo tradizionali. E’ stato inoltre dimostrato che tramite opportune elaborazioni dei dati grezzi relativi all’attenuazione dei segnali satellitari è possibile ricavare stime affidabili dell’intensità di pioggia.
Nella presente proposta di progetto, si intende quindi sfruttare al massimo le potenzialità della mole di dati contenuta in tale Big Data (tra l’altro, con la prospettiva di un’ulteriore crescita dei dati raccolti, grazie ad un imminente e già pianificato potenziamento della rete di misura) facendo ricorso a tecniche di Intelligenza Artificiale (AI) che implementano un apprendimento automatico (Machine Learning, ML) al fine di estrarre utili informazioni meteo destinate all’impiego in ambito Smart Agrifood. In particolare, lo scopo dell’impiego di algoritmi AI/ML è di ottenere una stima accurata ed in tempo reale dell’intensità di pioggia (in mm/h) rimuovendo eventuali errori sistematici (come, ad esempio, quelli dovuti ad improvvise variazioni del livello del segnale a seguito di interventi da parte dell’operatore satellitare), di fornire affidabili previsioni a breve termine sull’evoluzione del fenomeno precipitativo e di generare mappe 2D del campo di precipitazione. Si prevede infine di testare e convalidare gli algoritmi AI/ML sviluppati nel corso del progetto effettuando una campagna di misure in un’area agricola appositamente scelta in regione.

RECHARGE – Il patrimonio culturale come esperienza relazionale rinnovata

Il progetto intende applicare alla fruizione dei principali luoghi della cultura cittadina il concetto – centrale nella Rete – di UGC (Users Generated Content), ossia un utente che non si limita alla fruizione dei servizi a lui rivolti, ma diventa co-produttore e co-artefice dell’efficacia dei servizi realizzati. La pandemia da Covid-19 ha sospeso, interamente o parzialmente, la vita nei luoghi cittadini della cultura, già scarsamente partecipati da giovani nella fascia di età tra i 19 e i 26 anni. Le strategie messe in campo in questi mesi per rafforzare i servizi sul Web già attivi o crearne di nuovi non sono state sufficienti a fare di biblioteche e musei digitali luoghi significativi per le proprie esperienze culturali a tutti gli effetti. Per tali motivi, il Progetto RECHARGE vuole rappresentare una ripartenza che veda convergere intorno al patrimonio culturale l’azione della ricerca scientifica, degli operatori della filiera culturale e la valorizzazione della creatività giovanile. Il progetto prevede un coinvolgimento degli studenti universitari in particolare attraverso una sorta di “patto” che favorisca il loro inserimento nella vita di biblioteche e musei e li abiliti, mediante l’impiego di strumenti digitali, alla produzione originale di contenuti crossmediali. Si costituirà una sorta di rete di sostegno culturale ad una fascia di popolazione particolarmente toccata dalle conseguenze della pandemia, grazie all’apporto delle scienze sociali e alle esperienze altamente qualificate dei prestigiosi operatori culturali coinvolti. Biblioteche e musei metteranno a disposizione per questo scopo le loro collezioni, per rendere possibile la costruzione cooperativa di nuove conoscenze. Questo avrà una ricaduta positiva sulla rinascita della vita culturale urbana, in particolare sul contesto pistoiese, fiorentino ed empolese, che si consolidi indipendentemente dai tempi di ripresa dei flussi turistici.

Nuovi modelli giuridici di Rigenerazione urbana: le Caserme Dismesse nella città di Pisa

Il progetto si propone di favorire la riconversione del patrimonio militare dismesso, presente nella città di Pisa, e la sua reintegrazione nel contesto urbano, in particolare per rispondere alle esigenze della comunità universitaria e professionale, salvaguardando l’interesse pubblico alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali coinvolti.
La ricerca prende in considerazione le caserme quale categoria particolare di immobile urbano di pregio, originariamente pubblico e oggi potenzialmente interessato da fenomeni di disuso e/o abbandono a causa delle mutate esigenze istituzionali delle amministrazioni. Attraverso l’esame dei casi concreti presenti sul territorio e delle problematiche relative ai processi di dismissione e recupero, si punta ad offrire assistenza giuridica ai soggetti coinvolti nei differenti stadi di avanzamento dei percorsi di trasformazione che interessano questi peculiari siti: il ruolo del team di ricercatori sarà quello di facilitare il coordinamento tra investitori e P.A., nonché l’inclusione dei diversi stakeholder, consentendo di svolgere i programmi di investimento in un contesto di chiarezza e di maggiore efficienza dei profili tecnico-giuridici rilevanti.
L’attività di ausilio alla definizione dei percorsi di riutilizzo intende privilegiare forme di partenariato sostenibile pubblico-privato, in grado di rispondere alle necessità poste dal valore culturale dei siti interessati] e dalla vocazione universitaria della città, idonea a generare capitale umano ad elevato valore aggiunto; contribuire a una riconversione dei complessi immobiliari ispirata ai più avanzati modelli europei di integrazione tra forme moderne di sostegno all’abitare studentesco (o ulteriore residenzialità cd. speciale) e altri servizi per la formazione e l’innovazione; individuare gli schemi giuridici di utilizzo (e messa a reddito) meglio deputati a creare ecosistemi che favoriscano lo scambio tecnologico tra ricerca e mondo del lavoro, assecondando bisogni manifestatisi significativamente in occasione della crisi pandemica (es. spazi di coworking, incubatori di start-up e altri luoghi di aggregazione per studenti e giovani professionisti), nonché a garantire una effettiva valorizzazione culturale dei compendi. Con la restituzione delle stesse aree al tessuto urbano, i processi di trasformazione indagati garantiranno la conveniente fruizione degli spazi non esclusivi e, dunque, la contestuale funzione pubblica dei beni.

Robot Esocheletrico ELettro-IDraulico a basso costo per riabilitazione dell’arto superiore

I robot esoscheletrici sono robot la cui struttura è collocata in prossimità del corpo e degli arti dell’uomo. Recentemente sono stati studiati per diverse applicazioni tra le quali emerge quella della riabilitazione motoria post-trauma. In questo ambito sono stati sviluppati numerosi dispositivi basati su soluzioni elettromeccaniche diverse.
Nell’ambito del progetto ROBELID verrà sviluppato un robot esoscheletrico basato su un’attuazione elettroidraulica innovativa che fa uso di una Trasmissione Idrostatica a Membrana (TIM). Questa particolare implementazione consente di realizzare un robot con motori delocalizzati rispetto alla struttura rendendola leggera e quindi molto più sicura dell’interazione con l’uomo. Inoltre, la TIM permette di implementare un controllo molto accurato delle forze esercitate dal robot senza utilizzare sensori di forza (componenti costosi e fragili) consentendo di realizzare un sistema affidabile, a basso costo, senza compromessi sulle prestazioni.
La ricerca parte da un prototipo di esoscheletro semplificato dotato di un solo giunto robotico che è già stato sviluppato dal team. Questo primo prototipo, oltre a dimostrare come la TIM possa essere compatibile con questa applicazione, evidenzia come tale sistema meccanico non richieda precisioni produttive elevate (e quindi costi associati) tanto da poter essere costruito con comuni tecniche di manufacturing additivo.
L’obiettivo del progetto è quello di realizzare un sistema esoscheletrico di almeno 4 giunti attuati tramite TIM in grado di esercitare forze nel range di 10-50 N all’avambraccio dell’utente dimostrando la possibilità di implementare un esoscheletro robotico a basso costo senza compromessi sulle prestazioni in termini di accuratezza e ergonomia.
Il progetto prevede le seguenti fasi realizzative:
1. Progetto e realizzazione
La progettazione del nuovo esoscheletro robotico prevede lo studio della cinematica e dell’architettura di sistema privilegiando soluzioni che massimizzino ergonomia e comfort. Successivamente si prevede di passare alla progettazione di dettaglio meccatronica e alla realizzazione/integrazione del prototipo.
2. Controllo e dimostrazione
Il controllo del sistema robotico verrà sviluppato e una campagna di test di caratterizzazione del nuovo prototipo verrà condotta. Il progetto si concluderà con una dimostrazione di usabilità e uno studio di ingegnerizzazione.

Strategie Culturali a scala territoriale e interventi per la rigenerazione del centro storico di Montelupo Fiorentino

Fondazione Museo Montelupo, Museo della Ceramica e Comune di Montelupo F. hanno all’attivo da alcuni anni un programma di valorizzazione dei luoghi della ceramica e di rigenerazione urbana, riconoscendo nella cultura, e sue declinazioni, il volano per la crescita economica e sociale del territorio. Sono emerse l’esigenza di un’azione progettuale coordinata che tenesse insieme tutti gli elementi sparsi nel territorio e valorizzasse i beni materiali e immateriali e, registrato un impoverimento del centro storico di Montelupo, la necessità che fosse il borgo il principale destinatario delle prossime azioni di rigenerazione urbana: il primo tassello di un più ampio lavoro a scala territoriale. La soluzione è stata individuata nella possibilità di istituire il Parco culturale ceramico. Questo comprenderebbe tutto il territorio comunale, dai luoghi a vocazione culturale a quelli destinati alla formazione, includendo la possibilità di ampliamento e diversificazione delle formule ricettive e il potenziamento del distretto produttivo e creativo della ceramica. Il progetto StraCult Montelupo si articola in due parti. La prima è lo sviluppo di un masterplan generale per il Parco. Ciò implica una necessaria calibrazione delle possibili strategie di sviluppo, tali da considerare l’offerta culturale complessiva e gli impatti legati anche al potenziale attrattivo della Villa Medicea (Uffizi Diffusi). É quindi opportuno che il progetto consideri i vari scenari e appronti una strategia di tipo sostenibile, per evitare prevedibili operazioni di mercificazione dei luoghi e il degrado del tessuto urbano e sociale. La seconda parte del progetto riguarda la rigenerazione del centro storico. Sebbene il contesto montelupino non si presenti come una realtà sociale degradata, il nuovo sviluppo urbano e le dinamiche socio-economiche dell’empolese hanno determinato il lento ma progressivo svuotamento del borgo, creando dei micro-vuoti urbani. In questo scenario, il centro storico è stato individuato come principale destinatario delle prossime azioni di rigenerazione urbana da attuare attraverso il recupero dell’area del Palazzo Podestarile, oggi parzialmente dismessa, e la sua conversione in un centro culturale. L’area, con spazi per laboratori per artisti ospiti, mostre ed eventi, intende tornare ad essere di nuovo luogo di aggregazione e di produzione culturale e, in sinergia con gli altri punti del sistema del Parco, innescare una dinamica virtuosa per la rinascita del borgo.

Nanoparticelle e nanodispositivi per la rigenerazione nervosa indotta da stimoli meccanici

Le lesioni spinali traumatiche (spinal cord injury, SCI) hanno conseguenze fisiche, emotive ed economiche devastanti per i pazienti, le loro famiglie e gli operatori sanitari. Inoltre, la SCI è un grave problema di salute pubblica, con un’incidenza che varia da 3,6 a 195,4 pazienti per milione in tutto il mondo . La causa principale di SCI in tutti gli stati sono gli incidenti stradali (35% -55%), le cadute (20% -50%), violenza (2% – 10%) e sport / ricreazione (1% -30%), a seconda dell’area geografica1. Secondo le buone pratiche correnti, il trattamento della SCI è tipicamente basato su una combinazione di terapie come trapianti di cellule, somministrazione di fattori neurotrofici, eliminazione di molecole inibitorie e stimolazione elettrica dei circuiti spinali ma i risultati di recupero funzionale ad oggi non sono ancora soddisfacenti.
Recentemente la forza meccanica è emersa come un potente regolatore di crescita assonale e il processo di crescita assonale indotto da stimoli meccanici è indicato come stretch-growth. Tuttavia, l’uso della forza meccanica, da sola o in combinazione con altri approcci, per accelerare il processo di rigenerazione spinale, non è mai stata studiata a causa della mancanza di metodologie per indagare l’effetto della forza su modelli preclinici. Recentemente, il nostro gruppo ha sviluppato un metodo non invasivo basata su nanotecnologie per indurre stretch-growth. Abbiamo validato questa tecnologia su culture di neuroni isolati da topo, dimostrando la capacità di indurre allungamento assonale, ramificazione dei processi e maturazione sinaptica. Partendo dalle conoscenze maturate negli studi pregressi, il presente progetto ha come obiettivo di sviluppare nanostrutture e nanosdispositivi compatibili con la sperimentazione animale allo scopo di validare la stretch-growth come strategia terapeutica per curare lesioni spinali.

Nanobiosensori nella medicina di precisione

Questo progetto unisce due organizzazioni con competenze complementari al fine di portare un contributo a due degli snodi cruciali della transizione dall’evidence based medicine alla medicina di precisione, con particolare attenzione alla diagnostica. Elementi essenziali di questa transizione sono l’abbandono della standardizzazione dei protocolli terapeutici a favore di trattamenti personalizzati, e una definizione di questi trattamenti in base alle caratteristiche molecolari sia della patologia, sia del paziente. I proponenti individuano quali elementi essenziali di questa nuova medicina le tecnologie omiche e di imaging avanzato che consentono la profilazione di patologia e paziente, e la rivelazione ultrasensibile dei segnali molecolari caratteristici delle diverse patologie. Unendo le competenze su nanotecnologia, bioinformatica e data science della Classe di Scienze della Scuola Normale Superiore, e quelle su scienze omiche, imaging avanzato e bioinformatica di Fondazione Pisana per la Scienza ONLUS, in questo progetto sono aggrediti due snodi centrali della transizione verso la medicina di precisione:
(i) rendere accessibile l’analisi delle grandi masse di dati prodotte dai processi di profilazione molecolare di pazienti e patologie attraverso la messa a punto di sistemi di visualizzazione avanzata che consentano l’utilizzo di questi dati da parte di personale medico privo di specializzazione in bioinformatica e
(ii) mettere a punto sistemi innovativi per la diagnostica molecolare ad alta sensibilità implementando un’architettura innovativa ingegnerizzata per disassemblarsi in modo irreversibile a seguito dell’interazione con il biomarcatore di interesse.
Su questi due filoni saranno formati e resi protagonisti due figure di ricercatrice/ricercatore che potranno utilmente contribuire alla Roadmap 4.2 individuata da Regione Toscana e trovare occupazione sia nelle imprese del settore biomedico, sia nel mondo della ricerca grazie all’attualità e strategicità delle professionalità acquisite.

Applicazione di reti neurali profonde per il miglioramento di immagini ecografiche

L’ultrasonografia in campo biomedico rappresenta una metodologia rilevante, per efficacia diagnostica, non invasività, versatilità e costi. E’ una tecnica in evoluzione con un mercato molto competitivo. La ricerca è rivolta al miglioramento della qualità diagnostica di questo strumento attraverso la realizzazione di metodi per l’elaborazione delle immagini. Un’applicazione di approcci tipici dell’intelligenza artificiale (IA) che promettono di superare alcuni limiti degli approcci convenzionali per la riduzione di artefatti, quali la non semplice ottimizzazione dei parametri dei filtri e la non generalizzabilità all’elaborazione di immagini di diversi distretti corporei o con diverse sonde.
Il progetto Neur-Eco si propone di sviluppare un approccio integrato che permetta di valutare comparativamente approcci classici e approcci basati su reti neurali profonde al fine del miglioramento della qualità delle immagini ecografiche.
Un obiettivo del progetto sarà quello di realizzare un filtro basato su reti neurali di tipo convolutivo in grado di supportare l’analisi dell’immagine in modo diverso a seconda del distretto anatomico ispezionato. Una struttura capace di adattarsi alla specificità dei dati in ingresso, quale una basata su metodiche di IA, ha la potenzialità di ottenere un processing ottimale al variare dell’input scelto e generalizzabile a diversi livelli di rumore. A tale scopo, dovranno essere identificate le immagini più idonee per l’addestramento, anche tramite simulazioni e l’ottimizzazione di tecniche convenzionali di elaborazione.
Un altro obiettivo riguarda lo sviluppo di reti di tipo innovativo che possano integrare le conoscenze a priori sulle caratteristiche delle strutture di interesse e del rumore. Tale approccio, che attualmente è implementabile in reti che fanno uso delle wavelet frames, è un promettente strumento per l’analisi multi-risoluzione delle immagini, e rappresenta inoltre un cambio di paradigma rilevante. Infatti, le reti sviluppate in questo modo non vengono più viste come modelli a scatola nera, ma possano essere meglio caratterizzati e progettati in modo più efficiente. Le metodologie sviluppate in Neur-Eco sono altamente innovative, destinate a svilupparsi e integrarsi nei sistemi di imaging.
Il progetto rappresenterà un momento significativo di collaborazione e trasferimento tecnologico tra università e azienda che potrà avere ricadute sul livello di occupazione della Regione.

Stampa Diretta Di Metallo Su Scala Micrometrica Per La Realizzazione Di Microsensori Di Gas E Componenti Elettronici Di Nuova Generazione

Il progetto ha come obiettivo la progettazione, realizzazione e testing di una nuova generazione di microsensori per monitoraggio ambientale e componenti elettronici per il trasferimento wireless dell’informazione ottenuti per stampa 3D di metallo su scala micrometrica e submicrometrica ed eventuale, successiva, conversione in ossido metallico.
Il progetto è basato sull’unicità della microstampante Exaddon del Centro per l’Integrazione della Strumentazione Scientifica dell’Università di Pisa (CISUP), al momento ve ne sono 2 installate in Europa, 1 in Italia presso il CISUP, che permette la stampa 3D di strutture in metallo (anche di diverso tipo) fino alla microscala, aprendo nuove opportunità nell’ambito dell’additive manufacturing per la progettazione e realizzazione di nuovi microsensori e componenti elettronici (e non solo) non altrimenti realizzabili.
Oggetto del progetto sono, la stampa di matrici 1D e 2D di sensori di gas per il monitoraggio di inquinanti ambientali, quali NOx e composti volatili (VOCs); la stampa di componenti elettronici per la trasmissione wireless del segnale (e dell’informazione in genere), p.e., microinduttori, trasformatori, microantenne. I componenti stampati, dopo una prima fase di caratterizzazione in laboratorio, verranno integrati con i circuiti di pilotaggio/lettura e impiegati in uno dei prodotti commerciali di Colorobbia, partner industriale del progetto, per il monitoraggio della qualità dell’aria in ambiente domestico.
Colorobbia ha, infatti, interesse specifico nello sviluppo e commercializzazione di sensori di gas nanostrutturati con trasferimento wireless dell’informazione per applicazioni di monitoraggio ambientale, da integrare all’interno di alcuni prodotti già in commercio che sfruttano nanomateriali per la purificazione dell’aria in ambienti domestici e non, quali ad esempio il Brid Air Purifier (https://eu.brid.com/products/brid-air-purifier).

BOBOLI PER NOI. Il Piano per l’accessibilità del Giardino di Boboli e del Giardino delle Scuderie Reali, Firenze

Il progetto di ricerca si colloca tra gli studi rivolti ad individuare strategie e soluzioni operative per migliorare l’accessibilità al patrimonio culturale nel rispetto dei valori storici e sociali che esso esprime. In particolare, è finalizzato ad elevare il grado di accessibilità ai luoghi, ai servizi e ai contenuti culturali del Giardino di Boboli – dal 2013 patrimonio mondiale dell’umanità (“Ville e giardini medicei”) – e del Giardino delle Scuderie Reali, che ne costituisce la sua preziosa appendice e la proiezione verso il Viale dei Colli. Tale obiettivo è coerente con le riflessioni sviluppate nell’ambito della cultura del restauro che considerano l’accessibilità come una delle principali qualità di un accurato progetto di conservazione. Le istanze della salvaguardia del patrimonio culturale e quelle della sua fruibilità, d’altra parte, sono entrambe contemplate nella nostra Costituzione e trovano una sintesi nel concetto di “valorizzazione”, così come definito nell’aggiornamento (2008) del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
L’esigenza di correlare e armonizzare l’accessibilità e la promozione della cultura alla salvaguardia del patrimonio culturale richiede una visione comprensiva della realtà. Da un lato, è necessaria una rigorosa conoscenza del contesto di intervento e dei suoi valori, tangibili e intangibili; dall’altro, occorre una comprensione profonda delle esigenze e delle aspettative degli utenti, a partire da quelle espresse dalle persone deboli e disabili. Solo a questo punto potranno essere messi in atto i più efficaci interventi di adeguamento/riqualificazione (di tipo organizzativo-gestionale – anche mediante ICT – e/o di tipo architettonico). Per coniugare queste istanze in forma equilibrata, occorre uno strumento guida coerente con le risorse disponibili/prevedibili e basato su fasi coordinate:
(1) Conoscenza dei luoghi,
(2) Rilievo dei problemi di accesso,
(3) Programmazione degli interventi,
(4) Progettazione degli interventi, e
(5) Monitoraggio del processo e degli esiti.
Il ‘prodotto’ atteso è il Piano per l’Accessibilità del Giardino di Boboli e del Giardino delle Scuderie Reali, un programma strategico di medio-lungo periodo finalizzato a migliorare l’accessibilità dei siti mediante una serie di azioni coerenti cadenzate nel tempo.
Si tratterebbe di un’esperienza di ricerca originale e unica nel suo genere i cui esiti potrebbero essere utilmente trasferiti ad altri giardini e parchi storici della Toscana.

Applicazioni di sensOristica da dRone per la diagnostica non invasiva dei BenI culTurALi

Lo scopo del progetto è la progettazione, messa a punto, sperimentazione e finalizzazione di un sistema di indagine da piattaforma aviotrasportata (UAV, Unmanned aerial vehicle), ai fini del miglioramento della diagnostica e conservazione dei Beni Culturali Architettonici.
Il drone utilizzato è Saturn, interamente progettato e costruito dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze. Tale drone è leggero, modificabile per ogni esigenza e in grado di operare in scenari complessi o in condizioni atmosferiche sfavorevoli ed ha la possibilità di riconfigurare i motori in volo in caso di emergenza, caratteristiche che lo rendono sicuro e particolarmente adatto al sorvolo di aree urbane o siti di interesse culturale. Saturn è equipaggiabile con varie tipologie di sensoristica remote sensing: in particolare per questo progetto si propone l’impiego dei seguenti strumenti: iperspettrale, con la nuova camera HYDRACAM (HYperspectral DRone Advanced CAMera) sviluppata dal Dipartimento di Scienze della Terra-UNIFI e dal Dipartimento di Fisica-UNIFI; multispettrale; termografico e LiDAR.
Il progetto si propone di fornire uno strumento innovativo per il supporto al quadro conoscitivo sullo stato di conservazione relativo a manufatti architettonici e al loro contesto urbano (costruito e reti stradali), in modo speditivo e da remoto, superando i limiti di tecniche diagnostiche tradizionali che richiedono l’accesso diretto al Bene. Il sistema di acquisizione da drone integrato con tecnologie remote sensing potrà essere impiegato per il monitoraggio prima e dopo gli interventi di restauro, per la mappatura e la classificazione del biodegrado, dell’umidità e degli effetti dell’inquinamento sui manufatti architettonici e per la mappatura delle sostituzioni dei materiali originari delle pavimentazioni di interesse culturale.
Le informazioni acquisite permetteranno di ottenere un quadro conoscitivo completo delle problematiche sotto forma di modelli interrogabili e sovrapponibili in 3D, facilmente gestibili a diversi livelli e operativamente spendibili per le finalità di analisi e monitoraggio di ogni Bene Culturale in esame.

Noise Recognition By blg data Elaboration

Le misure di rumore per la valutazione dell’inquinamento acustico prevedono la raccolta continua di livelli sonori per intervalli che possono arrivare anche a tre settimane. La normativa prevede che tali dati vengano depurati da eventi spuri non riconducibili alla sorgente in esame. Al momento tale riconoscimento viene svolto da personale qualificato con notevole dispendio di tempo e costituisce un limite serio alle attività di monitoraggio. Il progetto si propone di sviluppare algoritmi per il riconoscimento automatico di tali eventi, la loro ottimizzazione e la loro implementazione con costi ridotti a bordo delle centraline di misura. Una fase ulteriore del progetto prevede l’individuazione di sorgenti non ancora catalogate, per una più completa descrizione del clima acustico e come contributo al miglioramento delle norme che regolano l’inquinamento acustico. Il lavoro sfrutterà dati disponibili e dati da raccogliere in collaborazione con il partner, attraverso campagne di misura mirate alla acquisizione di eventi sonori per il training e la validazione dei risultati ottenuti dalla rete neurale che sarà alla base del metodo.
Il progetto sarà configurato in maniera tale da sfruttare i dati provenienti da una rete diffusa di fonometri, quale potrebbe essere quella di una smart city. L’altro obiettivo del sistema consiste nel facilitare l’analisi di dati di rumore per “citizen scientist” che sfruttano il loro telefono per raccogliere dati oppure contribuiscono alla raccolta di dati ospitando moduli fonometrici di modeste dimensioni e costo.

Digitalizzazione e analisi integrata del patrimonio osteoarcheologico della Toscana (Province di Pisa e Livorno)

I reperti umani antichi rappresentano la forma più tangibile e diretta per comprendere lo stile di vita e lo stato di salute delle comunità del passato, un vero e proprio archivio biologico di informazioni, ma troppo spesso sussistono notevoli problematiche per quanto riguarda la localizzazione, conoscenza, reperibilità dell’accesso ai materiali scheletrici stessi.
La documentazione lacunosa spesso infatti impedisce agli organi di ricerca e tutela di dare effettivo rilievo a questo patrimonio culturale e, soprattutto, di mettere a punto strategie progettuali integrate.
OsteoDigiT ha lo scopo di aumentare la conoscenza e dunque la valorizzazione e la fruibilità delle collezioni osteoarcheologiche umane presenti in Toscana, in sinergia con gli operatori della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, attraverso un progetto di ricognizione, catalogazione, digitalizzazione e realizzazione di un database open access che permetta un’effettiva e unificata conoscenza circa la loro localizzazione, contestualizzazione archeologica, stato di conservazione, nonché la libera fruizione delle informazioni.
Gli strumenti di digitalizzazione open source, con la creazione di un database osteologico, rappresenta lo strumento attraverso il quale si potrà contribuire a preservare e diffondere i dati in modo veloce, facile ed economico e favorire la condivisione di informazioni e la realizzazione di analisi altamente specializzate.
Il progetto infatti offre l’opportunità di effettuare indagini paleonutrizionali sulle comunità toscane del passato, con riferimento alla Tarda Antichità (IlI-VII AD), un periodo contraddistinto da intense trasformazione politiche, economiche, sociali e ambientali e per il quale ad oggi le informazioni sono estremamente scarse.
Le analisi chimiche, che consentiranno di ricostruire la dieta e le abitudini alimentari di queste comunità, verranno effettuate in collaborazione con il partner straniero, il prestigioso Max Planck Institute for the Science of Human History di Jena (Germania).
La linea di intervento di OsteoDigiT si traduce dunque come una sfida che possa promuovere la realizzazione di soluzioni pratiche, organizzative e tecnologiche per la gestione, la ricerca e l’innovazione relativa al patrimonio osteoarcheologico umano delle province di Pisa e Livorno, così prezioso per la conoscenza del nostro passato.

PATTERN AND ANOMALY DISCOVERY

Le Utilities, siano esse del settore Gas, acqua o power, hanno una mappa applicativa molto eterogenea costituita dall’ERP per l’automazione dei processi di business, piattaforme per la gestione degli smart meter, portali web per l’interazione con gli utenti finali, applicazioni mobile per l’automazione degli interventi in campo e molte altre ancora.
Una naturale conseguenza è che ogni giorno vengono raccolte grandi quantità di dati, tra i quali quelli relativi alla diagnostica dei contatori, all’operatività degli operatori di campo, ai consumi dei clienti finali.
Molto spesso questi dati vengono raccolti per esigenze normative o di diagnostica, ma quasi mai sono usati con lo scopo di offrire valore alle Utilities stesse o ai loro clienti finali.
L’obiettivo generale del progetto PAD è quindi quello di analizzare questa quantità enorme di dati al fine di trovare correlazioni (più o meno nascoste) e/o anomalie per offrire un servizio migliore ai clienti finali, che quindi avrebbero un’offerta calata sulle loro specifiche necessità, e per efficientare al massimo i processi di business delle società di distribuzione e vendita.
Due tipologie principali di dati verranno prese in considerazione nel progetto: dati provenienti da documenti commerciali relativi a clienti e dati provenienti da sistemi di misura di consumi. Esempi del primo tipo di dato sono le fatture commerciali emesse da aziende fornitrici dei servizi nei confronti degli utenti finali, mentre nel secondo caso si ha a che fare con dati di dettaglio di consumo ottenuti a partire da contatori di ultima generazione.
Le informazioni relative ai documenti commerciali sono di interesse per identificare le caratteristiche dei consumi di un potenziale cliente che potrebbe essere interessato a cambiare gestore dei servizi. Tra le difficoltà relative all’estrazione di informazioni da tali documenti possiamo indicare l’assenza di formati standardizzati e la necessità di elaborare sia documenti digital born (PDF) che digitalizzati (anche per mezzo di cellulari o altri dispositivi mobili).
I dati che è possibile estrarre da contatori di ultima generazione sono tipicamente numerici ed hanno una numerosità molto alta. Ad esempio, i contatori di consumo elettrico possono misurare, memorizzare e poi trasmettere ai server dell’azienda dati a granularità quartoraria con la conseguenza che una media azienda di distribuzione può raccogliere milioni di valori di consumo ogni giorno.

Letture pER TE

Sempre di più la pratica della lettura si accompagna ad una attività di condivisione collettiva delle esperienze di lettura. Emozioni, conoscenze e consigli vengono sempre più spesso condivisi da lettori comuni e professionisti su siti web e social media specializzati, quali ad esempio Goodreads, aNobii, TuttoLibri, La Lettura. Partendo da questi presupposti, il progetto “LettERE – Letture pER TE” si propone di sviluppare un sistema di raccomandazione in grado di fornire consigli di lettura personalizzati sulla base delle competenze linguistiche e degli interessi del lettore definiti a partire dalle recensioni dei libri che il lettore stesso dichiara di aver letto e apprezzato in passato. La finalità del progetto è pertanto quella di costruire un percorso di avvicinamento graduale e personale al libro che permetta di stimolare e promuovere l’abitudine alla lettura. A questo scopo saranno impiegati metodi di estrazione di informazione dal testo basati su tecnologie avanzate di Natural Language Processing, di profiling linguistico e tecniche di Data Analytics. Tali metodi saranno impiegati per analizzare vaste quantità di recensioni di libri selezionati dai lettori e presenti in siti web e social media dedicati. Le recensioni saranno usate come fonte per estrarre informazioni utili alla definizione del modello di profilazione del lettore e includeranno, ad esempio: il contenuto della recensione, il genere del libro recensito, il livello di gradimento espresso, ma anche caratteristiche socio-demografiche dei recensori (quali genere, età, livello di scolarizzazione, possibili difficoltà dovute a disabilità visive, linguistiche ecc.) desunte dalla forma linguistica della recensione scritta.
Il modello di profilazione così concepito sarà integrato in una piattaforma web in grado di proporre all’utente suggerimenti di lettura personalizzati a partire dai parametri estratti dalle recensioni di riferimento. Le letture proposte saranno ordinate per prossimità rispetto agli interessi del singolo lettore, alle sue competenze linguistiche e tenendo in considerazione la presenza di eventuali disordini sensoriali e intellettivi-cognitivi.

LETTURA E INCLUSIONE. IL PLURILINGUISMO NELLA SOCIETÀ

ll progetto prende in esame le pratiche di lettura in un contesto, quale quello della città di Prato, caratterizzato da una forte impronta multietnica. Il Comune di Prato ha costruito negli anni strumenti e servizi in risposta a questo contesto attraverso il Servizio immigrazione, che opera anche nelle scuole con il supporto di mediatori linguistico-culturali e facilitatori linguistici, e la Biblioteca comunale Lazzerini / Polo regionale di documentazione interculturale, tra le prime biblioteche in Italia ad aver arricchito le proprie raccolte con libri] nelle lingue delle principali comunità di migranti presenti sul territorio.
Il progetto, partendo da queste esperienze, intende prendere in esame l’impatto che le raccolte in lingua presenti nella biblioteca e servizi come lo Scaffale circolante – nato nel 2006 e dal 2015 esteso anche alla carceri toscane – hanno prodotto sulle pratiche di lettura e sulla fruizione della biblioteca da parte delle comunità immigrate presenti nel territorio. Obiettivo del progetto è, attraverso l’analisi di dati rilevati, individuare eventuali potenzialità e criticità e proporre nuove politiche, servizi e strumenti per raggiungere quei pubblici che erano già socialmente ed economicamente fragili, ma lo sono ancora di più oggi a causa della pandemia. Un ulteriore obiettivo del progetto è quello di favorire tra i cittadini un’apertura verso lingue e culture diverse rendendoli consapevoli dei vantaggi del bi-plurilinguismo.
Il progetto risponde agli impegni e agli obiettivi del Patto regionale per la Lettura in Toscana, che riconosce la lettura come uno strumento indispensabile per esercitare una cittadinanza responsabile e come fattore di coesione e inclusione sociale, di una nuova idea di cittadinanza, basata su una società democratica, più libera, aperta, creativa e consapevole.
Il progetto potrà interagire con tutto il territorio regionale dove sono attivi servizi dedicati alle comunità immigrate e potrà quindi essere replicato in altri contesti.

Metodi di Allenamento Integrato per Ottimizzare il Rendimento psico-fisico negli Atleti professionisti

Il progetto di ricerca MAIORA mira a sviluppare innovativi metodi per il miglioramento del rendimento psicofisico di atleti professionisti che sfruttano l’impiego di tecniche di monitoraggio e allenamento basate sui i più recenti avanzamenti nell’ambito delle neuroscienze cognitive e dello sport. Il progetto nasce da una stretta collaborazione tra il Molecular Mind Lab (MoMiLab) della Scuola IMT (OR) e Formula Medicine s.r.l., che hanno insieme già dimostrato come la performance degli atleti professionisti dipenda in larga misura dal rendimento mentale, e non solo da quello fisico. Gli atleti di successo possiedono infatti un’estrema efficienza cerebrale, che permette loro di eseguire compiti difficili con il minimo dispendio energetico mentale, anche in situazioni di forte pressione psicologica. L’obiettivo finale del presente progetto è quello di implementare un prodotto per l’allenamento mentale in grado di fornire ad atleti professionisti un prezioso feedback in tempo reale che consenta lo sviluppo di strategie per la gestione dello stress psicofisico e l’ottimizzazione delle prestazioni. Una fase preliminare del progetto sarà dedicata alla progettazione di protocolli sperimentali che consentano di identificare un insieme di misure fisiologiche in grado di offrire un “readout” di livello di attenzione, efficienza cognitiva e capacità di gestire lo stress da parte dell’atleta durante lo svolgimento di difficili compiti psicomotori, ma anche di prevedere alterazioni delle prestazioni, deficit cognitivo-attentivi, o aumenti di affaticamento mentale. Tali protocolli prevederanno la registrazione non invasiva di più segnali fisiologici centrali e periferici, selezionati sulla base della letteratura scientifica, tra cui elettroencefalografia, elettrocardiografia, elettrooculografia, elettromiografia, fotopletismografia e conduttanza cutanea. Mediante tecniche di intelligenza artificiale saranno in seguito identificati i parametri psico-fisiologici maggiormente predittivi del rendimento dell’atleta e saranno sviluppati software automatizzati in grado di analizzare in tempo reale i parametri selezionati. Le metodologie così definite verranno implementate in una “stazione” di mental training in grado di fornire all’atleta un feedback sul suo rendimento. Le prestazioni del sistema verranno infine valutate longitudinalmente in un gruppo di atleti professionisti.

Metodi computAzionali innovativi peR sistEmi Acquatici intelligenti

La continua crescita di tecnologie computazionali d’avanguardia necessita sempre più spesso di tecnologie avanzate in grado di promuovere lo sviluppo di ambienti di calcolo ad alta qualità. Un elevato grado di flessibilità diventa quindi necessario per soddisfare le esigenze dei servizi moderni e le loro applicazioni in tempo reale. In questo contesto di riferimento, la varietà di modelli numerici e computazionali coinvolti nella progettazione di sistemi autonomi dovrebbe essere in grado di fornire una rappresentazione adeguata nelle diverse fasi del processo di elaborazione. Il progetto ha come obiettivo la realizzazione di un ambiente di sviluppo volto ad integrare metodi moderni di calcolo con schemi di modellizzazione e approssimazione flessibili per ottenere simulazioni accurate, efficienti e robuste. Nell’ottica di un obiettivo così ambizioso, il piano di lavoro si focalizza su sistemi autonomi in ambienti acquatici, creando connessioni con opportune applicazioni di apprendimento automatico. In particolare, il progetto fornirà una piattaforma versatile per la pesca innovativa, basata su boe robotiche avanzate supportate da moderni modelli geometrici e metodi computazionali dedicati alla guida di sistemi autonomi. L’idea alla base del progetto è quella di sfruttare boe intelligenti dotate di sistema di posizionamento dinamico per richiamare, durante la notte, attraverso emissioni di luce banchi di pesce azzurro (alici, sardine, sgombri, etc). Questa moderna tecnica “della lampara” sarà resa innovativa attraverso l’analisi di immagini visive e/o acustiche che forniranno una diretta indicazione della quantità di pesce richiamato, favorendo i pescatori nella pianificazione della raccolta. Da un punto di vista tecnologico, il progetto svilupperà sistemi innovativi di guida e posizionamento dinamico basati su curve ad elevata regolarità affrontando tematiche complesse come quella della ripianificazione continua di traiettorie per sistemi autonomi. Le attività di ricerca, su questo fronte, seguiranno un approccio interdisciplinare volto a promuovere l’integrazione di costruzioni spline avanzate con tecniche di apprendimento automatico. Le proprietà geometriche e numeriche degli schemi realizzati saranno sfruttate per adattarsi al flusso di dati in ingresso (ad es., posizioni, orientazioni, vincoli temporali e spaziali) e ottenere moduli di guida autonoma ottimali, anche per applicazioni in tempo reale.

METAsuperfici per appLicazioni ottichE: NanoTecnologie dalla ricerca all Industria

Le metasuperfici sono superfici rivestite con arrays di strutture dielettriche o metalliche di dimensioni sub micrometriche, concepite per dare origine ad effetti di diffusione coerente di un’onda elettromagnetica incidente, impartendo al fronte d’onda riflesso o diffuso dalla metasuperfice la forma desiderata, in dipendenza dalla direzione di incidenza e della lunghezza d’onda.
Questo nuovo approccio permette di realizzare elementi ottici con spessore inferiore alla lunghezza d’onda, le cosiddette metalenti. | risultati della ricerca indicano che queste tecnologie permettono di realizzare componenti ottici con proprietà inusitate (non replicabili con tecnologie ottiche tradizionali), e con spessori e ingombri estremamente ridotti.
Sebbene allo stato attuale il TRL (Technical Readiness Level) di queste tecnologie sia relativamente basso (4-5) si ritiene che nei prossimi anni esse avranno effetti dirompenti nell’ambito delle tecnologie ottiche e delle loro applicazioni, in ambiti quali ad esempio: elettronica di consumo, sensoristica per varie ‘applicazioni (es. monitoraggio ambientale, processi industriali), settore aerospaziale.
Il progetto mette in collaborazione l’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, con Leonardo SpA, grande industria del settore aerospaziale e difesa, con due obbiettivi principali:
– individuare effettive possibilità applicative di queste nuove tecnologie in specifici casi di interesse industriale;
– delineare le modalità di implementazione industriale delle tecnologie e dei processi produttivi necessari.
Più in dettaglio, verranno individuate, nell’ambito dei dispositivi ottici prodotti o progettati da Leonardo, i casi applicativi ove si ritiene di ottenere i vantaggi più rilevanti da questa nuova tecnologia (es. significativi miglioramenti delle prestazioni, riduzione di pesi o ingombri, notevole miglioramento delle caratteristiche di resistenza, o la riduzione di dipendenze strategiche nell’approvvigionamento di componenti critici). Inoltre verranno analizzate le varie tecnologie realizzative, con l’obbiettivo di individuare quelle più agevolmente implementabili in ambito industriale per le applicazioni.
Il destinatario dell’Assegno di ricerca avrà l’opportunità di acquisite una professionalità in un ambito ‘assolutamente innovativo, che coniuga lo sviluppo di nanotecnologie allo stato dell’arte con lo specifico orientamento all’applicazione industriale.

Sviluppo di consorzi microbici ad azione biostimolante per l’aumento della resistenza allo stress idrico delle colture agrarie e il miglioramento della qualità delle produzioni

E’ stato recentemente dimostrato che consorzi microbici sintetici possono essere proficuamente utilizzati come biostimolanti in agroecosistemi sottoposti a pratiche agronomiche intensive che hanno ridotto l’abbondanza e la diversità del macrobiota del suolo.
Tuttavia, la complessità del sistema pianta-suolo-inoculante aumenta in modo esponenziale con l’incremento della diversità degli organismi del consorzio microbico. Pertanto l’implementazione di successo dei consorzi microbici dipende dalla nostra comprensione delle interazioni dei microrganismi tra loro e con le piante ospiti.
Il progetto MICROBIOS ha come obiettivi generali lo sviluppo di biostimolanti a base di consorzi polimicrobici e la valutazione della loro efficacia nell’aumentare la resistenza delle colture allo stress idrico e nel migliorare la qualità delle produzioni. Le colture modello saranno mais e pomodoro. Saranno isolati nuovi ceppi batterici e fungini, ed utilizzati, dopo attenta valutazione delle principali proprietà biostimolanti, per la costruzione di biostimolanti efficaci. In questo modo, saranno disegnati consorzi per la concia del seme e per la concia di carrier, come biochar, digestato, chitosano e zeolite. Uno studio approfondito sui materiali adesivanti di origine naturale sarà eseguito. I nuovi formulati, semi e carrier conciati con consorzi polimicrobici, saranno testati in primis in cella climatica nelle prime fasi di sviluppo vegetativo di mais e pomodoro, rispettivamente, e saranno valutati i principali parametri fisiologici, biochimici e molecolari di risposta allo stress idrico, come pure la colonizzazione dei microorganismi nella rizosfera ed endosfera. Infine, i semi di mais conciati, almeno cinque prodotti, saranno valutati in pieno campo attraverso le determinazioni precedentemente descritte nello stadio vegetativo, in fioritura e maturazione. Infine, pomodoro e lattuga saranno inoculati con cinque dei migliori carrier conciati e poi le plantule saranno trapiantate in pieno campo a confronto con controlli non inoculati. Anche su tali colture saranno determinati i principali caratteri fisiologici, biochimici e molecolari di risposta allo stress idrico e la colonizzazione radicale. Pertanto il progetto MICROBIOS sarà in grado di rispondere alla domanda tecnologica e al fabbisogno innovativo delle aziende agricole toscane e delle imprese produttrici di biostimolanti per l’incremento della loro competitività sui mercati nazionali e internazionali.

TECNICHE DI MACHINE LEARNING PER IL RICONOSCIMENTO DELLE CORRELAZIONI TRA VARIAZIONE PUPILLARE E SEGNALE EEG

Le alterazioni dello stato di coscienza sono condizioni legate alla perdita più o meno transitoria della consapevolezza di sé stessi e dell’ambiente circostante, che vanno dalla confusione fino a stati più gravi di coma. Il coma è una condizione di alterazione dello stato di coscienza che può essere o meno reversibile. Alcuni parametri fisiologici vengono usati nella clinica per valutare la profondità del coma o la sua reversibilità. Tra questi i principali sono l’EEG e la valutazione dei riflessi pupillari (pupillometria), entrambi si basano sull’esperienza clinica dell’operatore, sulla formazione specialistica e richiedono strumenti non accessibili in tutte le strutture ospedaliere. Spesso le indicazioni sullo stato di coscienza richiedono numerose consulenze neurologiche con prolungamento delle degenze nelle terapie intensive. Da feedback clinici è emersa la mancanza di uno strumento per la valutazione dei livelli di coscienza di pazienti in rianimazione e il loro monitoraggio durante lo stato di coma. Ad oggi non esistono strumenti con caratteristiche di affidabilità e riproducibilità, in grado di suggerire al clinico il livello del coma o di minima coscienza del paziente infatti tale operazione è delegata a manovre semeiologiche cliniche che sono di per sé soggette a variabilità individuale ed esperienza diretta del medico. L’idea del progetto nasce dal bisogno di valutare il livello di coscienza di un soggetto, con l’obiettivo di automatizzare il monitoraggio soprattutto per le persone in stato di coma. La ricerca di indicatori riproducibili ed affidabili è indispensabile per questo tipo di pazienti. La mancanza di un indicatore temporale in grado di fornire la fluttuazione dello stato di coscienza del paziente, non permette al clinico di avere un ampio quadro clinico ma di fare solo una valutazione istantanea di massima. L’obiettivo finale della ricerca è quello di realizzare una soluzione che permetta una tracciatura temporale e continua dei dati per permettere ai clinici di monitorare in tempo reale, e non necessariamente in presenza ma anche da postazioni remote, lo stato di coscienza di pazienti e fare diagnosi con il supporto di informazioni oggettive ottenute grazie all’impiego di tecniche di intelligenza artificiale ed avere un piano clinico ampio per tutte quelle persone che sono affette da disturbi di coscienza.

MOdelli di Business e supplY chain circolari per il Design rIgenerativo di cicli Chiusi del pacK

Il presente progetto si pone come macro-obiettivo quello di supportare la creazione di un sistema socio-economico regionale e nazionale più resiliente rispetto al ciclo dei cartoni per bevande, andandone a supportare una idonea chiusura coerente con i principi di circolarità rigenerativa e di neutralità climatica, come richiesto dalle più recenti linee di indirizzo a livello europeo. Il cartone per bevande è solitamente un sistema di imballaggio costituito da più strati per alimenti, difficilmente sostituibile per le sue proprietà di conservare gli alimenti per lunghi periodi preservandone le proprietà nutrizionali ed il sapore, ed ampiamente utilizzato in tutto il mondo (gli esempi più comuni di poliaccoppiati sono quelli comunemente definiti Tetra Pak). La natura complessa dello stesso però fa sì che ogni anno, quasi 1,5 miliardi di contenitori vengano ancora inviati ad incenerimento o in discarica. Gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni hanno permesso di evidenziare come il riciclo del cartone per bevande nelle sue diverse frazioni risulti oggi possibile (recupero della parte cellulosica, ma anche delle frazioni in plastica/alluminio), ma sono diversi i leakeges ancora presenti che ne ostacolano una “virtuosa ed efficace” chiusura: in particolare, a livello (1) delle singole imprese (sia produttrici che riciclatrici, sia distributrici che utilizzatrici); (2) dei soggetti coinvolti nella fase di raccolta ed avvio a recupero/riciclo; (3) degli attori pubblici (es. public decision makers, altro) e (4) delle altre categorie di stakeholder interessate/coinvolte (es. consumatori, cittadini, utenti finali, altro). Il presente progetto, partendo dallo sviluppo di un “case-study multiplo” attraverso cui comparare gli approcci di circolarità oggi in essere per la chiusura della presente filiera, vuole sviluppare idonei strumenti in grado di supportare il “superamento” delle criticità sopra-indicate: in particolare, strumenti in grado di favorire l’adozione di “Circular Business Models” (CBMs) da parte delle singole imprese, di modelli di “Circular Supply Chain Management” (CSCM) a livello di filiera e di sistemi di raccolta funzionali all’avvio del recupero/riciclo di questa tipologia di imballaggio, oltre che di idonei strumenti che supportino attori pubblici e privati a “utilizzare” gli output derivanti da una chiusura del ciclo di questi imballaggi veramente “virtuosa ed efficiente”.

MUseum Digital Assistance

La pandemia ha prodotto profondi mutamenti nel settore culturale, spingendo verso la creazione di nuovi contenuti, la fruizione immateriale, la moltiplicazione delle piattaforme, la globalizzazione della platea, la ricerca di nuovi linguaggi, accelerando vertiginosamente percorsi iniziati prima.
Una piccola rivoluzione, che rimarrà anche dopo il COVID-19, per tutto ciò che attiene alla dimensione digitale. L’esperienza museale fisica e quella virtuale continueranno a essere intrecciate, stimolando i musei a immaginare e offrire narrazioni complesse, fatte di richiami che arricchiscano di senso gli oggetti esposti. Per dare stabilità alla dimensione digitale sin qui raggiunta e per spingersi oltre è necessario organizzare in modo organico i contenuti digitali multimediali esistenti, raccoglierne di nuovi e renderli fruibili al pubblico per arricchire le visite ai musei e più in generale ai luoghi di interesse storico e turistico delle città. Il progetto di ricerca si prefigge di sfruttare e mettere a sistema le tecnologie emergenti nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale e dei Big data per supportare la creazione di contenuti digitali e la loro associazione localizzata tramite QR code ai vari luoghi di interesse cittadino, ai musei in particolare e, all’interno dei musei, ai vari oggetti esposti.
A questo scopo si intende realizzare un’infrastruttura capace di definire una piattaforma in grado di gestire contenuti multimediali (ad es. modelli 3D per realtà aumentata, video, immagini e video 360, testo e immagini, immagini gigapixel, tracce audio) e consentire una digitalizzazione massiva di oggetti e luoghi il più possibile automatica. Impiegando tecniche di deep learning, la piattaforma dovrà costruire correlazioni tra i contenuti che consentano un’esplorazione per “affinità di contenuto”. La piattaforma inoltre potrà fornire i dati necessari allo sviluppo di una sorta di “DJ artificiale di contenuti” capace di selezionare dinamicamente i contenuti da associare a ciascun punto segnato sul territorio, in base al contesto (ad es. periodo dell’anno o del giorno, eventi, eventuali informazioni sul visitatore). Saranno infine sviluppate tecniche di social mining, capaci di offrire l’opportuno feedback da parte degli utenti del servizio.

In-flight laboratory and emerging sensors for GHG detection in livestock farming

Il settore dell’allevamento di bovini è una delle principali fonti di emissioni di gas a effetto serra (GHGs) come derivanti da metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e anidride carbonica (CO2) con un’emissione totale stimata di 4,6 Gt CO2e all’anno (Ripple et al., 2014). Quasi i due terzi delle emissioni GHG prodotte dal settore zootecnico avvengono all’interno dell’azienda agricola e si verificano in tutte le fasi della produzione, in particolare dalle fermentazioni ruminali, gestione degli effluenti e dalla coltivazione dei campi. Circa un terzo deriva dalla produzione di altri fattori produttivi. Il monitoraggio delle emissioni a livello di azienda agricola è limitato da diversi fattori, primo fra tutti la disponibilità di tecnologie low cost in grado di rilevare le emissioni. Le attività saranno volte a progettare e realizzare centraline smart (FlyLab) dotate di sensori di nuova concezione per identificare e monitorare i punti di emissione di NH3,CH4, CO2, PM2.5 e PM10 negli allevamenti. Per lo svolgimento della ricerca saranno allestite centraline (FlyLab) che verranno installate a terra e a bordo di un drone specificamente customizzato (SAPR) con caratteristiche idonee ad ospitare il sistema di sensoristica ottica ed elettrochimica. Il sistema sarà in grado di misurare le concentrazioni dei gas target in tempo reale e trasferire i dati su web-cloud. Le centraline a terra saranno geolocalizzate, mentre il velivolo sarà dotato di un sistema di posizionamento GPS GNSS RTK con precisione centimetrica che consentirà la geolocalizzazione dei dati raccolti e la mappatura delle fonti di emissione su scala aziendale. Il potenziale di questa tecnologia emergente, sarà impiegata per effettuare valutazioni rapide e su larga scala dell’entità delle emissioni intorno agli edifici aziendali, in particolare ai locali di stabulazione, stoccaggio degli effluenti, terreni agricoli e sul pascolo. Le misure saranno valutate incrociando i dati raccolti dal “sistema drone” con misurazioni di riferimento ottenute con centraline installate a terra. L’elaborazione delle misure fornirà in tempo reale le emissioni dell’azienda agricola fornendo all’allevatore uno strumento di valutazione per intervenire tempestivamente e in modo localizzato con opportune misure di mitigazione. Alle attività̀ di progetto sarà dato risalto grazie a un piano di comunicazione e di disseminazione dei risultati, che prevede la preparazione di materiale informativo sia in forma di pubblicazioni divulgative e di articoli tecnici sia in forma di video.

Genius loci, memoria, identità: realizzare un Presidio culturale nel Parco del Pionta

Il Parco del Pionta rappresenta un luogo denso di memorie storiche, culturali e sociali rimasto finora sottoutilizzato dalla collettività cittadina di Arezzo. Nel contesto delle pratiche di rigenerazione urbana finalizzate a reintegrare funzionalmente e socialmente aree urbane marginali e a intensificare la partecipazione e l’accessibilità etero-culturale e democratica, progetti che abbiano come obiettivo la riqualificazione sostenibile e la disponibilità di spazi e strutture del Parco del Pionta per la comunità cittadina appaiono urgenti e decisivi. L’area si presenta come risorsa strategica, dalle enormi potenzialità rigenerative per la città di Arezzo. In essa, infatti, sono presenti attività del comparto sanitario e ospedaliero, le strutture del Campus del Dipartimento di Scienze della formazione, umane e della comunicazione interculturale (DSFUCI) dell’Ateneo di Siena e un consistente patrimonio culturale, storico-architettonico e ambientale. L’Università di Siena, con le attività del DSFUCI, rappresenta il soggetto che più vitalizza il Pionta con attività didattiche e di ricerca, di promozione culturale e socializzazione studentesca svolte negli edifici dell’antico complesso manicomiale. Nel Pionta è presente un patrimonio archivistico e documentario tra i più ricchi e completi degli ex Ospedali neuropsichiatrici italiani – al cui ultimo direttore, Agostino Pirella già collaboratore di Franco Basaglia, si deve il superamento dell’esperienza manicomiale aretina. Tale patrimonio costituisce una risorsa indispensabile per costruzioni inedite di narrazioni, storytelling, prodotti audio/visivi finalizzati alla valorizzazione della memoria identitaria dell’esperienza manicomiale in chiave multidisciplinare e in un’ottica di fruizione partecipativa. Il lavoro di ricerca ha come finalità la realizzazione di un Presidio culturale nell’area, attraverso il quale pianificare e attivare progetti mirati di valorizzazione e divulgazione del ricco patrimonio storico-archivistico, culturale e ambientale. Tale Presidio agirà da “laboratorio permanente” in grado di coinvolgere e sensibilizzare, mediante workshop, performance narrative-teatrali, prodotti divulgativi, non solo docenti e studenti universitari ma anche le realtà associazionistiche, l’intera cittadinanza e le comunità del territorio di riferimento.

Sulle tracce di Galileo Galilei: sentieri di scienza ad Arcetri

Il colle di Arcetri è stato dichiarato sito storico dell’European Physical Society per la presenza di edifici di valore storico e scientifico: l’ex-Istituto di Fisica (1921) dove ha operato un gruppo di brillanti fisici tra cui Enrico Fermi, Giuseppe Occhialini e Giulio Racah; l’Istituto Nazionale di Ottica (1927) fondato da Vasco Ronchi protagonista della rinascita dell’ottica in Italia; l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri (1872) fondato su iniziativa di Giovan Battista Amici e Giovan Battista Donati; e Villa Galileo (Monumento Nazionale dal 1920), dove Galileo Galilei trascorse gli ultimi anni della sua vita e completò la scrittura di “Dialoghi delle Nuove Scienze”. È attualmente in corso di realizzazione un progetto finanziato dalla Fondazione CR Firenze per la valorizzazione culturale del colle quale sito privilegiato per la creazione di percorsi museali e didattico scientifici da offrire alle scuole, alla cittadinanza e alle comunità scientifiche. Il progetto si propone di sviluppare un lavoro di ricerca associato a un percorso di formazione per due giovani assegnisti (uno con background nel campo della fisica e un altro con competenze nel campo della museologia scientifica) che risponda all’esigenza di immaginare una rinnovata concezione di museo diffuso, inteso come luogo di interpretazione del territorio e delle sue comunità di riferimento. Un centro di produzione culturale e di partecipazione che non sia soltanto custode di memorie ma principio attivo per un miglioramento del benessere dei suoi fruitori. Attraverso l’uso delle tecnologie digitali, intendiamo progettare una piattaforma che operi sia come archivio sia come luogo di discussione, produzione e promozione dei contenuti. Verranno analizzate e concepite modalità di audience development e audience engagement per sviluppare narrazioni targettizzate su pubblici diversi, si creerà un dialogo con la ricerca artistica contemporanea per spostare il punto di vista stimolando nuovi modi di pensare e di raccontare, si progetteranno eventi collettivi e cocreativi, attività didattiche e incontri divulgativi e si pianificheranno percorsi tematici condivisi corredati da attività in presenza e in remoto. La piattaforma ospiterà la versione virtuale di tutti le operazioni che verranno sviluppate dal dialogo tra il GGI e Villa Galileo/SMA con contenuti multimediali (testi, video, foto, tour virtuali a 360°, mappe interattive, progetti di AR e VR) e lo sviluppo di strategie di story-telling digitale che rinnovino l’esperienza, i metodi di fruizione più tradizionali e le percezioni del pubblico. La piattaforma aspira a rendere accessibile il sapere materiale e immateriale diffuso sul colle di Arcetri, garantendo una diffusione potenziale a livello globale.

Grammo-foni reloaded

GRA.FO RELOADED procede alla vivificazione di precedenti progetti di ricerca, inserendo gli archivi orali toscani all’interno di una federazione di attori differenti che a titolo diverso sono coinvolti nella filiera del patrimonio culturale veicolato dalla voce: l’università (che recupera, indaga, ispeziona gli archivi orali), la Soprintendenza (che sugli archivi vigila e li censisce), la Fondazione Sistema Toscana (che funziona da moltiplicatore per quanto concerne la visibilità e l’accessibilità degli archivi), l’Ecomuseo della Montagna pistoiese (che rappresenta nuove frontiere nel riutilizzo creativo degli archivi, con positive ricadute sociali ed economiche) e il nodo italiano dell’infrastruttura europea di CLARIN (CLARIN-IT) (che garantisce conservazione a lungo termine e un collegamento con altri centri europei e con comunità di ricerca internazionali). Archivi recuperati da un precedente progetto PAR-FAS saranno resi di nuovo accessibili, grazie alla loro integrazione in un ecosistema di archivi orali toscani di recente sviluppo. GRA.FO RELOADED mira a collegare gli sforzi istituzionali di tutela e diffusione alla comunità dei ricercatori: archivi di studiosi e di appassionati saranno censiti e quantificati, con la finalità di misurare l’entità del sommerso che necessita azioni di salvataggio e di tutela; al tempo stesso, si promuoveranno le nuove risorse archivistiche e l’infrastruttura di Archivio Vi.Vo. Infine, GRA.FO RELOADED avrà un impatto diretto sulla promozione del territorio e lo sviluppo turistico di piccole località: archivi orali saranno (ri)utilizzati per coinvolgere le comunità locali nella creazione di percorsi di turismo partecipato e inusuale. Grazie all’utilizzo di piattaforme open-access basate su principi di realtà aumentata, le voci del passato rivivranno nelle esperienze dei visitatori, che potranno osservare i punti d’interesse tramite gli occhi delle comunità che ne conservano memorie storiche e “umane”.

High PERformance and efficient Artificial Intelligence Hardware Library

Dato il notevole successo delle tecniche di intelligenza artificiale in un’ampia gamma di applicazioni, quali riconoscimento di immagini e elaborazione del linguaggio naturale, e la necessità di elaborare sempre maggiori quantità di dati mantenendo contenuti i consumi energetici, si è intensificata la ricerca di acceleratori hardware in grado di migliorare le prestazioni anche due ordini di grandezza. Il ricorso ad architetture classiche basate su CPU/GPU comporta però dei “colli di bottiglia”. Hardware dedicato (ASIC) comporta notevoli benefici, ma soluzioni così specifiche rischiano di diventare rapidamente obsolete se si usano nuovi algoritmi. In questo contesto, l’hardware riconfigurabile (FPGA) permette di ottenere sia prestazioni che efficienza energetica superiori rispetto a CPU/GPU. Obiettivo di questo progetto è di sviluppare componenti hardware per l’accelerazione di applicazioni per intelligenza artificiale su FPGA. Inoltre, l’analisi di scenari applicativi cercherà di identificare gli aspetti cognitivi maggiormente rilevanti. L’idea fondante è di utilizzare il principio di computazione dataflow per cui un componente, hardware o software, può ottenere sufficiente isolamento e rendere possibile l’elaborazione interoperabile fra vari moduli di questo tipo. Il concetto estende l’idea di computazione basata su dataflow-threads inizialmente sperimentata con successo su piattaforme hardware e software in precedenti progetti (TERAFLUX e AXIOM).

Archivi in Comune

Il presente progetto ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio fotografico conservato nella città di Lucca. In particolare, si rivolge agli archivi degli enti istituzionali cittadini con l’intento di organizzare i fondi e il posseduto fotografico in un unico database, al fine di standardizzare i dati catalografici e descrittivi. La proposta si rivolge agli operatori del settore archivistico, fornendo soluzioni innovative di raccomandazione, integrazione e messa in rete del posseduto degli enti. Inoltre, si rivolge agli utenti sia fisici sia virtuali mettendo a punto un portale digitale di facile consultazione, in cui le informazioni sono ricercabili indipendentemente dall’istituto di conservazione. In aggiunta, il progetto intende intercettare e ampliare il pubblico degli archivi, anche attraverso l’applicazione sperimentale di Machine Learning e Deep Learning, e sviluppare percorsi didattici e di public engagement volti alla riscoperta del patrimonio e della memoria sociale del territorio attraverso le fotografie. Questi obiettivi sono organizzati attraverso tre distinte fasi operative, che scandiscono la fattibilità e la verificabilità del progetto: il censimento, la creazione del portale di interoperabilità, lo sviluppo di proposte educative e di coinvolgimento di nuovi pubblici attorno alle fonti fotografiche d’archivio. Il progetto risponde a esigenze specifiche, ma la sua metodologia innovativa e interdisciplinare e gli strumenti che saranno messi a punto costituiscono degli esempi replicabili e scalabili sia in termini quantitativi (su territori più estesi) che qualitativi (su patrimoni diversi da quello fotografico).
Il progetto ha come partner principale l’Archivio Fotografico Lucchese (AFL), di proprietà del Comune di Lucca e facente parte della Rete Documentaria della Provincia di Lucca. Inoltre, coinvolge ulteriori partner, sia operatori della filiera culturale e creativa regionale (Photolux) e attori delle politiche culturali sul territorio (Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca) sia piccole e medie imprese (società Hyperborea, specializzata in soluzioni tecnologiche per l’archivistica dei beni culturali). Oltre ai partner progettuali, il progetto prevede di intercettare gli archivi di altre istituzioni presenti sul territorio (ad es. Fondazione Ragghianti, Provincia di Lucca, Fondazione Paolo Cresci). Infine, le operazioni di educazione e disseminazione saranno condotte in intesa con l’Ufficio Scolastico Territoriale e con altri istituti culturali della città, come la rete delle biblioteche cittadine.

INtelligenza ARtificiale per il mOnitoraggio e Supporto agli anziani

Lo scopo del progetto INAROS è di sviluppare un sistema Smart Home basato su una rete di telecamere intelligenti in grado di monitorare la qualità della vita degli anziani e aiutarli a mantenere il benessere, la sicurezza e l’indipendenza nel proprio ambiente domestico. In particolare, in INAROS proponiamo di sviluppare un sistema di Smart Home in grado di riconoscere le attività svolte da una persona in ambiente domestico separando le attività normali da quelle anomale e di identificare eventuali situazioni di pericolo.
Le attuali soluzioni commerciali di Smart Homes utilizzano prevalentemente sensori IoT wireless o cablati per diversi tipi di informazione da monitorare, ad esempio sensori magnetici in grado di rilevare lo stato di apertura di porte e finestre, sensori indossabile per rilevare la posa e le attività delle persone (in piedi, sedute, distese, in marcia), etc. La maggior parte di questi sensori può però essere facilmente rimpiazzata da telecamere intelligenti, posizionate in modo opportuno nell’ambiente, in grado di rilevare le stesse informazioni in modo meno invasivo. I vantaggi di questa soluzione sono la praticità di impiego, la flessibilità e l’estendibilità. Investigheremo e svilupperemo soluzioni avanzate per il riconoscimento delle attività di routine delle persone, come ad esempio mangiare o dormire, ma anche situazione pericolose come ad esempio le cadute). Ci concentreremo in particolare su tecniche scalabili per l’esecuzione di analisi dei dati direttamente a bordo delle telecamere intelligenti.

INDagini ambientali e modellazione numerica di flusso e trasporto per l’analisi di sostenibilità di Impianti Geotermici Open loop

L’uso di sistemi geotermici a bassa e bassissima entalpia tipo open-loop è diffuso in molti contesti, soprattutto urbani, principalmente a servizio di insediamenti residenziali e produttivi di medie-grandi dimensioni (strutture ricettive, centri commerciali, edifici direzionali, ecc.). Questi impianti possono infatti impiegare sistemi di geoscambio in grado di trasferire e immagazzinare calorie e frigorie e realizzare strutture termiche attraverso l’uso di scambiatori e pompe di calore. Generalmente, si tratta di impianti che prelevano e reimmettono acqua da sistemi idrici sotterranei, anche se l’impatto sugli acquiferi superficiali è da valutare con attenzione, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. La verifica di sostenibilità di questi impianti, economicamente vantaggiosi rispetto a quelli a circuito chiuso, richiede infatti lo studio degli effetti a medio/lungo termine che lo sfruttamento della risorsa può causare sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque da cui si estrae calore, nonché un’accurata valutazione delle possibili interferenze tra corpi idrici utilizzati e utilizzabili situati a diversa profondità.
La ricerca proposta intende approfondire tale problematica nel contesto urbano della città di Firenze, dove i primi impianti di questo tipo sono in fase di realizzazione, mediante lo studio e l’analisi: a) delle caratteristiche idrogeologiche degli acquiferi presenti; b) degli aspetti tecnico-normativi, con particolare riferimento alla legislazione e regolamentazione regionale e alla sua armonizzazione con le norme sovraordinate e quelle di altre regioni italiane; c) di modelli numerici adottabili, confrontando le soluzioni e i software esistenti ed evidenziando potenzialità e limiti dei più diffusi tra di essi; d) della definizione ed attuazione di sistemi di monitoraggio da impiegare ex-ante ed ex-post nella progettazione e realizzazione di siffatti impianti, con riferimento ai vincoli progettuali, alle esigenze di salvaguardia e alla tutela della risorsa pubblica; e) di alcuni casi di studio puntuali, in corso di realizzazione o progettazione, evidenziandone caratteristiche e difficoltà applicative.
Il progetto, realizzato in collaborazione con partner industriali (micro-impresa) e istituzionali (amministrazione comunale), ha ragguardevoli ricadute di tipo occupazionale, oltre a formare un profilo professionale ad alta specializzazione in un settore in prevedibile espansione.

Identificazione di antivirali innovativi basati sulla tecnologia PROTAC contro l’infezione da SARS-CoV-2

La diffusione globale del virus SARS-CoV-2, agente eziologico della malattia COVID-19, ha causato in un anno circa 132 milioni di infezioni e 3 milioni di morti nel mondo1 (Aprile 2021). Nonostante l’avvio della vaccinazione di massa, una quota molto rilevante di popolazione è ancora suscettibile all’infezione e al rischio conseguente di sviluppare forme gravi di malattia. Nuovi approcci terapeutici sono pertanto di fondamentale importanza per complementare la vaccinazione nel contenimento della pandemia.
Di recente sviluppo, la tecnologia denominata PROteolysis TArgeting Chimeras (PROTACs) sta trovando applicazione nel campo degli agenti antitumorali, emergendo come alternativa promettente, con diversi vantaggi rispetto alla strategia farmacologica tradizionale. La tecnologia PROTAC si basa sull’utilizzo di molecole bifunzionali che riconoscono una specifica proteina bersaglio e ne mediano il legame alla ligasi E3, causandone l’ubiquitinazione e la successiva degradazione da parte del proteasoma. In tal modo, specifiche proteine con un ruolo patogenetico chiave possono essere selettivamente inattivate all’interno della cellula. Questo meccanismo, ancorché finora esplorato quasi esclusivamente in campo oncologico, si presta allo sviluppo di antivirali innovativi alla luce della possibilità di individuare bersagli selettivi critici per la replicazione virale, processo necessariamente intracellulare4. Inoltre, un antivirale costruito come PROTAC presenta molteplici vantaggi rispetto agli antivirali “classici”, infatti: i) la tecnologia PROTAC è efficace anche con una ridotta affinità per il bersaglio, pertanto la barriera contro la resistenza è elevata, ii) la degradazione della proteina bersaglio inibisce tutte le sue funzioni (enzimatica, strutturale, di scaffold) , iii) possono essere inviate alla degradazione anche proteine per le quali è difficile identificare piccole molecole con potenza adeguata.
Su queste basi, Il progetto si propone di identificare nuovi agenti anti-SARS-CoV-2 dotati di un meccanismo di azione innovativo basato sulla tecnologia PROTAC, coinvolgendo il Dipartimento di Biotecnologie Mediche (DBM) e il Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia (DBCF) dell’Università di Siena e Vismederi srl, azienda leader toscana nell’area dei servizi bioanalitici applicati alla prevenzione e cura delle malattie infettive.

Sviluppo di un approccio combinato di simulazioni in-silico e in-vitro per la valutazione pre-clinica dell’uso della colla chirurgica in interventi di chirurgia addominale mini-invasiva

Il progetto ISIGLUE combina in sinergia le competenze del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale (DICI), della ditta GEM srl produttrice della colla chirurgica Glubran 2, e della Dott.ssa.Berta medico chirurgo esperta in chirurgia addominale. Lo scopo del progetto è valutare l’uso del Glubran 2 come strumento di fissaggio atraumatico delle protesi erniarie e in interventi di laparocele. Ad oggi l’uso della colla è permesso solo insieme ad altri mezzi di fissaggio, come le tack metalliche che tuttavia causano spesso dolore nel paziente. Per tutti i mezzi le indicazioni d’uso sono empiriche e generali, non tengono conto cioè di dimensioni e posizione del difetto, caratteristiche del paziente, tipologia di protesi etc.
Il progetto ISIGLUE si propone di valutare l’uso della colla, in modo esclusivo o in combinazione con le tack, attraverso procedure numeriche e sperimentali in cui vengono riprodotti alcuni casi ritenuti significativi in base all’esperienza clinica. La simulazione numerica, condotta con il software Ansys®, consente di valutare la sollecitazione sui vari punti di fissaggio sia in diverse condizioni di intervento (dimensioni/posizione difetto/caratteristiche paziente) sia in condizioni di carico considerate critiche, come il colpo di tosse o le variazioni di peso del paziente. Le simulazioni consentono di ottimizzare la disposizione dei punti di fissaggio e la quantità di colla (numero di gocce applicate attraverso l’apposito strumento Glutack) per i casi in esame. In parallelo alla simulazione numerica sarà condotta un’attività di tipo sperimentale sia per la validazione dei modelli numerici, che per approfondire aspetti chimico-fisici dell’interazione tra colla, mesh e tessuto biologico. I test sono fondamentali anche per valutare la resistenza dei punti di colla in varie condizioni. I risultati attesi sono di grande importanza in campo clinico, potendo portare alla riduzione se non all’eliminazione dell’uso dei mezzi meccanici e semplificando l’intervento. Il progetto permette inoltre di definire una procedura di valutazione dell’efficacia dell’uso della colla che potrebbe essere estesa facilmente ad altre applicazioni. Tale approccio combinato in-silico e in-vitro rappresenta un primo passo verso lo screening pre-clinico (indicato come ISCT, In-Silico Clinico Trials) di nuovi dispositivi/procedure chirurgiche stimolato anche da recenti disposizioni della Comunità Europea sui dispositivi medici di classe III.

IndaginiperimmaginI

Lo scopo del progetto IXI è di accrescere le conoscenze utili per l’identificazione delle fotografie storiche e dei processi fotografici al di là della microscopia ottica, l’attuale metodologia standard per lo studio delle fotografie. Attraverso l’uso sistematico di metodi strumentali e analitici utilizzati normalmente nella conservazione dell’arte, e con tecniche avanzate di nuova concezione, IXI mira a identificare e comprendere i processi chimico-fisici coinvolti nell’elaborazione e nel trattamento post-elaborazione delle fotografie. L’interesse verso l’analisi del materiale fotografico si è sviluppato solo recentemente e rimane comunque un campo relativamente poco studiato. Una conoscenza approfondita delle loro caratteristiche chimico-fisiche è fondamentale per la loro catalogazione, conservazione, restauro ed eventuale esposizione. A questo scopo sarà utilizzato l’insieme di tecniche analitiche non invasive e non distruttive a disposizione del Laboratorio di Spettroscopia Laser Applicata (ALS-LAB) del CNR di Pisa. Sarà impiegato un approccio multi-analitico che combina tecniche di Imaging multispettrale, microscopia, tecniche di spettroscopia elementare (XRF, LIBS) e molecolare (Raman) sia a livello puntuale che in modalità 2D. Grazie alla collaborazione di realtà locali (SABAP-PI e Archivio di Stato di Siena) saranno sviluppati protocolli operativi per il monitoraggio e la classificazione di materiale fotografico, focalizzandosi su tre tipologie diverse di materiali che racchiudono gran parte della storia della fotografia come oggetto fisico oltre che narrativo e della sua evoluzione storica (dal collodio su vetro alle stampe all’albumina, sali d’argento e gelatina al bromuro del XIX sec. alle diapositive in PVC e stampe su carta baritata del XX sec.). Parallelamente alla stesura e applicazione delle metodiche operative, sarà creato un database contenente informazioni riguardanti la composizione elementare e stratigrafica degli oggetti studiati, la loro condizione attuale, livello di degrado. In aggiunta, saranno raccolte informazioni sulle tecniche che sono state applicate nei vari passaggi della realizzazione del materiale fotografico in esame. Sarà inoltre possibile programmare ed effettuare un monitoraggio del materiale fotografico di interesse, privilegiando l’utilizzo di strumentazione portatile.

LEGGI di SCIENZA – Contenuti scientifici e nuove tecnologie per la promozione della lettura

La diffusa mancanza di una cultura scientifica di base non consente a grande parte della popolazione di comprendere adeguatamente il contesto attuale, alimenta il proliferare della disinformazione e impedisce ai cittadini pratiche di partecipazione democratica e una governance basata sulla conoscenza. Leggi di Scienza (LeDiS) è un progetto che mira ad accrescere l’interesse per la cultura scientifica promuovendo la lettura sia attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie che favorendo la sinergia degli attori chiave. LeDiS intende formare una figura professionale specializzata capace di favorire la diffusione del sapere scientifico attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie applicata alla lettura, sperimentando modalità di lettura aumentata o biblioteca aumentata; un mediatore culturale tra il mondo della ricerca, le aziende specializzate nella comunicazione digitale e le biblioteche, spazio elettivo di fruizione e incontro con il pubblico. All’interno dell’Area del CNR di Firenze, il gruppo Divulgazione della Scienza organizza da anni iniziative per la cittadinanza e le scuole. L’assegnista, avvalendosi del contributo di un team multidisciplinare di ricercatori, collaborerà ai vari aspetti delle attività in essere e ne realizzerà di nuove. Il progetto formativo si articolerà attorno ai seguenti nuclei di attività: acquisizione di competenze inerenti il contesto degli studi di Scienza e Società, Public Engagement, analisi di tecniche di narrazione per tecnologie immersive; realizzazione di iniziative per le scuole volte alla promozione della lettura; studio e coprogettazione di prodotti di lettura aumentata tramite podcast, contenuti multimediali, realtà aumentata, diretti ad ampliare il pubblico dei lettori; arricchimento dello spazio sociale della biblioteca, sia con una risistemazione del catalogo e possibile inserimento di titoli a fruizione innovativa, sia con l’organizzazione di eventi insieme ai partner CNR. La permanenza dell’assegnista presso le tre strutture partner servirà a conoscere ambienti e modalità lavorative specifiche, per meglio comprendere esigenze, criticità e opportunità di realtà che oggi svolgono un ruolo chiave nella promozione della cultura scientifica della nostra società, in cui la lettura, quale fruizione culturale, si innesta. LeDiS permetterà inoltre alla biblioteca di fungere da laboratorio per nuove pratiche da esportare e condividere con la rete delle biblioteche regionali.

4D Digital Heritage Management System

La proposta intende consolidare con attività di ricerca applicata la collaborazione in atto tra Unifi-DICEA e Gallerie degli Uffizi, attualmente rivolta alla digitalizzazione di Palazzo Pitti con strumenti e metodi geomatici. Il Palazzo ospita anche uffici e archivi della Soprintendenza, che è coinvolta nella presente proposta (e assieme alle Gallerie interessata a individuare nuove soluzioni organizzative e gestionali del Palazzo), assieme a una società di sviluppo software nel campo della geomatica (Geoln srl, interessata allo sviluppo di prototipi operativi applicabili in contesti analoghi) e la divisione Geomatica del LaMMa.
Il progetto focalizza l’attenzione sull’innovativa necessità di manutenere, conservare, valorizzare parallelamente al Palazzo, anche il suo gemello digitale, per far sì che diventi un potente strumento di analisi e gestione dell’originale, consistendo in un modello affidabile sia dal punto di vista geometrico/dimensionale che del funzionamento del manufatto stesso. Lo studio propone dunque di considerare il rilievo non come una tantum, come generalmente avviene, ma come operazione continua, capace di aggiornare la descrizione (digitale e tridimensionale) della fabbrica in modo tempestivo, a documentazione degli interventi manutentivi e conservativi, di variazioni d’uso degli spazi, ecc., prendendo in considerazione anche la dimensione “tempo”. In particolare, si propone la realizzazione di uno strumento che consenta:
– l’archiviazione strutturata di dati e metadati, interrogabile
– la gestione delle operazioni di rilievo e coordinamento di attività svolte in parallelo, sia sul campo che “off-site”
– la predisposizione all’integrazione di indagini tecnologiche (pavimenti, soffitti, pareti), storiche, materiche (prove sui materiali), di monitoraggio ambientale, impiantistiche, ecc. che potranno integrare le info geometriche nella costruzione di un modello intelligente (H-BIM)
– il coinvolgimento attivo di chi ha in gestione l’edificio, tanto nella fase di individuazione delle esigenze che di reperimento di banche dati esistenti e di implementazione di dati non metrici rilevanti, e attività di formazione e aggiornamento rivolte agli uffici tecnici.
L’assegnista acquisirà un profilo professionale che ne consentirà la collocazione sia in ambito accademico che presso gli Enti preposti alla gestione e conservazione di analoghi beni culturali, o presso soggetti privati che svolgano attività di gestione ed elaborazione di dati geo-spaziali.

DIAGnostica NOn invaSiva e conservazione di daghErrotipi e altri materiali fotografici

Il ruolo cardine ed il valore inestimabile che il bene fotografico possiede come documento storico ed artistico da salvaguardare sono stati riconosciuti solo di recente. Nell’ottica di preservare e conservare tale patrimonio, il progetto DIAGNOSE si propone di innovare non solo i sistemi diagnostici per l’indagine materica, del degrado e dei procedimenti fotografici, ma anche le metodologie di restauro e di conservazione programmata. I beni – dagherrotipi, lastre fotografiche e pellicole – per i quali saranno sviluppati dei protocolli di intervento appartengono al fondo archivistico della Commissione Vinciana presso il Museo Galileo (MG), al fondo Fondazione Alinari in restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure (OPD), e al fondo fotografico dell’OPD.
L’ottimizzazione dei sistemi ottici non-invasivi per il rilievo congiunto della composizione (spettroscopia molecolare/elementale sia ad imagine che puntuale), della forma (micro- e macro- rilievo 3D) e della stratigrafia (tomografia ottica coerente, Raman, e microscopia non-lineare) ridurrà la necessità del prelievo di campioni rappresentando un contributo innovativo rispetto alle soluzioni tecnologiche disponibili. I protocolli diagnostici sviluppati includeranno la registrazione (hardware o software) dei dati e la loro digitalizzazione e valorizzazione attraverso risorse multimediali innovative. L’innovazione apportata sul fronte diagnostico sarà funzionale per la messa a punto di metodi conservativi innovativi, inclusa la pulitura laser dei dagherrotipi e processi di consolidamento dei materiali proteici. Le procedure sviluppate potranno essere adottate come protocollo di intervento per casi analoghi in altri fondi fotografici o essere declinate in altri ambiti applicativi, ad esempio nell’arte contemporanea, che impiega materiali fotografici per la realizzazione di dipinti su vetro.
Il partenariato di DIAGNOSE – Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-INO), Opificio delle Pietre Dure (OPD), Museo Galileo (MG) e ditta El.En. – include un ampio spettro di figure professionali e le infrastrutture che si prefigge di proporre soluzioni innovative ai problemi conservativi dei beni fotografici derivanti anche dalla loro complessità strutturale e dalla loro fragilità materica. Il contesto multidisciplinare garantito dal partenariato faciliterà la formazione di un giovane ricercatore in diagnosi e conservazione di materiali fotografici.

Diagnostica smart delle strutture in legno antiche DIA_Smart

Il progetto è finalizzato a mettere a punto ed introdurre nella pratica corrente un approccio “smart” alla diagnostica e monitoraggio delle strutture lignee antiche.
Negli ultimi anni a livello nazionale ed europeo si è assistito ad un consistente sviluppo degli studi e della normativa nell’ambito della diagnosi e conservazione dei beni culturali in legno, a dimostrazione della necessità di gettare le basi per un approccio metodologico e rigoroso in questo contesto. D’altra parte le strutture lignee che rientrano nel patrimonio culturale sono importanti manufatti che si caratterizzano per il loro elevato significato storico, legato non solamente alla funzione statica, ma anche a quella culturale che rivestono. La loro rilevanza pertanto fa si che i progetti di intervento debbano tenere conto dei criteri di sicurezza, ma anche degli aspetti architettonici, dei materiali originali, dei sistemi strutturali, delle tecniche costruttive, ecc..
La complessità delle competenze e la grande quantità di informazioni necessarie per un corretto approccio a diagnostica-monitoraggio-manutenzione delle strutture lignee antiche, così come evidenziato nella norma UNI EN 17121 “Conservazione del patrimonio culturale – Strutture storiche in legno – Linee guida per la valutazione in situ di strutture in legno portanti”, richiede lo sviluppo e l’applicazione di una metodologia e una di piattaforma che raccolga, colleghi e renda fruibili tutte le informazioni ricavabili dall’analisi degli elementi in opera, sulla base delle più recenti tecniche sviluppate ad hoc.
Nel corso del progetto si prevede pertanto di mettere a sistema e rendere facilmente fruibili su una piattaforma appositamente sviluppata alcune tecniche di indagine (scansione 3D degli elementi strutturali in opera, misurazione dell’umidità ambientale e del legno con sensori wireless, valutazione non distruttiva del degrado biologico, modellazione del comportamento statico degli elementi) finalizzandole ad una analisi completa ed affidabile che possa orientare gli eventuali interventi di manutenzione, suggerendone la tempistica (programmazione) e la modalità (tipologia di intervento). Il progetto si avvarrà, oltre alle competenze di CNR-IBE, della collaborazione di alcune imprese dotate di specifiche competenze nel campo della diagnostica, verifica, progettazione del restauro di strutture lignee e si prevedono dei casi di studio reali grazie alla collaborazione con il Museo di San Marco di Firenze. Con questa attività si intendono inoltre mettere a frutto le esperienze maturate, da parte di CNR-IBE e di una serie di aziende, nell’ambito dei progetti DRESL e MUSE e DiaManTE sulla diagnosi e il monitoraggio delle strutture lignee.

Didattica, Innovazione, Gioco, Astrofisica, STEM

Proponiamo un progetto di formazione e ricerca che da una parte si colloca nell’ambito della promozione inclusiva della cultura scientifica, attraverso la realizzazione di attività (per bambini, ragazzi e adulti) innovative e con un approccio di game based learning; e dall’altra nell’ambito produttivo, legato al design alla comunicazione e valorizzazione di giochi, e alle tecnologie e metodi per gamification e serious game. Nello specifico il progetto prevede: uno studio dell’efficacia dei giochi da tavolo per imparare l’astrofisica e più in generale le discipline STEM e i meccanismi della ricerca; attività di progettazione, test e valutazione di due giochi e di una Escape Room virtuale, che possano veicolare in maniera coinvolgente e innovativa concetti di astrofisica e attività di game based learning; l’escape room sarà parte di un itinerario di astroturismo fiorentino già avviato. Oltre a ciò sono previste attività di valorizzazione e diffusione in diversi contesti e per diverse tipologie di pubblico ‐ scuole di diverso ordine e grado, gruppi di gioco, eventi e grandi fiere come Lucca Comics & Games ‐ anche attraverso strumenti digitali innovativi (Discord platform, Twitch streaming). Inoltre si punta a formare una figura professionale trasversale, che possa spendersi in diversi contesti: nella filiera del gioco e nel mondo della produzione (anche tecnologica) e della promozione ludica; nel mondo della scuola, della didattica e dei servizi culturali e museali; in ambito accademico, visto che quelli del gioco, delle sue meccaniche e del suo impiego in ambito educativo sono ambiti di ricerca emergenti e di grande interesse; sfruttando una acquisita capacità di realizzazione di prodotti ed eventi di comunicazione specifici nell’ambito della cultura, della cultura del gioco e dell’intrattenimento.

Digital and Virtual Innovative Anthropology: tecniche avanzate di fruizione delle collezioni museali e ricadute applicative

Il progetto prevede la collaborazione con il Museo di Storia Naturale (sede di Antropologia ed Etnologia) dell’Università di Firenze, con l’obiettivo di creare una collezione ‘virtuale’ di reperti antropologici qui conservati per garantirne una fruizione rispettosa e riuscire a presentare una parte del patrimonio culturale ad oggi poco accessibile. Attraverso l’uso di tecnologie di imaging d’avanguardia come la tomografia computerizzata, la fotogrammetria e l’uso di scanner 3D si potranno digitalizzare una selezione degli oltre settemila reperti conservati nella collezione osteologica del Museo di Antropologia. Questi reperti, scelti in base a interesse scientifico e culturale, saranno raccolti in una collezione di modelli 3D che ne garantirà la conservazione. Inoltre, seguendo le indicazioni della Convenzione di Faro, per cui la conoscenza dell’eredità culturale rientra pienamente fra i diritti umani, e dell’ICOM che pone l’attenzione sui reperti “culturalmente sensibili” e la loro fruizione etica e rispettosa, questi modelli 3D potranno essere utilizzati per creare innovativi spazi espositivi in museo sfruttando il digital storytelling così da aprire virtualmente queste realtà pur garantendo il rispetto etico dei reperti e la sensibilità dei visitatori. Attraverso l’esposizione virtuale dei reperti si potranno veicolare tematiche fondamentali con ricadute sociali positive come la diffusione di una cultura inclusiva e non discriminatoria grazie alla conoscenza della diversità umana e disseminazione del suo valore.
Inoltre, la collezione osteologica è un archivio biologico di informazioni e dati importantissimi e grazie alla sua digitalizzazione si affronteranno nuove linee di ricerca utilizzando i metodi dell’antropologia virtuale per studiare applicazioni in ambito bioarcheologico, forense e biomedico. Verranno indagate nuove tecniche che sfruttano la variabilità morfologica di un campione di riferimento per riuscire a stimare le parti mancanti in pazienti con cranio-lacune. L’assegnista alla fine del percorso avrà conoscenze tecniche e applicative in ambiti come la gestione di file 3D, la produzione di contenuti in realtà aumentata e realtà virtuale e tecniche di modellazione 3D per applicazioni in area biomedica e forense. Il Museo di Antropologia potrà presentare al pubblico una parte significativa della collezione osteologica e permetterà una fruizione senza barriere e in modo etico e innovativo, arricchendo così l’offerta culturale del territorio.

Sistemi DIagnostici a basso costo per lo screening VIrologico differenziale rapido e ad ampio raggio della popolazione attraverso l’analisi ottica/molecolare della Saliva

L’attuale pandemia del SARS-CoV-2 conferma l’importanza globale del controllo della diffusione di virus. A tal scopo, è fondamentale identificare le persone infette, inclusi gli asintomatici, per isolare la fonte di infezione circoscrivendone la diffusione. Per l’identificazione dei casi attraverso i liquidi biologici sono disponibili: i) saggi immunologici per monitorare antigeni e/o anticorpi virali presenti nel siero e ii) saggi basati sulla RT-PCR quantitativa, per la ricerca di acidi nucleici virali in campioni prelevati dalle vie respiratorie. Le principali limitazioni del test RT-PCR sono il tempo di esecuzione (> 4h dall’arrivo del campione in laboratorio), l’attrezzatura dedicata, l’esposizione degli operatori sanitari e la difficoltà di manipolazione del campione. Per SARS-CoV-2, i test sierologici disponibili invece hanno sensitività e specificità inferiore al 100% e gli anticorpi di interesse possono essere rilevati non prima di 5-15 giorni dopo l’infezione. Lo sviluppo di test diagnostici a basso costo, rapidi, accurati e non invasivi rappresenta dunque una priorità assoluta. Inoltre, fluidi biologici come la saliva, rappresentano una valida alternativa rispetto a campionamenti più invasivi (tampone, lavaggio, prelievo di sangue venoso). A tal fine, le tecniche di detection ottica basate sulla spettroscopia Raman amplificata da superfici (SERS) hanno avuto crescente attenzione nell’ambito dello sviluppo di biosensori in quanto permette di ottenere informazioni sulla biochimica del campione analizzato e dunque di rilevare marcatori prognostici. Il fenomeno SERS amplifica il segnale specifico degli analiti catturati dai sensori rispetto al segnale emesso dal resto del campione. Inoltre, recenti sviluppi tecnologici hanno portato all’integrazione di sensori SERS in dispositivi microfluidici facilitando l’analisi di piccoli volumi di liquidi anche al di fuori degli spazi di laboratorio. L’obiettivo del progetto DIVISA è lo sviluppo di un biosensore integrato in un dispositivo microfluidico caratterizzato da basso costo ed elevata sensitività verso agenti virologici presenti nella saliva di pazienti anche asintomatici. Tale sistema per la diagnosi rapida ed accurata del SARS-CoV-2 sarà di fondamentale importanza per lo screening ad ampio raggio della popolazione e per il controllo dell’epidemia, soprattutto nel periodo di concomitante circolazione dei virus.

accEssible CHat bOt

La sordità è la terza disabilità più diffusa al mondo e in Italia sono circa 7 milioni le persone con disabilità uditiva. L’accessibilità ai servizi per le persone sorde presenta una serie di barriere comunicative che è necessario rimuovere per consentire pari opportunità di accesso e fruizione. Si pensi per esempio ai servizi sanitari e assistenziali, servizi di trasporto pubblico, customer care e sportelli delle Pubbliche Amministrazioni. In questi contesti, le persone sorde sono costrette a rivolgersi a degli interpreti per mediare la comunicazione con gli addetti ai servizi, e questo costituisce una barriera alla loro autonomia. Inoltre, per le persone sorde la lingua italiana rappresenta la seconda lingua che ha una struttura (sintattica, morfologica, lessicale) diversa dalla Lingua dei Segni Italiana (LIS) e per questo motivo la comunicazione scritta risulta non facile e immediata. È necessaria quindi una riprogettazione dei servizi per renderli pienamente accessibili alle persone sorde, impiegando tecnologie innovative e nuove modalità comunicative. Per rispondere a questa sfida, il progetto ECHO sperimenta tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA), interfacce conversazionali, avatar 3D che comunicano in LIS e nuove risorse comunicative. La tecnologia delle interfacce conversazionali costituisce una recente innovazione nel campo dei servizi, che abilita una comunicazione facile e immediata, rendendola disponibile sempre e ovunque. Questi sistemi però si basano sulla comunicazione orale o scritta e non sono quindi accessibili per le persone sorde. Mentre lo sviluppo tecnologico progredisce, la questione dell’accessibilità rimane ancora in gran parte inesplorata. Il progetto ECHO coinvolge la comunità sorda ed esperti di accessibilità nel co-design, applicando la metodologia del Design Thinking. L’esperienza dell’utente verrà progettata e valutata in modo iterativo, considerando non solo gli aspetti puramente funzionali (facilità d’uso), ma anche gli aspetti legati all’autonomia e all’autostima, le emozioni, l’etica della relazione. Uno degli output del progetto saranno le linee guida per la progettazione di interfacce conversazionali accessibili ai sordi, da diffondere a diversi stakeholder (es. istituzioni pubbliche, aziende) sia a livello locale che nazionale e internazionale.

Ecosistemi, COnservazione e CULTura

Gli ecosistemi naturali e agrari sono componenti fondamentali del patrimonio paesaggistico-culturale toscano, e la relativa biodiversità è necessaria a preservare funzionalità e servizi ecosistemici. Conoscenza e divulgazione di efficaci pratiche di gestione dei rapporti tra uomo, fauna e ambiente naturale/rurale sono essenziali per conservazione e fruizione del patrimonio ambientale, con importanti ricadute scientifiche, economiche e sociali. Il progetto indagherà i rapporti tra biodiversità e fattori naturali/antropici in aree protette della Regione, fornendo un approccio innovativo e multidisciplinare alla conoscenza finalizzata alla salvaguardia e gestione del paesaggio. Le aree protette, le zone umide d’importanza internazionale e le aree coperte da vegetazione arborea/arbustiva sono beni paesaggistici sottoposti alla tutela del patrimonio culturale. Il progetto agirà in linea con la Strategia di Ricerca e Innovazione per la Smart Specialization e in coerenza principale con la roadmap 1.3, incrementando la conoscenza dei rapporti uomo-fauna-ambiente per la conservazione degli ecosistemi naturali/agrari quali beni del patrimonio culturale-paesaggistico. La multidisciplinarità del progetto assicurerà anche l’uso di soluzioni tecnologiche-organizzative innovative trasversali ad altre roadmap. Combinando tecnologie di sensoristica passiva per lo studio della fauna, remote sensing e sistemi informativi georeferenziati, saranno acquisiti dati sperimentali inediti sulla biodiversità e variabili antropiche e ambientali in aree protette della Toscana. Mediante soluzioni analitiche avanzate (per es. machine learning/deep learning) e modellistica saranno indagati i rapporti tra (i) ricchezza/diversità di mammiferi e i relativi determinanti ambientali e antropici, (ii) densità/distribuzione di ungulati, impatto sul paesaggio naturale e agricolo ed efficacia delle strategie di mitigazione. Il progetto svilupperà prodotti esportabili ad ampia scala e replicabili in altri contesti (per es. mappe predittive di biodiversità e impatto della fauna). La diffusione dei risultati e dei prodotti avverrà attraverso eventi museali/conferenze, articoli divulgativi e scientifici di alto impatto. Il progetto avrà importanti ricadute sul territorio regionale, fornendo strumenti di supporto decisionali ai soggetti preposti alla gestione e conservazione del paesaggio e al settore agricolo-forestale, interessati alla mitigazione dei conflitti tra attività antropiche e fauna selvatica.

Isolamento e caratterizzazione molecolare di esosomi neurali in modelli di disturbi del neurosviluppo

Gli esosomi sono piccole vescicole extracellulari (diametro 30-150 nm) che trasportano un carico di molecole (proteine, lipidi, mRNA e microRNA) da una cellula alle altre, sono secreti da ogni tipo di cellula e si trovano in ogni fluido biologico: essi sono i maggiori responsabili della comunicazione intercellulare all’interno del sistema nervoso centrale (SNC). Gli esosomi portano nel loro carico molecolare importanti informazioni sulla cellula di origine e possono attraversare la barriera ematoencefalica, rappresentando quindi una fonte facilmente accessibile di biomarcatori del SNC: queste caratteristiche li rendono di grande interesse per studiare e monitorare il SNC in moltissimi processi fisio-patologici.
Il progetto END intende mettere a punto una metodica per l’isolamento e la caratterizzazione molecolare di esosomi di origine neurale (NDE) in campioni biologici derivati da modelli neuropatologici. Ad oggi poco si sa sul ruolo degli NDE in modelli neuropatologici come i disturbi del neurosviluppo e questo progetto si concentrerà su questi disturbi, in particolare su quelli relativi all’ubiquitina ligasi 3A (UBE3A), una proteina che gioca un ruolo chiave durante lo sviluppo del cervello. Durante il neurosviluppo, UBE3A ha un ruolo cruciale: la sua mancanza provoca la Sindrome di Angelman (AS), mentre la sua over-espressione provoca sindromi dello spettro autismo: UBE3A rappresenta una delle cause genetica più rilevanti (~3%) ad oggi conosciuta per le sindromi dello spettro autistico.
Lo scopo di questo progetto è la messa a punto di saggi clinici basati sull’arricchimento selettivo di NDE mediante l’uso di antigeni specifici, partendo da campioni biologici cellulari neuronali e plasmatici, sia murini che umani, di AS, per identificare dei biomarcatori molecolari deregolati o difettivi nell’AS. Questo saggio e i biomarcatori individuati saranno poi utili per il follow-up longitudinale dei pazienti con AS, per il monitoraggio delle terapie (presenti e future) evitando molteplici procedure invasive o semi-invasive e anche per individuare nuovi potenziali target terapeutici. Questo tipo di analisi, rappresentando di fatto una potenziale finestra sui processi patologici cerebrali, sarà poi applicabile a qualsiasi tipo di ricerca neuroscientifica e ad altri modelli neuropatologici basati sull’isolamento di NDE.

Open Toolkit per la dialisi domiciliare

L’emodialisi è la terapia più comune per i pazienti con funzionalità renale gravemente insufficiente, che ad oggi affligge il 9% della popolazione mondiale. L’emodialisi consiste in un processo di filtrazione del sangue, che dura alcune ore e che deve essere ripetuto più volte a settimana, per tutta la vita rimanente del paziente, o almeno fino al trapianto, in ogni caso per diversi anni. Questo causa un abbassamento della qualità della vita, ed ha anche un grande impatto economico, rappresentando in Europa il 2% della spesa sanitaria.
La domiciliazione del trattamento di dialisi può essere una possibile soluzione, consentendo al paziente di riguadagnare una forma di indipendenza, di diventare un elemento attivo della terapia e di ridurre il rischio di depressione. E’ stato inoltre stimato che la dialisi domiciliare ha un costo di circa il 40% in meno rispetto alla terapia in reparto, con un risparmio di circa 40000 € l’anno per paziente. Inoltre, la Pandemia di COVID- 19 ha dimostrato come le terapie domiciliari siano necessarie per ridurre le infezioni, soprattutto in una popolazione affetta da altre comorbidità, come i pazienti con insufficienza renale. Nonostante le linee guida raccomandino l’emodialisi domiciliare, le difficoltà nella formazione del personale di assistenza (“caregiver”) e il possibile senso di insicurezza del paziente limitano la sua applicazione.
Il progetto ENDIADI (dal greco “uno per mezzo di due”) ha l’obiettivo di promuovere la dialisi domiciliare attraverso due azioni:
– facilitare e migliorare la formazione del caregiver, attraverso phantom ad alta fedeltà del paziente su cui imparare ad effettuare le operazioni di cannulazione;
– monitorare i parametri fisiologici del paziente per conoscerne lo stato di stress, attraverso sensori wearable, analisi dati multivariati e tecnologie di intelligenza artificiale, e stimare i benefici psicologici della dialisi domiciliare.
Il progetto, strutturato in 3 obiettivi operativi, farà uso di tecnologie avanzate connesse al tema di Smart Industry (additive manufacturing, i device wearable, tecnologie di intelligenza artificiale), e tool progettazione collaborativa come la piattaforma UBORA. Tra i risultati attesi, oltre ad un insieme di dispositivi che facilitino la transizione verso la dialisi domiciliare ed una quantificazione dei benefici per il paziente, anche la formazione di assegnista di ricerca in grado di gestire tecnologie legate a Smart Industry in ambito sanitario.

L’Eccezionale Valore Universale come categoria di progetto per guidare la progettazione territoriale e i processi di rigenerazione urbana a base culturale in Toscana

The HUL Guidebook. Managing heritage in dynamic and constantly changing urban environments, del 2011, raccoglie un regesto di esperienze pilota condotte in città dei diversi continenti con lo scopo di fornire elementi guida ad amministratori e operatori di tutte le città storiche per un corretto approccio alla gestione dello spazio urbano su base culturale coerente con i principi della comunità internazionale e dell’UNESCO.
Le raccomandazioni contenute nel volume fanno riferimento alla Methodology for the elaboration of the Management Plans for Urban World Heritage Sites, elaborata all’interno del progetto Atlas World Heritage per lo sviluppo di Piani di Gestione e Sostenibilità dei siti urbani patrimonio mondiale. Ricerca alla quale ha contribuito attivamente a portare avanti il Laboratorio congiunto HERE del Dipartimento di Architettura e del Comune di Firenze.
I Piani di gestione e sostenibilità sono strumenti in cui vengono identificate le linee d’azione per la gestione ampia di un sito patrimonio mondiale: dalla promozione del patrimonio alla sua protezione e conservazione attiva, al relativo controllo e monitoraggio. Nella tradizione fin qui condotta i piani di gestione si sono affiancati alla pianificazione urbanistica ordinaria, finendo per essere considerati come “semplici” piani di settore di ambiti circoscritti di territori urbani, seppur di grande spessore storico, architettonico e simbolico. La ricerca vuole mettere in discussione questo assunto e vuole dimostrare – partendo proprio dal volume HUL Guidebook, in almeno tre casi specifici – che tra i due strumenti non solo deve esserci dialogo, quanto una alleanza tecnica e culturale al fine di innestare le raccomandazioni dell’uno nell’operatività dell’altro.
La proposta di assegno ha una sua natura applicativa. I casi studio che saranno presi in considerazione sono quelli dei Comuni di Firenze, di San Gimignano e di Siena, per i quali sarà studiato un percorso di rigenerazione urbana a base culturale partendo dai rispettivi siti patrimonio mondiale. Città che hanno vissuto il portato turistico e culturale di essere siti Patrimoni mondiali e che ora con la pandemia da Covid-19 stanno vivendo un contraccolpo pesante che richiede un ripensamento delle politiche urbane, turistiche ed economiche finalizzate a contenere i flussi di overturismo, per restituire questi patrimoni ai cittadini residenti e a quelli attivi.
Il fine ultimo è quello di formare un assegnista di ricerca che possa poi applicare un approccio integrato in tutti i siti patrimonio mondiale della Toscana e dell’Italia.

Movimentazione manuale di carichi assistita con esoscheletri

Le attività che prevedono la movimentazione manuale dei carichi (MMC) da parte dei lavoratori sono spesso causa di sovraccarico biomeccanico che favorisce l’insorgere di malattie muscolo scheletriche lavoro-correlate: l’insorgenza di tali malattie rappresenta la causa principale di deterioramento della qualità della vita dei lavoratori e della loro capacità lavorativa. Il progetto EXOSUIT è mirato a fornire una risposta operativa a tale problematica, mediante lo sviluppo di un innovativo dispositivo robotico indossabile di tipo esoscheletrico, finalizzato al supporto della movimentazione di carichi.
EXOSUIT sfrutterà tecniche di attuazione innovative – sottoposte a tutela brevettuale – per ottenere i requisiti di performance necessari al supporto della movimentazione di carichi fino a 40 kg. Le soluzioni utilizzate per lo sviluppo di EXOSUIT consentiranno di poter utilizzare il dispositivo in una gamma assai ampia di casi applicativi riscontrabili in settori tra loro molto diversi, quali, ad esempio, quello automobilistico, navale, logistico, edilizio, siderurgico, ospedaliero.
L’utilizzo di EXOSUIT avrà un impatto positivo sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori: tutti i principali indicatori di rischio ergonomico da sovraccarico biomeccanico risultano proporzionali al carico trasportato che, grazie all’utilizzo del dispositivo proposto, potranno essere ridotti fino al 100% rispetto al carico di picco. Lo sviluppo di EXOSUIT potrà fornire all’impresa partner la possibilità di avviare un processo di diversificazione del mercato di riferimento rappresentato storicamente dal settore biomedico. La ricerca di nuovi mercati sarà possibile dall’ampliamento del portfolio prodotti, e permetterà all’impresa di proporsi come nuovo entrante nel settore dei dispositivi di ausilio alla movimentazione manuale dei carichi, per cui è previsto un rapido sviluppo nei prossimi anni vista la trasversalità intersettoriale di utilizzo. All’interno del partenariato WEARABLE ROBOTICS sarà responsabile del coordinamento attività di sviluppo e si avvarrà delle competenze di SSSA per l’analisi biomeccanica e la validazione scientifica. WEARABLE avrà anche il compito di definire la roadmap verso la commercializzazione, affrontando le questioni di prototipazione e ingegnerizzazione di prodotti. Tali attività saranno supportate da una analisi comparativa dei dispositivi esoscheletrici per l’ausilio alla MMC svolta da SSSA, che si occuperà anche della predisposizione della certificazione CE di EXOSUIT.

Biosensori basati su Intelligenza Artificiale e Nanomateriali per una nuova generazione di test Quantitativi rApidi

La rivelazione rapida di target biomolecolari, come, ad es, impronte genetiche oppure proteiche di microrganismi patogeni, costituisce una sfida di rilevanza globale in contesti critici come la diagnosi e il tracciamento di malattie infettive. BIANQA punta all’integrazione di concetti di machine learning e (nano)materiali avanzati per l’ottimizzazione di una nuova generazione di biosensori paper‐based. Esempi evocativi di saggi paper‐based sono i test antigenici rapidi per SARS‐CoV‐2 o similari, basati su setup di tipo lateral flow e su label colorimetrici come nanoparticelle d’oro, che, per l’intensità e stabilità della loro colorazione, costituiscono già una scelta d’elezione a livello commerciale. Nonostante i progressi recenti, questa tipologia di biosensori presenta però ancora limitazioni in termini di sensibilità, specificità e potenziale di utilizzazione quantitativa.
BIANQA intende esplorare l’implementazione di strumenti innovativi provenienti da ambiti complementari delle nano e info‐tecnologie per ottimizzare le prestazioni di questa tipologia di biosensori rapidi e low‐cost, e in particolare mediante 1. L’utilizzo di nanoparticelle anisotrope con colorazioni più intense e multiplexabili, ad es per l’indagine simultanea di più target biomolecolari; 2. L’adozione di strumenti di machine learning per quantificare la concentrazione dei target biomolecolari tramite la regressione di immagini spettrali del substrato cartaceo. Un ulteriore obiettivo prioritario di BIANQA è la formazione di un assegnista biotecnologo in un contesto di sinergie interdisciplinari e applicazioni industriali, che favoriranno il suo upskilling nel campo dei biosensori paper‐based e il suo reskilling verso le nanobiotecnologie e il machine learning. Il giovane assegnista sarà protagonista di tutte le attività progettuali e presidierà il raccordo operativo tra i partner accademici e industriali.
Il risultato atteso di BIANQA è il consolidamento della collaborazione tra i suoi partner accademici e industriali per il perseguimento di interessi sia di natura scientifica sia di impatto socioeconomico. Da ultimo, ma non per importanza, BINAQA contribuirà alla creazione di un profilo professionale capace di operare al crocevia di settori emergenti delle nano e info‐tecnologie e di distretti strategici per la Regione Toscana come l’industria bio‐medica e sonsoristica.

BIOFERTIlizzanti e bioprodotti “carbon negative” dalla valorizzazione di biomasse LEGNOse

Il progetto di ricerca “Biofertilizzanti e bioprodotti “carbon negative” dalla valorizzazione di biomasse legnose” (BIOFERTILEGNO) ha la finalità di indagare sulle potenzialità di due prodotti bio-based, derivati dall’industria della produzione energetica da biomasse agricole e forestali, chiamati biochar (B) e distillato di legno (DL). B e DL possono migliorare l’efficienza delle produzioni agricole Toscane, tramite la loro elaborazione con biostimolanti e altri fertilizzanti organici e/o minerali e trasformazione in nuovi biofertilizzanti e bioprodotti per la nutrizione vegetale e la protezione da patogeni e parassiti. All’interno del progetto si vedono coinvolti diversi partners:
1) il ruolo di organo di ricerca è ricoperto dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA-a) dell’Università di Pisa;
2) Esperia srl, impresa Toscana che produce B e DL che vuole ampliare il suo campo di vendita con prodotti innovativi “green”;
3) diverse imprese agrarie che sono interessate a partecipare alla sperimentazione, in quanto propense ad adottare nuovi mezzi e metodi di produzione che siano rispettosi dell’ambiente;
4) l’Instituto de Ciencias Ambientales de Toledo (ICAM) dell’Universidad de Castilla-La Mancha con cui il DiSAAA-a ha proficui rapporti scientifici e didattici e che è interessato a partecipare al progetto di ricerca, ospitando l’assegnista per delle analisi peculiari su B e DL; e
5) CIA Toscana che avrà il ruolo principale di divulgare i risultati del progetto ai vari portatori di interesse (altre aziende e associazioni di categoria, albi professionali ecc). Il progetto, che avrà la durata di due anni, prevede il forte coinvolgimento delle imprese agrarie nell’ospitare le prove sperimentali, in cui i bioprodotti e i biofertilizzanti verranno impiegati all’interno dell’agrotecnica aziendale, andando a sostituire o integrare i mezzi e le metodiche ordinarie. Le colture individuate per la sperimentazione sono sia ortive sia arboree (comprese vite e olivo), così da poter ampliare lo spettro di possibile utilizzo dei prodotti oggetti di sperimentazione su tutto il territorio Toscano, caratterizzando il progetto con un’elevata replicabilità e riproducibilità.

Sensoristica avanzata per beni culturali e benessere ambientale.

Il controllo sulla salubrità/qualità dell’aria e la fruibilità in sicurezza delle case, degli ambienti di lavoro, dei luoghi pubblici al chiuso è tema di cruciale interesse, accentuato ancor di più dall’attuale pandemia di SARS-COV-2 e relativa emergenza sanitaria e sociale. Tipicamente si fa uso di diverse strategie per la purificazione dell’aria (es: tramite sistemi a plasma freddo, a UV, ad ozono, filtrazione HEPA, etc.) ma poca attenzione viene posta sul monitoraggio quantitativo real-time dei parametri di inquinamento ambientale (gas vari, particelle (PM), droplets, temperatura, etc.) dovuti a fattori sia esogeni che endogeni, e sulla valutazione dei loro effetti combinati su ambienti, persone, cose. Questo progetto si propone di superare tali limiti, utilizzando gli spazi museali al chiuso come caso di studio (nello specifico il Museo del Bargello e quello Archeologico Villa Corsini di Firenze). Nel dettaglio si adotteranno strategie per la misurazione, monitoraggio e analisi dei parametri di temperatura, umidità, inquinanti ambientali, e si valuterà l’effetto che la loro alterazione (dovuta a fattori sia esogeni che endogeni) può avere sulle opere d’arte. La disponibilità in commercio di sensori di diverse tipologie, sviluppati per altre applicazioni e contesti e con lettura dei dati di tipo wireless (Internet of Things, IoT) consentirà al progetto proposto di partire con uno studio dello stato di inquinamento degli ambienti museali selezionati, verificando quali sono i parametri standard di fruizione del bene da parte dell’utente attraverso un monitoraggio remoto in tempo reale dei suddetti parametri, correlato nel tempo e nello spazio alla presenza di fattori endogeni ed esogeni, quali quelli sopra descritti. La sensoristica standard verrà poi integrata con una tipologia nuova di sensori appositamente calibrati e ingegnerizzati per tali ambienti museali, che permetterà di spingersi fino al livello delle singole opere d’arte. Su queste ultime infatti (in particolare medaglie, bronzetti, sculture in marmo come casi esemplari) la sensoristica valuterà lo stato di conservazione dal punto di vista di patine presenti sulla superficie e alterazioni del metallo o del marmo. Si arriverà nel complesso ad una valutazione quantitativa dell’effetto integrato di tutti i fattori menzionati sull’opera d’arte stessa, nel tempo, per poter poi elaborare strategie correttive “personalizzate” sulla singola opera e le sue esigenze specifiche, come si fa proprio nel caso della medicina personalizzata. I risultati ottenuti nell’ambito di questo progetto sono a nostro parere di interesse in altri contesti, come gli ambienti ospedalieri, gli abitacoli di auto, i mezzi pubblici, la domotica etc., consentendo quindi delle azioni migliorative specifiche e in real time, in funzione delle criticità che si presentano per azione di eventi interni o esterni.

Crescere Insieme CON-TestI

Il progetto mira a sviluppare conoscenze e competenze delle educatrici e degli educatori socio-pedagogici che, all’interno del Corso di Studio (CdS) in Scienze dell’Educazione e della Formazione (L-19) dell’Università degli Studi di Firenze, si formano rispetto alla lettura ad alta voce, intesa come strumento che favorisce il successo formativo e l’inclusione sociale dei bambini, degli adolescenti ma anche degli adulti, promuovendone il rafforzamento delle capacità cognitive e relazionali.
Il progetto viene realizzato attraverso un percorso di formazione che, sotto il profilo dell’offerta formativa del CdS, si configura per le studentesse e gli studenti come attività funzionale all’inserimento nel mondo del lavoro, equivalente a 3 Crediti Formativi Universitari (CFU), così come previsto dal Regolamento didattico del CdS medesimo. Il percorso si svilupperà in collaborazione con una rete di enti territoriali con esperienze di attività di promozione della lettura ad alta voce, in modo da consentire alle studentesse e agli studenti di mettere in pratica conoscenze e competenze apprese. Per raggiungere tale obiettivo, il progetto prevede, durante il primo anno: a) una mappatura delle esperienze più significative realizzate in Toscana; b) una ricognizione dei costrutti teorici, delle metodologie e delle tecniche impiegate a livello nazionale e internazionale nel campo della promozione della lettura ad alta voce. Nel corso del secondo anno, sulla base di tale mappatura si procede all’individuazione di una rosa di soggetti disponibili a collaborare con il CdS nella progettazione ed erogazione di un percorso formativo, in parte svolto presso l’Università, in parte sul territorio, volto a sviluppare conoscenze e competenze di lettura ad alta voce presso 150 studenti. Infine, lo stesso progetto si configura come un’azione volta a formare una figura professionale (il titolare dell’assegno di ricerca) sulla funzione della lettura ad alta voce nella crescita personale, mettendolo in grado di realizzare esperienze sul territorio per la sua promozione nei vari contesti formativi, in stretta collaborazione con l’istituzione universitaria.
L’obiettivo finale dell’Assegno di Ricerca è dunque quello di promuovere una formazione iniziale sulla lettura nei futuri educatori, la cui continuità nel tempo è garantita dall’essere compresa dentro l’offerta formativa del CdS, e che può correlarsi con l’esperienza di tirocinio, rafforzando le competenze pratiche in uscita delle studentesse e degli studenti.

Ceci, distillato di legno, biochar e intelligenza artificiale per un sistema agrifood smart e sostenibile

Scopo di questo progetto è la messa a punto di un sistema agrifood smart di coltivazione del cece piccolo aretino utilizzando biochar come ammendante e distillato di legno come biostimolante e biopesticida, basato sull’uso dell’intelligenza artificiale (imaging iperspettrale, machine learning e big data) per la prevenzione delle patologie di questa specie, che sia pienamente sostenibile, di qualità e che valorizzi l’agriobiodioversità locale della Toscana. La popolazione mondiale a fine 2020 è risultata superiore a 7.8 miliardi di persone. Riuscire a sfamare un numero così elevato di persone sarà una delle sfide del futuro prossimo. Sostituire le proteine animali con quelle derivate dai legumi può significare molto, per l’ambiente e per la riduzione del riscaldamento globale in quanto le proteine derivate dai legumi hanno un costo ambientale molto inferiore, garantendo al contempo un apporto nutrizionale molto elevato. Il cece è la terza leguminosa per produzione mondiale, dopo la soia e il fagiolo. Il cece piccolo aretino rientra tra i prodotti tradizionali della Toscana: si tratta di una varietà molto rustica, che ben si presta a coltivazioni a basso impatto ambientale. La valorizzazione energetica della biomassa vegetale di scarto della gestione forestale rappresenta un’importante opportunità per la lotta ai cambiamenti climatici. Un sottoprodotto di questo processo è un carbone vegetale noto come biochar, che se applicato ai suoli è un potente ammendante, in grado di contrastare la salinità e di favorire la ritenzione idrica. Un sottoprodotto della produzione del biochar è il distillato di legno, il cui utilizzo in agricoltura come biostimolante e biocida naturale (in dipendenza dalla dose) è molto promettente. Le tecniche di intelligenza artificiale saranno utilizzate attraverso machine learning e big data al fine di una corretta interpretazione automatica delle immagini da drone delle patologie fogliari da antracosi, che è la malattia del cece più frequente e dannosa, per individuare rapidamente i primissimi sintomi e poter intervenire “di precisione” prima che la malattia si diffonda.

Sviluppo di un sistema di indicatori per la governance della decarbonizzazione dei business model aziendali

Il progetto “CO2 KPI: Sviluppo di un sistema di indicatori per la governance della decarbonizzazione dei business model aziendali” mira a formare un’assegnista di ricerca in merito allo sviluppo e all’applicazione pratica di strumenti gestionali atti a supportare le imprese nel percorso di decarbonizzazione del business. La sfida della decarbonizzazione impone alle imprese la trasformazione dei modelli di business (MdB) verso un minore utilizzo di combustibili fossili e di emissioni di gas a effetto serra, in un’ottica di transizione verso la resilienza climatica. Aldilà delle necessarie soluzioni tecnologiche, tale obiettivo richiede l’apporto di strumenti gestionali capaci di supportare le singole imprese nel governare il processo di trasformazione del business. Il progetto mira a sviluppare e testare un modello di misurazione e monitoraggio della roadmap di decarbonizzazione delle imprese, basato su indicatori di performance relativi a ogni ambito operativo del MdB (approvvigionamento, produzione, distribuzione, smaltimento/riciclo etc) e sul calcolo di indici aggregati utili a evidenziare la variazione della performance aziendale in un determinato arco temporale. Il modello costituirà uno strumento gestionale a supporto del decision-making aziendale, utile a guidare il piano d’azione per la decarbonizzazione verso il miglioramento continuo e verso l’ottenimento degli obiettivi regionali e nazionali di decarbonizzazione. L’assegnista condurrà le attività necessarie allo sviluppo e alla validazione dello strumento con il supporto dell’Istituto di Management (IDM) della Scuola Superiore Sant’Anna e della società spin-off Ergo Srl. Grazie a un mix tra attività di studio e di applicazione operativa delle conoscenze, l’assegnista acquisirà competenze altamente spendibili, sia in azienda sia nella ricerca applicata, in merito alle più attuali metodologie e standard di misurazione della performance ambientale delle imprese, e allo sviluppo di strumenti applicativi per la gestione della sostenibilità aziendale.

Controllo Ottimo per Macchine Modulati

Il progetto si propone come oggetto lo sviluppo di tecniche di controllo e pianificazione del moto basate su ottimizzazione numerica in combinazione con i più recenti algoritmi di Machine Learning (ML) per massimizzare le prestazioni di macchine industriali modulari in ambito Industry 4.0 garantendo, laddove richiesto, la sicurezza degli operatori.
Il progetto si pone i seguenti obiettivi:
1. sfruttare appieno la potenzialità, in termini di minimizzazione tempo ciclo e/o massimizzazione efficienza energetica, delle macchine industriali attualmente largamente sovradimensionate per garantire livelli di accelerazioni compatibili con pianificazioni del moto e algoritmi di controllo non ottimali.
2. garantire la sicurezza degli operatori penalizzando al minimo le prestazioni di macchine e robot collaborativi che attualmente assolvono tale compito riducendo drasticamente la velocità risultando cosí frequentemente non economicamente convenienti e rallentando l’impatto della robotica collaborativa in Industry 4.0.
3. sviluppare algoritmi che siano compatibili con macchine modulari, ovvero caratterizzate da diverse geometrie e cinematiche, e possibilità di riconfigurazione dei propri giunti. Per raggiungere tali obiettivi sarà prima selezionato un set di task rilevanti dal punto di vista economico e rappresentativi delle attività di un settore industriale sufficientemente importante coordinandosi con il soggetto sostenitore esterno. Successivamente saranno definiti Key Performance Indicators e metriche per fare una valutazione quantitativa e continua dei progressi dell’attività.
Le sfide teoriche e tecnologiche saranno affrontate attraverso lo sviluppo di nuovi approcci per la pianificazione e il controllo concentrandosi sull’esplorazione di algoritmi di ottimizzazione deterministici per fornire garanzie sul rispetto dei vincoli in combinazione con tecniche basate su model predictive control e ML per ottenere un’esecuzione del processo a run-time. I risultati saranno validati dapprima in simulazione e successivamente attraverso una estensiva campagna sperimentale.

Sviluppo di COatiNgs superficiali in rame e sue leghe per appliCaziOni antiviRali e antibatteriche in ospeDalI e strutt sAnitarie

L’attuale pandemia dovuta al coronavirus SARS-COV-2 che genera la sindrome Covid-19 sta modificando radicalmente abitudini e stili di vita. Analogamente agli sforzi per ridurre l’impatto della sindrome Covid-19, è stato evidenziato che già prima dello scoppio dell’attuale pandemia, le strutture sanitarie e ospedaliere sperimentavano la morte di circa 50 mila persone l’anno per sepsi maturate nelle stesse strutture preposte alle cure. Il rame (Cu) e sue leghe, in primis l’ottone( Br), si sono mostrati materiali dall’eccellente carattere antivirale e antibatterico. Dal Maggio 2020, l’Istituto di Biofisica del CNR (IBF-CNR) e la KME Italy Spa (KME), leader mondiale nello sviluppo di prodotti in rame e ottone, hanno avviato a sviluppare una collaborazione tesa a sviluppare coatings superficiali capaci di abilitare, nei materiali con i quali sono integrati, un potere di straordinaria abilità antivirale e antibatterico. La presente proposta ricalca proprio questa idea, su cui, come detto, IBF-CNR e KME stanno già lavorando, ed è di ampia applicabilità in termini di superfici e materiali, includendo il settore sanitario, assoluta compatibilità ai protocolli medici inerenti i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI), e di altri settori critici quale prodotti basati sul tessile tecnologico nell’ambito trasporti, e nel settore cartario.
I coatings in Cu e Br sono sviluppati utilizzando questi metalli sotto forma di nanoparticelle (CuNP e BrNP) e nanofili (CuNW e BrNW) in quanto tali materiali quando utilizzati come componenti alla nanoscala presentano amplificate proprietà antivirali e antibatteriche, grazie all’altissimo rapporto superficie/volume. Grande attenzione viene posta alla possibile tossicità di tale nanosistemi e la collaborazione tra IBF-CNR e KME sta generando un nuovo approccio in termini di additive manufacturing capace di annullare la tossicità di tali nanosistemi per tutto il tempo di vita dei prodotti in cui vengono utilizzati.
L’attività biennale dell’assegno di ricerca si inserirà nell’attività pregressa portando a completamento lo sviluppo additivo di CuNP e BrNP e CuNW e BrNW come coatings superficiali sia a livello prototipale, con Technology Readness Level (TRL) pari a 5, fino allo sviluppo finale dei prodotti potenziali con le NP e NW capaci di arrivare in breve tempo sul mercato TRL>7.

Biosensore per la rilevazione precoce di infezioni microbiche

Ridurre le tempistiche di identificazione dell’agente patogeno responsabile di infezioni è una delle principali sfide che il personale sanitario si trova ad affrontare in ambito ospedaliere, in quanto una diagnosi rapida di infezione può rappresentare lo spartiacque tra la vita e le morte del paziente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i casi di infezioni nosocomiali associati ad una situazione clinica di sepsi si attestano intorno a 30 milioni di persone l’anno, con una mortalità di circa 33-35% ed un incremento medio annuo del 9-13%. Questo numero è purtroppo destinato a crescere in funzione dell’aumento di specie microbiche antibiotico resistenti. Le attuali tecniche di identificazione dei patogeni, convenzionalmente utilizzate all’interno dei laboratori ospedalieri, non sempre garantiscono rapidità della diagnosi, portabilità e facilità di utilizzo, caratteristiche fondamentali per poter svolgere analisi direttamente al letto del paziente. All’interno di questo scenario, il presente progetto si prefigge l’obiettivo di rispondere a questa impellente necessità, sviluppando un biosensore portatile che consenta una rapida e riproducibile identificazione di patogeni associati ad infezioni, tassello fondamentale per garantire gli obiettivi delle buone pratiche di “stewardship antimicrobica”, al fine di poter rapidamente allestire una adeguata terapia antimicrobica.
Il progetto propone lo sviluppo sperimentale, prototipazione e validazione di una soluzione diagnostica (biosensore elettrochimico) rapida e portatile, basata sui risultati di uno studio di ricerca applicata, sviluppato all’interno del laboratorio universitario dal quale è nata la start-up partner di progetto e dal Dipartimento di Biologia (Unità di Genetica e Microbiologia).
Il principio di riconoscimento del patogeno, alla base del suddetto biosensore, è basato sulla recente ed innovativa tecnologia CRISPR/Cas. Tale tecnologia è composta dall’utilizzo di un enzima programmabile al riconoscimento di DNA batterico, che potrà permettere di utilizzare il prototipo sviluppato per la rilevazione di diverse specie batteriche e/o geni associati a caratteristiche di antibiotico resistenza.

Alta formazione di giovani studiosi sulla complessiva disciplina giuridica degli archivi fotografici

Il progetto si propone di esaminare ed offrire soluzioni concrete alle principali problematiche giuridiche relative ai singoli prodotti fotografici e agli archivi nel loro complesso: dai diversi profili del diritto privato a quelli del diritto pubblico. Il progetto terrà in particolare conto della digitalizzazione degli archivi fotografici in atto, esaminando e fornendo soluzioni giuridiche operative alle complesse problematiche che tale digitalizzazione comporta. In particolare, i Partner – in spirito di fattiva collaborazione, fin dalle fasi iniziali di elaborazione del progetto – hanno fornito una prima indicazione dei temi che gli assegnisti saranno chiamati ad esaminare. Solo a titolo di esempio, sono stati indicati i seguenti: Analisi dei prodotti coperti da diritto d’autore e di quelli qualificati come fotografia semplice; la riproducibilità delle immagini, il riconoscimento o meno deli valore creativo; esame storico giuridico e comparatistico dei profili di conservazione e valorizzazione; disciplina giuridica della digitalizzazione degli archivi fotografici e dei connessi e conseguenti obblighi e diritti del titolare degli archivi; regime giuridico dei metadati correlati alle immagini (infofile, metadati e keyword); materiali d’archivio in pubblico dominio alla luce della normativa europea; analisi dei canoni concessori previsti dal Codice Beni culturali; analisi delle licenze CC in relazione a personaggi raffigurati, marchi e prodotti aziendali; disciplina giuridica delle opere d’ingegno e fotografie semplici, prive del carattere creativo; disciplina giuridica relativa all’uso di immagini fotografiche per l’addestramento di Intelligenze Artificiali. Gli assegnisti entreranno in diretto contatto con i partner per: a) verificare la tipologia di materiale detenuto e le sue modalità di gestione e valorizzazione; b) classificare giuridicamente le tipologie di prodotti fotografici e gli archivi; c) ricevere dai partner gli input circa i principali profili giuridici problematici nonché le esigenze di procedimentalizzazione e standardizzazione giuridica delle prassi di gestione e valorizzazione, anche sotto il profilo digitale; d) elaborare uno studio di inquadramento generale del fenomeno nei suoi molteplici profili, in collaborazione tra i tre assegnisti; e) proporre procedimenti e standard utili ai partner in risposta agli input ricevuti; f) disseminare i risultati della ricerca.

Structural Dynamic Analysis and Early Damping Prediction on Gas Turbine Combustion Chambers

L’obiettivo del presente progetto è lo sviluppo di nuove strategie per la stima dello smorzamento modale e dell’attrito nei componenti delle turbomacchine di nuova generazione. Le moderne turbomacchine hanno alte efficienze, elevate temperature ed altissime velocità di rotazione. Di conseguenza, l’accurata stima dello smorzamento modale e dell’attrito nei materiali risulta un aspetto cruciale nel design dei nuovi componenti e per lo sviluppo di nuove procedure di manutenzione. Tale conoscenza è particolarmente rilevante per le superleghe ad alta resistenza di recente concezione e deve essere estesa a un ampio range di temperature.
Per quanto riguarda la metodologia, a livello teorico il progetto si propone di usare strategie di stima non standard basate su algoritmi genetici e su reti neurali, unitamente ad algoritmi derivanti dal mondo dell’ottimizzazione topologica delle strutture. Tali approcci non sono mai stati testati in questo settore e presentano un enorme potenziale per problemi di grandi dimensioni come quelli trattati. A livello sperimentale il progetto vuole sviluppare metodi di identificazione innovativi per determinare le caratteristiche dinamiche dei componenti fin dalle prime fasi del progetto, riducendone quindi i rischi ed i costi di sviluppo. Tali metodi si fondano su algoritmi genetici e su reti neurali e sono in grado di migliorare in modo sostanziale le performance delle attuali tecniche basate su ping-test e su misure in campo. L’efficacia dei nuovi metodi sarà verificata su test-case indicati del partner industriale che comprenderanno camere di combustione e stadi di compressori e turbine.
I risultati del presente progetto avranno un notevole impatto sulla progettazione di componenti operanti ad alta temperatura, quali camere di combustioni e stadi di compressori e turbine. In particolare, la riduzione dei tempi di sviluppo e dei rischi associati, così come il miglioramento atteso nelle capacità di progettazione, consentiranno una rapida introduzione di sistemi di combustione a basso contenuto di CO2 (combustione di green fuels come idrogeno, ammoniaca e metanolo) e a basse emissioni di NOx (Ultra Low NOx combustion systems).
L’impatto della ricerca riguarderà anche le procedure di manutenzione preventiva, che richiedono una dettagliata conoscenza del sistema. I risultati della ricerca avranno un’importante ricaduta su molti ambiti industriali, quali i settori Energetico, Oil&Gas, propulsione aeronautica e automotive.

DAtazione con Radiocarbonio di DIpinti: dal supporto allo strato pittorico

Il progetto si propone di studiare la possibilità di datare dipinti e manufatti artistici nei quali siano usati pigmenti e/o coloranti attraverso la misura della concentrazione di radiocarbonio in frazioni carboniose estratte appunto dai materiali che caratterizzano lo strato pittorico. In generale, tipicamente, se pensiamo alla datazione con14C di un dipinto, si fa riferimento alla possibilità di utilizzare uno o più campioni prelevati dal supporto, sia esso di legno oppure di tela. Per quanto tale materiale dia un’informazione che può essere anche antecedente alla realizzazione stessa del dipinto, la scelta appare generalmente quasi obbligata vista la necessità, propria del metodo di misura, di prelevare un campione dall’opera, cercando ovviamente di minimizzare l’invasività. Il lavoro di ricerca tecnologica fatto negli ultimi anni per ridurre sempre di più la massa del campione da prelevare ha però aperto la possibilità di investigare una nuova strada, cioè quella di poter applicare il metodo di datazione anche a materiali estremamente innovativi come quelli che caratterizzano lo strato pittorico. Scopo del progetto sarà dunque quello di identificare la frazione carboniosa più adatta da estrarre, eliminando ogni possibile fonte di contaminazione che possa alterare la concentrazione di radiocarbonio. Per la misura della concentrazione di radiocarbonio in questi materiali, sarà utilizzata la linea di Spettrometria di Massa con Acceleratore (AMS) del LABEC, mentre la collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure permetterà di studiare la definizione del problema, condividendo anche materiali e opere da studiare.

Leveraging AI for enabling SMART operations in semi-automated LOGistics hubs

I magazzini hanno un ruolo centrale per l’operatività delle Supply Chain (SC) di aziende manifatturiere e provider di servizi logistici in diversi settori. La ricerca di tempi di risposta sempre più brevi, efficienza ed affidabilità delle operazioni, ha di fatto incentivato l’adozione di sistemi di movimentazione, trasporto e stoccaggio ad alta automazione (e.g. AS/RS) e contemporaneamente la ricerca di modelli avanzati di coordinamento delle operazioni logistiche, spesso supportati da sistemi informativi aziendali integrati e pervasivi.
Il progetto AI4SMARTLOG intende sviluppare strumenti decisionali basati su Artificial Intelligence (AI) per migliorare le performance delle operazioni logistiche in magazzini automatici sfruttando la grande mole di dati resa disponibile dai sistemi informatici che supportano la pianificazione ed esecuzione delle attività (Warehouse Management Systems, Enterprise Information Systems, Piattaforme di e-commerce, SCADA). In tale ambito l’AI può abilitare la progettazione di nuovi strumenti di Operational Intelligence e supportare operatori e manager sia nell’identificazione di direzioni di riprogettazione dei processi e dei sistemi esistenti sia nella messa a punto di logiche più efficienti per la gestione dinamica delle operazioni di movimentazione.
Il progetto si propone anche di contribuire alla formazione di nuove figure professionali, in grado confrontarsi efficacemente con i principali problemi dei moderni sistemi logistico distributivi (automatizzati e digitalizzati), sfruttando approcci di analisi e decision-making data-driven basati sull’AI, tipici del paradigma Industria 4.0. Il progetto permetterà quindi di formare un profilo professionale innovativo, ossia un process/data-scientist esperto di logistica, bilanciato sia nella conoscenza di dominio sia nelle competenze di modellazione e analisi dei dati, capace di cogliere le opportunità offerte dal modello Industria 4.0.

Intelligenza Artificiale ed imaging ecografico: una nuova generazione di dispositivi medici

Progettazione e sviluppo di algoritmi di Intelligenza Artificiale per l’elaborazione di immagini ecografiche finalizzati alla realizzazione di sistemi di supporto alla decisione clinica in diversi contesti patofisiologici tra cui quello cardiovascolare, metabolico e polmonare. Gli algoritmi sviluppati potranno essere integrati all’interno di dispositivi ecografici innovativi ed utilizzati da personale con ridotta esperienza ecografica così da poter essere impiegati in un vasto contesto, da quello ospedaliero e ambulatoriale, fino a quello di presenza sul territorio. L’implementazione di questo modello terrà in considerazione, fin dalle prime fasi dello sviluppo, requisiti regolatori e di usabilità in modo da accelerare il processo di introduzione dei sistemi sviluppati nella pratica clinica. In questo modo le potenzialità diagnostiche degli ultrasuoni potranno essere rese disponibili ad una sempre più ampia quota di popolazione anche in contesti complessi come quello della recente pandemia da Coronavirus.

Applicazione dell’Intelligenza Artificiale ai Big Data per la Medicina di Precisione

Negli ultimi anni, l’avanzamento delle tecnologie genomiche insieme a quelle informatiche ha permesso di ottenere risultati inattesi con enorme potenziale per rivoluzionare l’assistenza sanitaria sia per le malattie rare che per quelle complesse. Tali avanzamenti hanno rivoluzionato l’approccio allo studio del genoma e hanno posto le basi per leggere, in modo rapido ed efficace, e comprendere le informazioni contenute nel DNA, portando all’identificazione di oltre 500 geni responsabili di malattia prima sconosciuti. Tuttavia, la generazione di questa enorme mole di Big Data necessita oggi di nuovi approcci di Intelligenza Artificiale in grado di utilizzare, integrare e analizzare l’ampio pool di dati genomici e sanitari al fine di far avanzare la ricerca e la medicina personalizzata. Obiettivo principale del progetto è quindi quello di sviluppare e testare nuovi modelli di apprendimento automatico, che combinino informazioni genetiche e dati clinici, in grado di prevedere le traiettorie cliniche inclusa la presenza/resilienza di alcune malattie rare (ad es. sindrome di Rett e sindrome di Alport) e di malattie complesse come la disabilità intellettiva, il cancro e la variabilità alle infezioni. La piattaforma sviluppata sarà in grado di trasformare i dati omici in punteggi di rischio genetico con un potenziale senza precedenti di predizione, prognosi e trattamenti personalizzati, permettendo quindi di ottenere diagnosi più accurate e strategie terapeutiche più efficaci.

Artificial Intelligence for digital REStoration of Cultural Heritage

L’obiettivo del progetto è costruire un servizio web, basato su una Intelligenza Artificiale (IA) di tipo Rete Neurale Profonda, che consenta a ricercatori e restauratori di utilizzare dati grezzi di analisi scientifiche di imaging applicate a beni culturali, al fine di restaurare digitalmente opere pittoriche danneggiate o nascoste da uno strato pittorico più recente, da inserire nella infrastruttura cloud della rete nazionale interna all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) dedicata all’applicazione di tecnologie fisiche all’ambito dei beni culturali, il Cultural Heritage Network (CHNet). Il progetto prevede la collaborazione tra l’INFN, sezione di Firenze, con il suo nodo CHNet, e la Biblioteca Marucelliana; il partner eventuale che collabora alla realizzazione del progetto è l’Associazione Culturale PRISMA; tutti i soggetti partecipanti entrano in collaborazione apportando le proprie expertise specifiche e fornendo l’accesso alle strumentazioni necessarie, sia per lo sviluppo web, sia per la campagna di misure, e l’accesso a dati grezzi di precedenti campagne di misure svolte in collaborazione tra essi. Lo strumento sviluppato all’interno del progetto verrà poi integrato all’interno del cloud CHNet, che può offrire sia l’infrastruttura digitale dedicata, sviluppata e mantenuta dal Laboratorio Digitale per i Beni Culturali (DHLab), sia l’infrastruttura hardware e le tecnologie server necessarie, grazie anche al supporto di PRISMA. Il Cloud CHNet offre già servizi digitali specializzati nella gestione dei Big Data di analisi scientifiche per i beni culturali nell’ambito dei progetti europei ARIADNEplus e European Science Cloud (EOSC) – Pillar, dedicati alla digitalizzazione dei servizi e allo sviluppo di infrastrutture e servizi cloud per la ricerca nell’ambito dei beni culturali, e svolgerà un ruolo centrale anche nella costituzione del centro di competenza virtuale all’interno del progetto europeo 4CH, coordinato dalla rete CHNet. Al termine del progetto quindi, sarà possibile offrire a tutti i ricercatori e a tutti i restauratori associati un servizio digitale completo che consenta l’esperienza di restauro digitale di opere pittoriche, potendo ricostruire opere antiche sommerse dietro strati pittorici più moderni, dandoci la possibilità di ammirare opere perdute, anche se in una versione digitale, sfruttando al massimo le possibilità offerte dalla sinergia tra Intelligenza Artificiale e tecnologie fisiche di imaging applicate ai beni culturali.

Additive MAnufacturing process simulation and qualification for application of Lattice concepts to structural components Optimization

Il progetto di ricerca mira allo sviluppo di nuove metodologie di progettazione di componenti strutturali realizzati mediante il ricorso a strutture lattice prodotte attraverso la tecnologia Additive Manufacturing (AM) di materiali metallici denominata Selective Laser Melting (SLM).
Partendo dalla specifica tecnica di un componente individuato dal partner industriale e sulla scorta della scelta preliminare della tipologia di struttura lattice adatta a soddisfarne le esigenze funzionali, la ricerca si articolerà in attività progettuali, tecnologiche e di verifica sperimentale.
Le prime saranno volte a definire parametri per il dimensionamento ottimale della struttura lattice, quali dimensioni e orientazione della cella, dimensioni dei particolari costitutivi e modalità di popolamento del componente. A tal fine verranno sviluppati modelli analitici e numerici volti a predirne le proprietà meccaniche.
Le attività di natura tecnologica saranno volte allo sviluppo del processo di produzione di strutture lattice mediante SLM. Verranno, quindi, determinati i parametri di processo ottimali e le migliori strategie di costruzione della parte, indagando gli effetti che essi hanno sulle proprietà metallurgiche e sulle caratteristiche geometriche della singola cella e del componente. Si giungerà, infine, all’identificazione delle correlazioni esistenti tra parametri funzionali della struttura lattice e parametri di processo, in modo da non dover ricorrere a costose procedure tipo trial-and-error qualora si dovranno produrre componenti diversi da quello in oggetto.
Parallelamente a tali attività, verranno progettate ed eseguite specifiche prove volte a indagare le proprietà meccaniche, sia statiche che cicliche, delle strutture lattice prodotte impiegando le geometrie e i parametri di processo sviluppati. I risultati delle prove, interpretati mediante modelli appositamente sviluppati, verranno utilizzati per definire il successivo lotto di stampa.
Questa articolazione, sfruttando la libertà di progettazione e la rapidità di produzione proprie dell’AM, innescherà un ciclo iterativo che porterà ad una progressiva determinazione delle geometrie e dei parametri tecnologici ottimali per soddisfare le necessità funzionali del componente.
Le soluzioni adottate verranno infine validate attraverso la produzione del componente, individuato inizialmente dal partner industriale, e l’esecuzione di test meccanici volti a valutarne l’affidabilità nelle condizioni operative.

Rivestimenti compositi nano-strutturati per il trattamento anti-virale di materiali tessili

La domanda di prodotti tessili trattati per una protezione antibatterica e antivirale sta crescendo e il tema della salute e della protezione da virus e batteri è diventato una priorità anche per le aziende del settore| tessile-moda italiane. Inoltre, tali tessuti così funzionalizzati potrebbero trovare largo impiego anche in ambito ospedaliero, perché la biancheria per i letti di degenza, gli indumenti del personale o altri tessili riutilizzabili, possono facilmente comportarsi come veicolo di trasmissione. L’obiettivo principale del progetto Anti-Viral è quello di sviluppare, in accordo ai parametri dell’INDUSTRIA 4.0, un processo digitalizzato di funzionalizzazione di materiali tessili con un trattamento antivirale e antimicrobico, a base di polimeri e rame o soluzioni antivirali per evitare che i tessuti diventino una superficie idonea alla diffusione di virus e batteri nocivi. Tale trattamento potrebbe essere applicato alla realizzazione di dispositivi medici con proprietà antivirali come le mascherine chirurgiche, utili nel cercare di fermare la trasmissione del Virus. Nello specifico, tale trattamento antivirale dovrà essere prodotto nel rispetto di specifiche norme ISO.

Evoluzione mediante intelligenza artificiale di un ecosistema digitale integrato per la malattia rara Alcaptonuria

Garantire una medicina predittiva e di precisione, a supporto di percorsi di cura integrati e personalizzati è una sfida che richiede strumenti innovativi per condividere le best practice e la conoscenza clinica, in grado di superare in modo definitivo la frammentazione dei dati, il loro disallineamento semantico e poter garantire collaborazione interdisciplinare e multi-professionale. L’assegnista con il suo progetto dovrà affrontare questa sfida mettendo a fattore comune l’investimento di un sistema innovativo, definito portale della conoscenza clinica (PCC), finalizzato a supportare la comunità scientifica nella condivisione della conoscenza e a garantire la collaborazione clinica, con le competenze, l’esperienza e le informazioni che il Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’università di Siena (UNISI) dispone in qualità di coordinatore e riferimento di un network internazionale che studia l’alcaptonuria (AKU), una malattia metabolica rara. Il progetto mira a evolvere il PCC e dimostrarne funzionalità ed efficacia specializzando e configurandolo per supportare un approccio integrato alla AKU. Il PCC includerà funzionalità per formalizzare concetti e casi d’uso clinici, meccanismi di cross-referencing per supportare interoperabilità semantica fra diversi applicativi, con diversi sistemi di classificazione terminologica e avanzati servizi di data management per modellare e normalizzare la raccolta dati. L’assegnista si avvarrà delle conoscenze di UNISI per integrare anche sistemi di data analysis basati su soluzioni avanzate di big data e Artificial Intelligence (AI) per studi clinici e pre-clinici, già sperimentati in forma prototipale su un database definito ApreciseKUre che integra informazioni eterogenee di pazienti con AKU.

ARcheologie dell’Abbandono sulla Montagna di Mezzo

Scopo del progetto è fornire un set di dati e una metodologia transdisciplinare da applicare alla rigenerazione di quei territori definiti come “montagne di mezzo”, ovvero quelle aree, non propriamente collinari, ma nemmeno di alta quota, che sono spesso considerate marginali, di cui la Toscana è ricca. Il progetto intende perseguire questo scopo attraverso un’analisi archeologica e antropologica delle dinamiche di spopolamento e abbandono mettendo in risalto le continue rinegoziazioni delle relazioni tra comunità umane e ambiente, in un excursus diacronico dalla preistoria all’età contemporanea. Caso di studio sarà l’area montana versiliese, ricca di tracce materiali, utili alla definizione delle dinamiche insediative passate e presenti, la cui mappatura costituisce un punto di partenza imprescindibile per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei territori di altura. Tale obiettivo sarà raggiunto mediante una serie di attività interrelate e in particolare:
– raccolta dei dati archeologici editi e di archivio, loro sistematizzazione all’interno di una piattaforma online al fine di costituire un database di riferimento a cui i partner di progetto e gli altri soggetti operanti sul territorio, potranno attingere per creare nuove azioni di rigenerazione territoriale;
– mappatura delle tracce materiali di età moderna e contemporanea mediante ricognizioni archeologiche di superficie, che favorirà la comprensione delle dinamiche di popolamento e abbandono, con una nuova ottica di valorizzazione e riorganizzazione delle risorse culturali, quali agenti propulsivi di progetti di rigenerazione territoriale;
– raccolta, descrizione e analisi antropologica di fonti scritte e orali, tangibili e intangibili, al fine di disegnare mappe di comunità per la lettura e la rappresentazione delle dinamiche storiche, sociali e culturali che hanno caratterizzato le relazioni nel tempo con il paesaggio montano trasformandolo in risorsa attraverso la percezione, la memoria e il bagaglio esperienziale di chi vive e frequenta il territorio. Coerentemente con la ricerca antropologica, la cittadinanza parteciperà alla costruzione della piattaforma disegnando traiettorie di identificazione tramite la promozione di pratiche di crowdsourcing.
Il progetto vedrà la messa a sistema delle competenze del team di ricerca e dei partner del consorzio, andando ad arricchire le conoscenze, la formazione e il network relazionale del giovane ricercatore destinatario dell’assegno di ricerca.

Archeometria al Cantiere delle Navi Antiche di Pisa

Il progetto ARCANA è volto allo sviluppo di metodiche chimiche per la conoscenza e la valorizzazione di beni archeologici presenti sul territorio della Toscana. Il progetto si propone di coinvolgere enti di ricerca e luoghi di cultura (Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale-Università di Pisa, cantiere e museo delle Navi Antiche di Pisa-Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno) in un programma innovativo che intende utilizzare i sistemi più avanzati di indagine archeometrica basati su spettrometria di massa per studiare, conoscere e ricostruire attività e tecnologie del passato. In particolare, saranno oggetto di studio i residui organici associati a reperti quali contenitori ceramici rinvenuti nel Cantiere delle Navi Antiche di Pisa. I contenitori in questione erano verosimilmente atti al trasporto di merci di varia natura, come ad esempio olio e vino. Il loro studio permetterà di acquisire importanti informazioni sulla natura e la provenienza dei contenuti, ed eventualmente di ricostruire possibili relazioni di scambio e rotte commerciali. Non ultimo, il riconoscimento delle sostanze organiche risulterà di grande interesse ai fini espositivi e di fruizione del pubblico. In linea con le recenti tendenze della museologia, le conoscenze derivate dallo studio chimico dei manufatti permetteranno di approfondire la storia del reperto e di “animarlo” inserendolo in un contesto tecnologico/artigianale di preparazione dell’oggetto e dei materiali che lo costituiscono. Ciò contribuirà all’implementazione di allestimenti museali in grado di esporre e rappresentare non solo l’oggetto in sé ma anche l’uso a cui era preposto, la tecnica esecutiva, la descrizione dei materiali costitutivi, con la possibilità di mettere in luce i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo.
Aspetto fondamentale di questa ricerca è la sinergia tra la chimica e l’archeologia. In quest’ottica il ruolo svolto dall’assegnista di ricerca sarà fondamentale poiché, oltre a portare avanti la ricerca in campo chimico, esso costituirà un ponte tra il mondo universitario e le istituzioni culturali coinvolte. Da un lato, quindi, trasmetterà le proprie conoscenze e metterà a disposizione le proprie competenze tecnico-scientifiche, dall’altro avrà l’opportunità di entrare in contatto con realtà diverse, permettendogli di crescere culturalmente e professionalmente.

AI Read – ambiente digitale di promozione e assistenza alla lettura: accessibilità e riscoperta dei testi del patrimonio letterario e storico-culturale. Con case studies sugli archivi e le biblioteche di Ignazio Silone e Giacomo Matteotti

Nel 21° secolo, le persone hanno accesso ad un ampio bacino di conoscenze. Internet è diventato un mezzo fondamentale per l’apprendimento. Sempre più spesso le persone devono prendere decisioni su argomenti complessi e la lettura di materiale informativo rappresenta uno strumento essenziale per supportare processi razionali di pensiero. L’esito ideale del processo di lettura è la costruzione di una rappresentazione mentale coerente della questione esaminata, che tenga conto delle varie prospettive esposte nei documenti consultati. La ricerca ha fatto passi avanti significativi sul tema della comprensione di testi tratti da fonti digitali diverse, ma le ricerche sono state sviluppate per lo più in ambito scolastico e disciplino-specifico. E’ necessario supportare le competenze in lettura anche a livello trasversale e fornire ai cittadini un supporto alla lettura in presenza di argomenti complessi. Il progetto mira a potenziare le competenze di lettura critica nei cittadini coinvolti in processi decisionali. È importante supportare i cittadini nel valorizzare il ruolo della lettura nei processi decisionali, valutare l’affidabilità di ciò che leggono, e nell’integrare le informazioni che provengono da fonti diverse. A tal fine il progetto di propone di creare e validare dei percorsi di potenziamento delle competenze critiche da offrire attraverso canali extra-scolastici; creare e validare uno spazio virtuale che fornisca un supporto alla lettura critica di materiale informativo. A tal fine si prevede di creare un sito web che includa delle “pillole” (video corti) che mostrino come lettori esperti ragionino quando leggono testi che riportano posizioni contrastanti su di un argomento controverso. Tale sito includerà inoltre una web-app che permetta di strutturare il ragionamento inserendo dei testi. Tale offerta verrà affiancata da training da offrire a operatori ed educatori in contesti “strategici” per la lettura (ad esempio, biblioteche).

Archivi di dati da scanner multisensore per il riconoscimento di anomalie per la conoscenza e conservazione dei beni culturali

Il progetto, realizzato in collaborazione tra Università di Firenze (MICC-DINFO, area tecnologica) e Dr. Wolf, intende studiare, realizzare e verificare soluzioni tecniche innovative nell’ambito dei beni culturali applicando tecnologie di Intelligenza Artificiale e Robotica in ambito di imaging multispettrale per consentire la realizzazione di campagne di acquisizione e analisi automatica per la ricerca di reperti senza la necessità di realizzare scavi. In particolare: – il progetto intende creare il primo dataset multispettro in bande diverse da quelle del visibile (e.g. radar, metal detector, time of flight) per il riconoscimento di anomalie con tecniche di deep learning; la creazione di nuovi dataset è fondamentale nell’ambito del Deep Learning per consentire lo sviluppo e valutazione di nuove tecniche; – il progetto intende creare un archivio aperto per dataset per il riconoscimento di anomalie in diversi tipi di materiali di interesse per i beni culturali, es. per analisi archeologiche, per aggregare i risultati di campagne di acquisizione e valutazione da parte di altri gruppi di ricerca; – sul piano scientifico intende studiare ed implementare la prima applicazione di tecniche di computer vision per anomaly detection basata su deep learning in spettri radar e multisensore. Lo scopo è quello di estendere le tecniche inizialmente nate per l’analisi di immagini nello spettro del visibile a dati ottenuti da sensori basati su tecnologie molto diverse tra loro capaci di ottenere per questo segnali tra loro complementari, come per es. radar olografici e metal detector; – sul piano tecnologico intende implementare un sistema di navigazione robotica per acquisizione automatica e ripetibile da sensori multispettro. Lo scopo è quello di consentire una campagna di acquisizione più facilmente ripetibile e sistematica rispetto a sistemi che richiedono la guida manuale per lo spostamento dei sensori.

Automated eXtreme AutomatIon with eXplainable AI

Industrio 4.0 e Intelligenza Artificiale stanno rivoluzionando i processi aziendali e la gestione dei sistemi produttivi. Connettività pervasiva e digitalizzazione aumentano le interazioni uomo-macchina, i dati a disposizione deglì operatori e i parametri per efficientare i processi. La promessa è di esplorare nuove soluzioni per migliorare il ciclo produttivo e la qualità/quantità dei prodotti lavorati. Tuttavia, la ricerca di una configurazione ottimale diventa complessa e dispendiosa, richiedendo operatori altamente qualificati. Il problema è forte in aziende che operano globalmente e rispondono ad esigenze di paesi diversi tramite ampie gamme di prodotti. Questo è ancora più sentito in settori dinamici come quello del tessuto-nontessuto (TNT), dove il prodotto e i requisiti qualitativi sono spesso innovati richiedendo riconfigurazioni delle produzioni con conseguente degrado prestazionale prima di tornare a regime. Extreme Automation e la controllante A.Celli Group, leader mondiale nel settore di macchine per il cartario e TNT, affrontano questa sfida in prima linea anelando ad approcci model- e data-driven automatizzati capaci di reagire rapidamente a cambi esogeni nel mercato o endogeni (guasto nel sistema). Le aziende raccolgono sempre più dati sulle loro macchine, con nuovi strumenti (sensori, camere, … ) o in nuove fasi (testing, in produzione dai clienti, … ).
Il progetto svilupperà una metodologia basata sull’uso di grandi moli di dati per sistemi software autoadattivi per la parametrizzazione automatizzata di processi industriali altamente configurabili. Il software coadiuverà l’operatore in decisioni critiche, spesso lasciate all’esperienza, per efficientare l’impianto o riconfigurarlo rapidamente dopo guasti o cambi di produzione. Grazie a dati raccolti in tempo reale, il software userà tecniche di statistical learnlng della famiglia dell’intelligenza artificiale spiegabile (explainable Al), capaci di prendere decisioni e di giustificarle.
Il progetto riguarderà tutto il ciclo di sviluppo, dall’analisi dei requisiti. all’adattamento di tecniche di statistical learning al dominio, al monitoring nell’impianto. Garantirà l’usabilità con interfacce per operatori non esperti.
L’assegnista sarà coadiuvato da esperti del dominio, Extreme Automation e A.Celli Group, e da accademici specialisti in
– Modellazione, sviluppo ed analisi di sistemi adattivi altamente configurabili e business processes.
– Analisi di big data con statisticaI learning.

Sotto Siena

La SABAP-SI è preposta alla tutela di un territorio estremamente ricco e complesso. Per adempiere ai propri doveri istituzionali l’Ente necessita di strumenti adeguati alla conoscenza dei territori di competenza. Questa necessità risulta oggi insoddisfatta per la mancanza di soluzioni tecnologiche appropriate. Il caso della città di Siena è oltremodo emblematico: la tutela archeologica promossa dalla SABAP si scontra con una miriade di dati inediti di scavi pregressi e con una ampia porzione di territorio mai oggetto di ricerca. La “riscoperta” di scavi e ricerche passate e l’acquisizione di nuovi dati possono offrire un panorama completamente nuovo per l’archeologia di Siena con un impatto diretto sulla vita della città. Il progetto prevede tre principali linee di ricerca: 1) elaborazione di un Sistema Informativo Archeologico 3D di Siena su piattaforma web avanzata fruibile attraverso sistemi immersivi; 2) acquisizione ed elaborazione dei dati radar tramite sistema di ultima generazione (Stream-X di IDS) degli spazi pubblici (strade e piazze) di Siena per la mappatura degli elementi archeologici (e di tutti i sottoservizi) fino a ca. 3 m di profondità; 3) immissione nel Sistema Informativo Territoriale di tutte le conoscenze storico-archeologiche e geologiche della città e delle interpretazioni dei rilevamenti radar. Il progetto è caratterizzato da un’elevata qualità scientifica e innovazione del tutto coerente con le nuove roadmap della Regione Toscana (cf. n.3 RS e ICT – et n.1 ICT e n.2 PIATTAFORME), con il PNR 21-27 (Piano Nazionale della Ricerca) e il cluster Nazionale per i beni culturali TICHE. La disponibilità di dati Radar di tutta la città di Siena e di un sistema informativo 3D per la gestione di dati pregressi e correnti rappresenterà uno strumento mai proposto in Italia e altrove. Le implicazioni per le attività della SABAP (ma anche del Comune) saranno notevoli migliorando la capacità di fornire prescrizioni puntuali, a favore del cittadino. La trasferibilità dei risultati è molto elevata verso tutte le città sul territorio nazionale ma anche a livello internazionale. Un aspetto sostanziale è l’aumento delle conoscenze archeologiche con opportunità di narrazione di nuovi scenari storici sia tramite supporti tradizionali sia attraverso tecnologie virtuali e immersive messe a disposizione dal Santa Chiara Lab (Università di Siena) e trasferibili al pubblico tramite il Polo Museale della Toscana.

Studio di superfici dipinte mediante tecnologie ottiche avanzate: dal rilievo 3D all’analisi della struttura interna

Nel processo conoscitivo di una superficie dipinta a fini di studio o preliminare all’intervento di restauro, l’analisi stratigrafica è fondamentale poiché dà informazioni sulla storia realizzativa/conservativa dell’opera. Basata sul prelievo di materiale, viene oggi effettuata non a contatto e in modo non-invasivo con la tomografia ottica coerente (OCT), tecnica ottica che consente la rivelazione delle superfici di separazione in mezzi semi-trasparenti. Non meno importante è l’analisi 3D delle superfici dipinte, solitamente considerate oggetti bidimensionali per i quali l’analisi ad immagine è ritenuta esaustiva. Nuove possibilità di indagine sono fornite: dal rilievo 3D, che ha trovato ampia applicazione nella diagnostica di macro- o micro-deformazioni della superficie e controllo delle differenze introdotte da un restauro; dalla microscopia ottica non lineare (NLOM, oggetto di una ricerca europea, progetto IPERION CH collegato allo sviluppo dell’infrastruttura E-RIHS) che permette la caratterizzazione di oggetti microscopici all’interno di sistemi eterogenei. La microscopia non-lineare riveste un ruolo essenziale per l’imaging di campioni biologici e solo di recente è stata applicata allo studio di oggetti del patrimonio culturale. In particolare, sono riportati risultati dell’analisi micro-strutturale su opere lignee e degli strati di corrosione su campioni metallici in argento. Nel campo delle superfici dipinte, invece, la ricerca è agli albori: è stato studiato il degrado delle vernici protettive il monitoraggio della pulitura laser su campioni verniciati. La corretta analisi dello stato di conservazione comprende anche la caratterizzazione dell’opera dal punto di vista storico e la conoscenza dell’autore: l’applicazione di tecniche di datazione diventa necessaria in mancanza di dati d’archivio. Il presente progetto si propone di applicare nuove tecniche microscopiche non lineari, cioè la fluorescenza con eccitazione multi-fotone (MPEF) e la generazione di seconda e terza armonica (SHG, THG) per la determinazione degli spessori degli strati pittorici e l’analisi materica dei pigmenti; di produrre il rilievo 3D su scale e a risoluzioni differenti, sia per lo studio strutturale sia per l’analisi morfologica dello strato superficiale; di applicare nuove tecniche di datazione per la contestualizzazione storica. I risultati verranno integrati al fine di mettere in relazione le deformazioni del supporto con le formazioni di sollevamenti/distacchi di colore.

Tutela del patrimonio culturale da eventi estremi di precipitazione: il quartiere di Santa Croce a Firenze

La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e il Complesso Museale di Santa Croce sono soggetti ad alluvioni urbane e danneggiamenti delle opere, causati da piogge intense e di breve durata su aree di estensione limitata, ormai sempre più frequenti per il cambiamento climatico in atto. Obiettivo della ricerca è la tutela dei beni culturali e artistici, delle aree più vulnerabili del quartiere di Santa Croce, dai danni provocati dalle alluvioni urbane. La ricerca, che prevede il coinvolgimento attivo della BNCF e dell’Opera di Santa Croce, si sviluppa attraverso alcuni obiettivi specifici: 1) rilievo del sistema di drenaggio degli edifici storici; 2) sviluppo del sistema informativo e del modello idraulico del sistema di drenaggio urbano; 3) implementazione di un sistema di monitoraggio in continuo di grandezze idrologiche e idrauliche; 4) definizione delle strategie di prevenzione del rischio di alluvioni urbane. Il rilievo, applicando anche nuove tecnologie geofisiche in corso di sperimentazione in ambiente urbano, integrato con i dati già disponibili, consente di definire il sistema di drenaggio esistente, individuando i punti critici e le eventuali infrastrutture “dimenticate”, utili ai fini della protezione idraulica. Il sistema informativo e la modellazione, incluse le interazioni con il Fiume Arno, sono di riferimento per l’implementazione del sistema di monitoraggio e dei piani di prevenzione dei rischi e di reazione alle emergenze. Il sistema di monitoraggio, integrativo di quello esistente, servirà, anche attraverso tecniche di data analytics, a definire il sistema di allertamento ad integrazione dei piani di emergenza eventualmente esistenti. Un ulteriore obiettivo della ricerca riguarda la consapevolezza dei rischi per le persone e i beni culturali e artistici. La Basilica di Santa Croce e la BNCF sono luoghi con molti visitatori all’anno, la creazione di spazi narrativi ed esperienziali che consentano di seguire le varie fasi del progetto in relazione anche ad altre attività e progetti su tematiche affini, attraverso installazioni audio, video, digitali, costituisce un ottimo “laboratorio” di promozione della percezione del rischio idraulico. Il progetto è applicativo e innovativo, per una strategia di resilienza alle alluvioni urbane dei beni culturali, che tiene conto allo stesso tempo di prevenzione, gestione, allertamento e protezione. I risultati possono essere applicati e adattati a musei e archivi diversi sia a Firenze che altrove.

La Toscana Egittologica tra Musei e Archivi

La Toscana ha avuto un ruolo storico fondamentale nella formazione dell’Egittologia. A Pisa, infatti, fu
istituita nel 1826 la prima cattedra di Egittologia al mondo per Ippolito Rosellini; nel 1828-29, inoltre,
l’orientalista pisano organizzò e diresse con J.F. Champollion la prima spedizione scientifica in Egitto che
fornì un’eccezionale mole di documenti, manoscritti e splendidi disegni, oggi conservati presso la Biblioteca
Universitaria di Pisa, e una straordinaria raccolta di antichità egizie, divise tra il Louvre e Firenze. I circa
2000 reperti destinati al Granduca furono spediti da Rosellini al porto di Livorno, scalo obbligato di tutte le
antichità che nel XIX secolo dall’Egitto arrivavano in Europa confluivano verso altri centri toscani e le grandi
collezioni di Torino, Parigi, Londra, Berlino, Leida ecc. Di questi reperti alcuni rimasero a Pisa e oggi sono
esposti nel Museo dell’Opera del Duomo e nelle Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa.
Una tale importanza, ben chiara agli addetti ai lavori, è quasi sconosciuta al di fuori della nicchia
egittologica. Il progetto si propone quindi di creare una rete di connessioni tra quegli operatori culturali
della regione che conservano materiale sulla missione di Rosellini e sulla formazione delle collezioni egizie
esistenti o comunque passate per la Toscana. In particolare, si vuole studiare, digitalizzare e indicizzare i
documenti della Biblioteca Universitaria di Pisa e dell’Archivio di Stato di Livorno relativi alle collezioni
giunte dall’Egitto nella prima metà dell’800, e collegarli tra loro e con gli oggetti stessi tramite un’app/web
app e un sito web creati appositamente. Inoltre, coniugando il digital storytelling su diversi formati (testi,
immagini HD, video, modelli 3D dei reperti del Museo dell’Opera del Duomo di Pisa e delle Collezioni
Egittologiche dell’Università di Pisa) si racconteranno tutti i passaggi che dalla Valle del Nilo hanno portato
alla creazione di altri grandi musei come il Museo Egizio di Torino. La platea illimitata del web garantirà una
diffusione ottimale della conoscenza del patrimonio culturale toscano e, di conseguenza, una grande
visibilità per gli operatori coinvolti. In tal senso, fondamentale sarà la partecipazione al progetto
dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico che, attraverso la Europeana Foundation e la sua piattaforma
digitale creata dalla Commissione Europea, darà una dimensione continentale ai frutti del lavoro
dell’assegnista.

Nuove tecnologie digitali per la produzione di arte drammatica: la figura del TEcnologo di Sintesi Scenica

Il progetto TESS vuole realizzare la connessione tra discipline sino ad ora considerate funzionalmente distanti integrando la formazione culturale di stampo umanistico/artistica e la formazione tecnologico/scientifica per soddisfare la richiesta di nuove figure professionali in grado di implementare l’evoluzione dell’arte scenica e della pedagogia dell’arte drammatica sfruttando tecnologie digitali “4.0” come realtà virtuale e realtà mista. A questo scopo il progetto propone la creazione della figura di “Tecnologo di Sintesi Scenica” (TESS) tramite un percorso di alta formazione e ricerca applicata che vede integrate le tecniche di composizione dei sistemi scenici tradizionali di arte drammatica con le tecnologie digitali più avanzate. A questo fine il laboratorio di Robotica Percettiva (PERCRO) dell’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna fornirà le competenze nello sviluppo di Ambienti Virtuali e nelle tecnologie di Realtà Mista che il titolare dell’assegno di ricerca del progetto avrà l’opportunità di implementare in collaborazione con l’operatore della filiera culturale e creativa regionale (Fondazione Teatro della Toscana) e con il Centro Culturale di Teatro – Accademia del Teatro di Firenze. In un ambito di sviluppo innovativo di prodotti culturali, con particolare riferimento alle nuove tecnologie per il teatro, la creazione di una figura come il Tecnologo di Sintesi Scenica risulterà sempre più fondamentale per realizzare produzioni drammatiche e performative che valorizzino le tecnologie digitali abilitanti per i beni culturali.

Social Learning, allestimenti museali, lingua, interazioni: percorsi conoscitivi per il Museo del tessuto di Prato

Il Progetto “Tessuti SOCIALI” (SOCial Learning, Allestimenti museali, Lingue, Interazioni”) intende ideare ed elaborare percorsi virtuali interattivi finalizzati alla migliore fruizione del Museo del Tessuto di Prato principalmente (ma non esclusivamente) da parte di visitatori adulti, italofoni e non italofoni. Tra questi ultimi, segnaliamo principalmente gli appartenenti alla comunità cinese (una delle più numerose sul territorio italiano), ma anche albanese e rumena. l’ambiente virtuale in cui i percorsi saranno realizzati avrà una interfaccia multilingue e i contenuti verranno corredati con attività interattive che, oltre a rendere più accessibili i percorsi e arricchire l’esperienza conoscitiva delle aree museali e dei manufatti esposti contribuendo ad attivare e sostenere la motivazione a visitare il Museo, favoriranno anche lo sviluppo delle competenze linguistiche e della consapevolezza interculturale degli utenti. L’ambiente virtuale garantirà la massima usabilità, sarà realizzato mediante tecnologie open source (dunque non sono previste ulteriori spese per il suo allestimento) e sarà fruibile mediante device fissi e mobili. I contenuti saranno ideati e realizzati con l’ausilio di tecnologie che consentono l’utilizzo di realtà aumentata, aspetto che attiva e sostiene il coinvolgimento degli utenti (engagement). I video e le immagini utilizzate saranno corredati da attività che consentano l’interazione sia con i contenuti (proponendo percorsi personalizzati in base alle risposte fornite), sia con gli altri utenti (comunicazione mediante strumenti sincroni e asincroni; condivisione di risorse; folksonomy ecc.), in modo da sviluppare sostenere forme di apprendimento sociale. Al fine di incoraggiare la partecipazione in presenza e allargare il bacino di pubblico del Museo, le risorse digitali verranno elaborate includendo elementi di gamification (ad esempio ottenimento di badge da “spendere” durante le visite) che, come è noto, presentano positive ricadute motivazionali sugli utenti, come ampliamente dimostrato sia da esperienze didattiche, sia dalla formazione in impresa. A integrazione di questa fase, una parte del Progetto prevede attività di mediazione che si concretizzano in momenti di narrazione e condivisione delle esperienze di fruizione del Museo vissute dagli studenti, inseriti nelle scuole di vario ordine e grado. Tale pubblico, infatti, è risultato nel tempo più facilmente raggiungibile e, di conseguenza, potrà rappresentare un canale privilegiato per il coinvolgimento dei cittadini, inclusi migranti adulti. Questi momenti, che avranno come principali destinatari le famiglie e i membri adulti della comunità di appartenenza, potranno essere realizzati in presenza, coinvolgendo insegnanti e mediatori linguistici o, ancora, mediante tecnologie digitali. Durante questa fase del progetto saranno valorizzati tutti i repertori linguistici degli utenti destinatari, in un ottica pluriculturale e plurilingue.

Teatro intelligenza artificiale ed economia

Il progetto è realizzato in collaborazione tra Università di Firenze (MICC-DINFO area tecnologica e DISEI area scienze sociali), Fondazione Teatro Metastasio di Prato e alcuni operatori (Tecnotessile, B&C Speakers) che già operano nella filiera e che in prospettiva potrebbero operare in una innovativa filiera a base locale della produzione artistica. Il progetto intende studiare, realizzare e verificare soluzioni tecniche innovative in ambito teatrale e le loro implicazioni economiche. In particolare:- sul piano tecnico il progetto intende studiare e verificare le potenzialità e le opportunità dell’inserimento delle tecnologie di Intelligenza Artificiale e Internet delle Cose in ambito scenico e teatrale per a) creare ambientazioni adattive con effetti scenici, effetti di presenza, effetti sonori e grafici che possano stimolare gli spettatori – con l’implementazione di software intelligenti di visione artificiale in grado di analizzare e interpretare la scena e riconoscere gesti e movimenti degli attori in tempo reale e quindi attivare luci, movimenti di scena, suoni coerenti con l’interpretazione in grado di amplificarne la portata emotiva; b) creare nuove forma di espressività attraverso l’interazione tra computers e attori – attraverso l’implementazione di software intelligenti che possano operare su dispositivi indossabili dall’attore, che siano in grado di tracciare in tempo reale ai movimenti di un altro attore, interpretarne il parlato e produrre in combinazione con sintetizzatori vocali frasi coerenti contestualizzate alla scena e alla situazione; – sul piano economico il progetto intende analizzare l’impatto dell’inserimento di queste innovazioni tecnologiche sull’organizzazione in ambito teatrale e sull’intera filiera. In particolare, il progetto si propone di sviluppare un’analisi puntuale sulle possibilità di innovazione nella complessa filiera della produzione teatrale tenendo conto sia delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie che delle opportunità legate alla valorizzazione e l’adeguamento dei modelli organizzativi e delle competenze esistenti. Tra le varie opportunità di innovazione, il progetto si concentrerà su quelle che hanno le maggiori possibilità di contribuire a rafforzare processi di sviluppo locale.

Trattamento Automatico di Varietà Storiche di Italiano

La disponibilità di archivi testuali digitali di rilevanza strategica per le discipline umanistiche cresce di giorno in giorno, molti dei quali forniscono testimonianza di varietà storiche di italiano. Tuttavia, l’accesso e l’interrogazione dei testi al loro interno rimane ancora rudimentale, ad es. circoscritta alle stringhe di caratteri che costituiscono il testo. Se ciò rende difficoltoso l’accesso ai testi per lo studioso, può diventare una reale barriera per l’utente non addetto ai lavori. Il progetto TrAVaSI intende affrontare questo problema costruendo i presupposti per modalità di accesso e navigazione di testi testimonianza di varietà storiche della lingua, indirizzate a un’ampia varietà di utenti, che vanno dallo studioso a operatori culturali, educatori fino al cittadino che vuole sapere di più della propria lingua e della sua storia. Questo obiettivo verrà perseguito mediante metodi e tecniche per il Trattamento Automatico del Linguaggio (TAL). L’applicazione di metodi e tecniche di TAL alle fonti primarie alla base degli studi umanistici rappresenta ancora oggi una sfida. Metodi e strumenti sviluppati per le lingue moderne non possono essere applicati come tali a varietà storiche della lingua: essi necessitano di specializzazioni a vari livelli, lessicale, morfo-sintattico e sintattico. In questo modo, si creano i presupposti per modalità avanzate di accesso ai testi, che fanno astrazione dalle forme che vi ricorrono, permettendo – ad esempio – ricerche per lemma. Gli archivi testuali trattati includono anche testi strutturati come i dizionari. La recente disponibilità online di opere monumentali come i dizionari storici digitali rappresenta un passo fondamentale per lo studio della lingua italiana e la sua storia. Tuttavia, le modalità di accesso e navigazione di dizionari non sempre sfruttano appieno le possibilità derivanti dall’articolazione dell’entrata lessicale. Anche su questo versante, il progetto si propone di migliorare le modalità di interrogazione di dizionari storici, rendendoli fruibili da una vasta utenza. Le due linee di attività presentano sinergie che verranno esplorate nel progetto. Inoltre, risultati raggiunti verranno integrati all’interno di infrastrutture di ricerca che ne amplieranno visibilità, accessibilità, interoperabilità con risorse simili e riusabilità in contesti diversi. Prime sperimentazioni per quanto riguarda la trasferibilità dei risultati ad altri contesti applicativi verranno condotte nella fase finale.

Virtual Integrated Environment for Arts, Routes, Territories, Exhibitions

Obiettivo è la realizzazione di un ambiente software, attualmente non disponibile, che permetta l’integrazione di banche dati sul patrimonio culturale e la pubblicazione di percorsi ed esposizioni virtuali e di supporto a visite in loco, e la sua sperimentazione su casi di studio della Toscana nord-occidentale. La valorizzazione del patrimonio culturale presenta sempre più una componente di diffusione web. Attualmente, però, gli strumenti WEB di gestione di banche dati e quelli di presentazione di contenuti non offrono agli operatori una flessibilità adeguata. Il progetto, che assume come linee guida i riferimenti tecnologici e normativi descritti nelle raccomandazioni per i siti tematici di AgID, Minerva e OTeBAC, copre l’esigenza di un’infrastruttura tecnologica che si ponga come “ambiente di lavoro” per l’operatore culturale, faccia da “cerniera” tra le banche dati (BeWEB, Europeana, Internet Culturale ecc.) e gli strumenti di pubblicazione in rete (CMS MOVIO ecc), operi come applicazione in rete, permetta di produrre percorsi di visita o esposizioni virtuali, disponibili come app sia per computer sia per dispositivi mobili e utilizzabili anche come supporto a reali visite in loco. Lo strumento verrà applicato a casi di studio significativi della Toscana nord-occidentale la cui conoscenza, fruizione e valorizzazione richiede l’integrazione tra beni di natura diversa (oggetti, edifici, libri, documenti, paesaggi, beni immateriali ecc.), e dunque delle relative banche dati, nonché tra le istituzioni responsabili del patrimonio culturale partner del progetto. In particolare, lo strumento avrà ampia sperimentazione grazie a 3 casi studio di ambiti diversi: le diffuse statue vestite polimateriche (ARTI); la via Francigena (ROTTE e TERRITORI); la mostra Rinascimento inedito in programma al Museo Diocesano di Massa (ESPOSIZIONI). Sviluppato attraverso l’integrazione tra i due assegnisti, un informatico e uno storico dell’arte, e un’ampia rete di partner, tale strumento innovativo di valorizzazione del patrimonio porterà vantaggio agli operatori della filiera culturale, che potranno con esso realizzare in proprio percorsi e esposizioni virtuali e di supporto a visite in loco, arricchendo e stimolando in tal modo la partecipazione del pubblico. Promuoverà inoltre nuove opportunità di lavoro e professionalizzazione sia per esperti del patrimonio, sia per guide e operatori turistici, sia per informatici che svilupperanno nuove competenze applicative. La collaborazione con l’ Ufficio BBCC della Conferenza Episcopale Italiana, che rappresenta tutte le realtà ecclesiali, e l’interesse di IDS, una PMI informatica, garantiscono una possibile continuità dopo il termine del progetto.

Villa Guinigi organizatione for the community involvment

Il progetto propone una nuova strumentazione metodologica e applicativa per la progettazione delle attività del Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, ed è incentrato su due assi principali: 1) Analisi dell’attuale modello gestionale del Museo alla luce del contesto nazionale e internazionale, al fine di rilevare aree di possibile sviluppo e miglioramento; 2)realizzazione di una innovativa piattaforma digitale che combini le esigenze di presentazione del museo con quelle del catalogo scientifico. I due assi sono strettamente interrelati e la loro integrazione mira al rinnovamento della vita del Museo Nazionale di Villa Guinigi e del suo ruolo sia nel contesto cittadino sia nel più ampio contesto nazionale e internazionale. Il museo infatti, privo anche di strumenti di base come un sito web efficiente e di un catalogo scientifico aggiornato, è chiuso per un numero significativo di ore della settimana e durante i festivi e il suo ruolo può definirsi del tutto marginale. Il progetto si propone di dare un contributo concreto al fine di colmare queste lacune, dotando innanzitutto il museo di una strumentazione che lo possa allineare alle migliori esperienze italiane ed estere e facendone il fulcro di analisi di impatto socio-culturale. Oltre a costituire un elemento di forte cambiamento e discontinuità, il progetto costituisce la base essenziale per lo sviluppo del museo che consentirà una programmazione per le future attività e renderà il museo un importante elemento della formazione e della ricerca, nel campo dell’analisi e della gestione del patrimonio culturale, per sua natura interdisciplinare, anche con il coinvolgimento delle più giovani generazioni. Inoltre, il progetto si integra con l’altro progetto, sempre presentato da IMT e dal Polo Museale della Toscana, inerente il Museo Nazionale di Palazzo Mansi a Lucca. Infine, va ricordato che il progetto si potrà sviluppare in un contesto particolarmente favorevole, avendo il Polo Museale della Toscana e la Scuola IMT Alti Studi Lucca siglato una convenzione che dà il via ad una collaborazione per la progettazione culturale tra i musei lucchesi e l’università del territorio, promuovendo in tal modo sia l’apporto di idee progettuali innovative nella vita degli istituti museali, sia la possibilità di qualificate esperienze sul campo per i giovani dottorandi di IMT, che si caratterizzano per l’interdisciplinarietà della formazione e la varietà delle provenienze geografiche e culturali.

Voci dall’Italia Repubblicana: cronologie, appartenenze politiche e di genere, identità nell’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano

VIR ha l’obiettivo di qualificare il profilo professionale di un ricercatore attraverso un percorso di alta formazione finalizzato all’ampliamento delle conoscenze storiche e letterarie apprese in ambito accademico con nuove competenze acquisite con la definizione e l’applicazione di modelli innovativi di fruizione e di valorizzazione del patrimonio culturale. Il patrimonio individuato è quello della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale (ADN), istituzione che dal 1984 conserva e valorizza scritture autonarrative. La volontà di rendere fruibile il patrimonio ad ampie fasce di pubblico, il costante incremento del fondo (ad oggi costituito da oltre 8.300 testi) e l’avvento delle tecnologie digitali sollecitano oramai da diversi anni in ADN la ricerca e l’individuazione di soluzioni adeguate e innovative per l’organizzazione e la gestione della documentazione archivistica. L’ultimo progetto realizzato – che ha portato alla messa online della piattaforma “Elette ed eletti” con la Direzione Scientifica della Professoressa Patrizia Gabrielli – ha visto consolidarsi la collaborazione di ADN con la società E-Simple. I risultati ottenuti rappresentano, quindi, le basi di partenza per lo sviluppo del presente progetto. VIR, prediligendo un taglio interdisciplinare che conferisce centralità al Genere, e attraverso il ricorso a diverse metodologie di indagine, si propone di valorizzare, attraverso adeguati strumenti ed una rigorosa contestualizzazione temporale, i materiali documentali custoditi da ADN con l’obiettivo di favorire l’approfondimento storiografico e la divulgazione della storia dell’Italia Repubblicana, sensibilizzando verso le tematiche di genere e sui processi di costruzione della cittadinanza democratica. Il ricercatore analizzerà il fondo archivistico ponendolo in connessione con altri generi di scrittura che hanno contribuito alla formazione delle memorie individuali e degli immaginari sociali. La ricerca si propone, ad esempio, di considerare la produzione di figure rappresentative del giornalismo italiano, a partire dai numerosi interventi e reportage di Saverio Tutino, fondatore di ADN. Il percorso beneficerà dalle competenze apportate da E-Simple – azienda toscana, da oltre 12 anni leader nel campo dell’innovazione digitale – con la finalità di definire e validare soluzioni originali di mediazione funzionali alla messa a disposizione degli esiti di ricerca sia a favore di esperti e studiosi sia verso pubblici generalisti.

Virtualità intErattiva nel paRco di pinOcchio

Le tecnologie ICT possono favorire la comprensione e la fruizione del patrimonio culturale ponendosi a supporto dell’esperienza di visita e del rinnovamento delle modalità di esposizione. In particolare, i sistemi in realtà aumentata possono favorire un maggiore e più ampio coinvolgimento del pubblico, contribuendo al superamento di barriere cognitive per un accesso più inclusivo. In questo progetto si intendono esplorare le potenzialità offerte dalle più moderne tecnologie incluse quelle indossa bili sia per la produzione di nuovi contenuti sia per la valorizzazione e l’arricchimento dell’offerta culturale regionale, valutando percorsi tematici virtuali e in realtà aumentata. Le attività di ricerca prevederanno la realizzazione di un dimostratore all’interno del Parco di Pinocchio a Collodi. Si prevede di realizzare un’interfaccia interattiva in realtà aumentata finalizzata a rendere animati i mosaici della Piazzetta di Venturino Venturi ripercorrendo le Avventure di Pinocchio. L’interfaccia sarà usufruibile sia su visori indossabili dedicati (consegnati dal personale all’ingresso del parco) sia mediante app su smartphone, scaricabile liberamente. Il visitatore, inquadrando con il dispositivo le scene dei mosaici, sarà in grado di visualizzare un’animazione tridimensionale perfettamente integrata con la scena reale, dando l’illusione che il mosaico si animi nello spazio. Le animazioni saranno realizzate sotto la supervisione artistica della Fondazione Collodi e potranno avvalersi, per quanto riguarda la regia e lo storyboard, anche della collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Pisa, Alma Artis, con cui CNR-ISTI ha di recente stipulato un accordo di collaborazione scientifica.

Approcci Data-Driven per Servizi di Trasporto Resilienti E Sostenibili

M.A.I.O.R., da oltre 30 anni punto di riferimento per il software per la pianificazione dei servizi di trasporto collettivi, ha un significativo vantaggio competitivo nell’accesso ai dati relativi al trasporto pubblico dei suoi numerosi clienti nazionali ed internazionali.
Le moderne tecnologie impiegate per monitorare il servizio di trasporto pubblico forniscono una mole di dati immensa, che viene frequentemente utilizzata per estrarre informazioni qualitative e quantitative a scopo di analisi o rendicontazione ma raramente per estrarre informazioni utili a migliorare il servizio offerto. Informazioni su eventi di disruption, ritardi, frequentazioni, possono essere valorizzate per aumentare la qualità del servizio e renderlo più resiliente agli eventi imprevisti e più adeguato alla domanda di mobilità pubblica.
La crescente elettrificazione del parco mezzi aumenterà i problemi relativi all’incertezza sui tempi di percorrenza e gli eventi di disruption, perché i mezzi elettrici hanno vincoli di autonomia molto più stringenti che li rendono meno adatti ad affrontare allungamenti del servizio imprevisti. Lo scopo del progetto è riuscire a valorizzare le diverse tipologie di dati facendone un uso integrato che permetta di valutare la bontà e la robustezza del servizio offerto e di stimare gli effetti sull’utenza di eventuali eventi di disruption.
E’ quindi fondamentale analizzare questi dati per scoprire correlazioni nascoste, al fine di estrarre informazioni utili ad aumentare la conoscenza del soggetto pianificatore. Queste informazioni saranno alla base della realizzazione di indicatori e tools che permettano di valutare la robustezza e la qualità del servizio, che supportino il pianificatore nell’apportare interventi migliorativi al servizio e, infine, che consentano di mettere in relazione i costi di questi interventi con gli effetti sull’utenza in maniera da valutarne la sostenibilità e l’applicabilità.
Il progetto presuppone un approccio multidisciplinare all’utilizzo di questi dati per il quale è cruciale la collaborazione tra le competenze di M.A.I.O.R. relative all’analisi dei sistemi di trasporto pubblico e l’esperienza dei docenti del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa nei campi dell’intelligenza artificiale, data mining, analisi statistica e ricerca operativa. Gli indicatori e i tools che verranno prodotti in forma prototipale potranno essere ingegnerizzati ed integrati all’interno di suite di pianificazione commerciali per poter essere applicati sul campo così da poterne valutare gli effetti reali su diversi servizi di trasporto.

Produzione AERoponica in serra e indoor di ORTaggi da foglia per la quarta gamma ad alto valore nutraceutico

Il progetto AERORT ha lo scopo di coltivare in aeroponica, in serra o indoor, senza l’uso di fitofarmaci di sintesi, varie tipologie di lattughe ad elevato contenuto nutraceutico (elevato contenuto in composti antiossidanti), biofortificati (con selenio, iodio, zinco e rame), con ridotto contenuto di nitrati, destinati all’industria degli ortaggi di quarta gamma e di prima gamma evoluta. La tecnica aeroponica consentirà anche una notevole riduzione del consumo di acqua ed elementi fertilizzanti, e della produzione di rifiuti (ad es. non ci sono substrati esausti da smaltire).
L’innovazione sarà possibile grazie all’utilizzo combinato di due brevetti detenuti da due aziende con sede centrale o operativa in Toscana:
1) airfloating (brevetto della PMI Innovativa Edo Radici Felici s.r.l.), sistema per la coltivazione in idroponica di specie da foglia ad alta densità; l’azienda ha realizzato un prototipo di circa 300 mq. in un capannone nel comune di Quarrata;
2) Non-Thermal-Plasma (NTP; brevetto della ditta JONIX S.p.A.), sistema per la produzione di plasma freddo per la ionizzazione evoluta (sanificazione) dell’aria (efficace anche contro il SAR-COVID-19) ed eventualmente di acque reflue. Se applicato nelle soluzioni nutritive, le disinfetta e produce lievi stress sugli apparati radicali con l’incremento della clorofilla, carotenoidi e altri composti antiossidanti.
Il progetto svilupperà dei robusti protocolli di coltivazione che, combinando entrambe le tecnologie, permettano, utilizzando la più avanzata tecnologia di illuminazione LED fornita dal partner C-LED assieme alla tecnica della biofortificazione con elementi minerali aggiunti nella soluzione nutritiva, di ottenere ortaggi con un alto valore nutrizionale e nutraceutico, una bassa carica microbica, privi di residui di fitofarmaci, con un’ottima qualità organolettica e durata in post-harvest. La collaborazione con un partner leader nella produzione di ortaggi di quarta gamma (Bertelli S.r.l.) permetterà di avere un riscontro oggettivo della qualità della produzione ottenuta. La ricerca proposta permetterà all’assegnista di ricerca di acquisire competenze davvero uniche nel panorama del mondo del lavoro come la gestione degli impianti di climatizzazione e di coltivazione aeroponica in serra e indoor (come ad esempio le vertical farms), il controllo biologico dei parassiti e dei patogeni della coltura, e nelle analisi chimiche-microbiologiche di laboratorio su soluzioni nutritive e campioni vegetali.

Spettroscopie innovAtive e di microimaGing per la pRoduzIone Sostenibile e di qualità di sPECie orticole

L’agricoltura si trova progressivamente ad affrontare scenari economici, sociali e ambientali in rapida evoluzione che la obbligano a individuare innovazioni tecnologiche per realizzare pratiche sostenibili in termini ecologico-ambientali e di compatibilità economica. Le stesse esigenze si applicano all’orticoltura e al vivaismo ortofrutticolo per cui migliorare le produzioni dal punto di vista non solo quantitativo (come nelle colture estensive) ma anche qualitativo genera un importante valore aggiunto. In questo contesto sviluppare sistemi di agricoltura di precisione basati sul monitoraggio dello stato di salute e di crescita delle piante può riuscire nell’intento di coniugare sostenibilità e innovazione per una gestione avanzata delle coltivazioni.
In questo progetto si intende sviluppare un approccio integrato di tecniche fotoniche in grado di dare in tempo reale, o quasi reale, una risposta sullo stato di salute di specie orticole di principale interesse per il relativo comparto produttivo attraverso informazioni di immediato utilizzo da parte dell’azienda agricola. Le informazioni ricavate saranno di supporto alle decisioni agronomiche e riguarderanno nello specifico la vigoria e le qualità nutraceutiche della pianta attraverso un monitoraggio di principali condizioni di stress.
In primo luogo verranno sviluppate tecniche basate su 1) spettroscopia Raman da utilizzare per il monitoraggio in campo di principali marcatori di stress attraverso sistemi portatili e 2) su surface-enhanced Raman spectroscopy (SERS) per il riconoscimento ultrasensibile di polifenoli associati a condizioni di stress ossidativo. Il grado di innovazione offerto dalla sensoristica ottica sopra proposta sarà ulteriormente supportato dall’implementazione di tecniche già sperimentate sia per il monitoraggio in campo che per l’indagine di laboratorio quali 3) il metodo basato sullo shielding della fluorescenza della clorofilla per la stima in situ dei nitrati e flavonoli fogliari e 4) microimaging Raman confocale per localizzare i composti fenolici antiossidanti all’interno della lamina fogliare.
In conclusione l’approccio proposto intende dare strumenti innovativi basati sulla spettroscopia ottica per un impiego pratico in campo e a livello di laboratorio in ambito agri-food e che possano fornire risposte rapide per la selezione di specie con maggiori qualità nutraceutiche (ridotti nitrati, antiossidanti) e maggiore resistenza agli stress abiotici legati ai cambiamenti climatici.

Paleontologia virtuale, un approccio non invasivo e per la fruizione, diffusione e condivisione del patrimonio paleontologico

La paleontologia virtuale è lo studio dei resti fossili attraverso la visualizzazione digitale tridimensionale in ambiente virtuale. Rappresenta un insieme solido e consolidato di strumenti che consentono un duplice utilizzo. Se da un lato questo insieme di tecniche consentono l’esecuzione di studi anatomici non invasivi e di analisi anche tridimensionali, un secondo, e non meno importante, fronte di attività in cui la “paleontologia virtuale” permette di essere attivi è quello della disseminazione e della divulgazione di dati ed informazioni relative alle discipline paleontologiche, grazie alla dimensione virtuale. La ricostruzione 3D della morfologia interna ed esterna di un campione può rivelare dettagli precedentemente sconosciuti che hanno importanti implicazioni morfologiche, anatomiche e evolutive. L’approccio della paleontologia virtuale o paleontologia digitale, sta diventando sempre più diffuso, grazie al fatto che le tecnologie e le tecniche coinvolte sono sempre meno costose, più accessibili, e relativamente rapide (sebbene l’elaborazione dei dati possa richiedere tempi lunghi). Inoltre, la standardizzazione delle procedure, oltre a consentire acquisizioni di routine per la ricerca scientifica, permette il loro impiego nelle attività della terza missione, come per esempio la diffusione di dati e risultati della ricerca (“public engagement”). Le due principali tecniche di acquisizione dei dati nella paleontologia virtuale sono tecniche di tipo tomografico (che consentono la acquisizione di dati sulle morfologie e anatomie anche “interne”) o tecniche di acquisizioni di dati di superfice. I metodi di scansione 3D delle superfici forniscono un’acquisizione dei dati relativamente veloci (e di dettaglio elevato) della “topografia” esterna nonché (quando si utilizza la luce strutturata) i dettagli di trama e colore della superficie. La possibilità di associare i dati acquisiti con due sistemi diversi (tomografia+scansione 3D) consente infine consentono di ottenere la risposta di maggiore efficacia analitica ed effetto visivo

Dalla Preistoria all’Antropocene: nuove tecnologie per la valorizzazione dell’eredità culturale della Versilia

La Versilia è caratterizzata da un turismo prevalentemente balneare che si concentra sui litorali, dove si registrano fenomeni di overcrowding in particolare durante la stagione estiva; per contro i numerosi beni culturali ed ambientali della pianura costiera sono ancora poco conosciuti e visitati. Sul territorio insistono tre musei archeologici relativi a tre diversi periodi storici (preistorico, etrusco e romano) e diversi siti archeologici distribuiti lungo la pianura, ai quali si aggiungono beni ambientali rilevanti come il lago di Massaciuccoli o quello di Porta. Tuttavia, la sinergia tra i diversi poli culturali (museo civico di Camaiore, di Pietrasanta, museo archeologico Massaciuccoli Romana e Oasi Lipu) è ancora molto limitata, così come il collegamento di questi poli con il territorio. Il presente progetto si propone di promuovere il patrimonio culturale diffuso della bassa Versilia e favorire una maggiore sinergia tra gli enti. Il tema dell’evoluzione ambientale (dalla preistoria ad oggi, fino ad arrivare a possibili scenari futuri) costituirà il filo conduttore di itinerari reali e virtuali appositamente ideati, che consentano di promuovere nel suo insieme l’eredità culturale del territorio versiliese. Il progetto prevede quindi di realizzare scenari di evoluzione del territorio integrando in ambiente GIS dati di diversa origine (archeologici, storici, cartografici, geologici, ambientali). Le mappe paleogeografiche digitali saranno la base su cui costruire gli itinerari, che consentiranno di collegare i musei tra loro e con i siti archeologici presenti sul territorio. Sarà inoltre realizzata una piattaforma webbased sviluppata con tecnologie totalmente Open Source, in cui saranno incluse anche le schede informative di ciascun sito. Tali schede saranno anche consultabili con smart phone attraverso la scansione di QR Code resi disponibili su pannelli informativi presenti in prossimità dei siti stessi. Il turista sarà invitato a seguire un percorso cronologico che lo porterà a scoprire il patrimonio culturale diffuso della Versilia nel suo insieme. Oltre a favorire la promozione turistico-culturale dell’area, il presente progetto permetterà quindi di aumentare la consapevolezza dei cittadini rispetto alle problematiche ambientali, anche attraverso l’acquisizione di nuovi dati e la risistemazione di quelli pregressi, e di stabilire protocolli di gestione e valorizzazione integrata dei beni validi anche per altri territori.

Piattaforma di Digital Storytelling

PDS ha l’obiettivo di supportare la preservazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale materiale e immateriale conservato dall’ADN, tramite il supporto delle nuove tecnologie ICT e delle competenze culturali e creative maturate attorno ai nuovi media, con il fine ultimo di ideare e/o implementare soluzioni, strategie e buone pratiche per massimizzare l’accessibilità, usabilità e il riuso creativo dei materiali ivi conservati, incrementare la partecipazione attiva dei portatori di interesse e della cittadinanza nei processi di raccolta e divulgazione del diario auto-biografico e favorire un turismo culturale e sostenibile, intercettando nuovi pubblici e creando nuove audience. Riconosciuto a livello nazionale e internazionale come una vera e propria “istituzione” della scrittura popolare (dal 2009 il suo patrimonio documentario è nel Codice dei Beni Culturali dello Stato), l’ADN affronta oggi, tuttavia, una serie di criticità che ostacolano il pieno sfruttamento delle sue potenzialità, in termini di accessibilità del patrimonio, usabilità dei materiali digitalizzati, visibilità presso l’insieme dei portatori di interesse. L’insieme di ostacoli al pieno sfruttamento delle potenzialità dell’ADN può essere affrontato tramite una strategia di comunicazione integrata, imperniata sul connubio fra tecnologie ICT, soluzioni creative di storytelling e strategie di audience engagement, funzionali rispettivamente a garantire massima accessibilità e usabilità dei contenuti nel rispetto della singolarità di ogni oggetto, della privacy dei suoi protagonisti e degli eventuali diritti di cui sono beneficiari, a massimizzare l’attrattività delle narrazioni auto-biografiche e del loro valore storico-documentale, a coinvolgere attivamente i portatori di interesse e la cittadinanza nei processi di valorizzazione e diffusione, con effetti virtuosi sul potere d’attrazione esercitato da tale oggetto su nicchie sempre più consistenti di turisti attivi (viaggiatori culturali, ricercatori, artisti, studenti, amatori). Il risultato principale del progetto sarà l’ideazione di un prototipo di una piattaforma integrata per l’accesso e il riutilizzo creativo dei materiali. Le soluzioni, strategie, concetti e buone pratiche ICT individuate da PDS confluiranno in un toolkit pubblicato in licenza Creative Commons sulla piattaforma stessa, al fine di favorirne la replicabilità.

Public History Remix: riuso e valorizzazione di archivi audiovisivi per una esperienza interattiva

Public History REMIX si propone di investigare nuove metodologie per la fruizione e valorizzazione del patrimonio audiovisivotoscano. Vuole proporre soluzioni innovative per la fruizione e il riutilizzo da parte del pubblico di archivi audiovisivi tramite: l’estrazione semiautomatica di contenuti, una catalogazione che tenga in considerazione i contenuti estratti, l’accesso facilitato in una piattaforma che consenta all’utenza di “rimescolarli” per creare nuovi materiali nel rispetto dei diritti vigenti. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Laboratorio di Cultura Digitale, la Fondazione Sistema Toscana (FST) e il Festival dei Popoli. La FST, provvede, per la Regione Toscana, a catalogare, conservare e rendere fruibili i materiali “culturali” audiovisivi e multimediali e gestisce l’Archivio-Mediateca Toscana, con oltre 10.000 film (3.700 documentari), 9.000 libri, 350 periodici, 5.000 immagini, 4.500 dischi e 300 CD di colonne sonore. L’Archivio è connesso con il Festival dei Popoli Istituto Italiano per il Film di Documentazione Sociale che possiede oltre 25.000 titoli di documentari corredati di materiale illustrativo, una biblioteca ed emeroteca con i cataloghi dei festival cinematografici di tutto il mondo e un archivio di registrazioni audio e video di incontri. Si tratta di un patrimonio ingente ed estremamente prezioso, che non è solo doveroso conservare e catalogare, ma soprattutto rendere disponibile al pubblico per farlo diventare motore creativo di nuove realizzazioni che recuperino la nostra storia in maniera partecipata (Public History). Oggi le nuove tecnologie devono e possono consentire un accesso appropriato al patrimonio culturale, in quanto gli strumenti digitali sono in grado di dargli nuova vita, recuperando i materiali archiviati per realizzare nuove opere (remix), fornire fonti e spunti per condividere le diverse visioni della storia. Da queste necessità (conservazione e catalogazione) e potenzialità (valorizzazione e riuso) nasce il progetto Public History REMIX. La Public History è una disciplina nata negli anni ‘70, ma diffusasi in Europa di recente, che intende promuovere la conoscenza storica presso pubblici diversi, valorizzando pratiche ed esperienze che puntano sul coinvolgimento attivo di gruppi e comunità, anche nel mondo digitale. Il termine remix indica l’attività di modifica di un’opera attraverso l’aggiunta, la rimozione o il cambiamento di una o più delle sue parti al fine di creare qualcosa di nuovo.

Tecniche innovative di ablazione laser e plasma freddo per il restauro

La conservazione di superfici di interesse artistico è da sempre un compito impegnativo per i restauratori. Diverse metodologie sono state sviluppate nel tempo utilizzando metodi meccanici, solventi e, più recentemente, tecniche innovative tra cui trattamenti laser e al plasma. I trattamenti laser delle superfici di manufatti artistici rappresentano un approccio di eccellenza nel restauro, caratterizzato da elevata precisione, selettività e minimo impatto. Inoltre, il recente lancio sul mercato di nuove sorgenti laser di alta potenza (DPSS e laser in fibra attiva) permette di prevedere una loro crescita significativa nel prossimo futuro, a condizione che lo sfruttamento di dette sorgenti sia accompagnato da studi metodologici sistematici per la definizione di procedure operative ottimizzate. Per quanto concerne il plasma, negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di sistemi a pressione atmosferica (plasma freddo). Questi hanno visto applicazioni in vari ambiti (bio-medico, industriale), e isolatamente nel settore dei beni culturali. Gli interessanti risultati hanno destato l’attenzione degli addetti ai lavori, in relazione al fatto che, similmente all’irraggiamento laser, l’utilizzo del plasma evita l’uso di solventi, non è a contatto e può produrre trasformazioni e rimozioni attraverso azioni fisiche e chimiche molto superficiali. In particolare, promettenti applicazioni del plasma freddo sono state dimostrate nella conversione degli strati superficiali metallici corrosi, mentre l’ossidazione di superfici attaccate da agenti biologici è allo stato attuale una frontiera della ricerca con potenziali ricadute anche in ambito commerciale. Nel Presente progetto si intende verificare il grado di efficacia e durabilità dei trattamenti in un studio comparato su campioni selezionati di materiale in relazione alle caratteristiche delle sorgenti e ai parametri di interazione allo scopo di definire metodologie e protocolli di intervento. Di questi aspetti saranno direttamente interessati i restauratori/conservatori in sinergia con i ricercatori del CNR e di El.En. La composizione chimica, la morfologia stratigrafica e superficiale e le proprietà ottiche e meccaniche delle superfici trattate saranno studiate prima e dopo i trattamenti. Dopo un’attenta valutazione dei dati sperimentali sarà possibile giungere ad una classificazione dei pro e dei contro delle tecniche testate e dell’impostazione ottimale dei parametri. Questi costituiscono l’input per il miglioramento tecnologico dei prototipi forniti da El.En. e per l’ottimizzazione dei processi.

Modelli Innovativi per la conservazione PREventiva in ambienti MUseali e DEpositi temporanei post-emergenze

La conservazione del patrimonio culturale richiede lo sviluppo di tecnologie che contribuiscano a preservare il bene culturale nei suoi diversi aspetti (tangibili, intangibili e funzionali )- riducendo il rischio di danni, garantendo l’accessibilità e valorizzando valori culturali ed economici del bene – potendosi adattare a un ambiente dinamico per l’effetto dei cambiamenti climatici, per il mutare delle esigenze espositive, o per il verificarsi di eventi catastrofici. I musei di piccole e medie dimensioni spesso hanno difficoltà ad introdurre le tecnologie necessarie per rispettare gli standard internazionali, a causa di risorse finanziarie insufficienti, della mancanza di conoscenze, o per la collocazione in edifici storici che non possono subire modifiche strutturali. Negli anni recenti inoltre, il verificarsi di numerose catastrofi naturali ha reso necessaria la creazione di depositi temporanei nei quali sono raccolte opere molto eterogenee (per tipologia, materiali e funzionalità) in ambienti nei quali spesso non sono presenti ottimali sistemi di condizionamento. Il progetto PREMUDE propone la definizione di un corretto percorso metodologico per la misurazione ed il controllo della qualità degli ambienti di conservazione. Applicando la logica prevista dalla UNI EN 15757 il modello parte dalla determinazione del clima storico, dalla verifica dello stato di conservazione dei manufatti in rapporto a tale clima, e la successiva valutazione degli effetti correttivi da introdurre anche con l’ applicazione di modelli di comportamento predittivi. PREMUDE prevede un approccio di monitoraggio e di controllo ambientale, basato su IoT nell’architettura hardware e software e che consente: i) accesso remoto in tempo reale; ii) gestione e dei sistemi anche in remoto; iii) riduzione dei costi energetici ; iv) adattabilità delle specifiche conservative; v) e una maggiore facilità ed economicità d’uso rispetto a sistemi tradizionali. PREMUDE svilupperà modelli FEM multi scala del comportamento fisico di alcune categorie di manufatti – reali o copie – in risposta alle fluttuazioni dei parametri ambientali, da introdurre nella logica del sistema di controllo (SSDD) proposto, al fine di renderlo capace di comportamenti autocorrettivi nella gestione di vetrine o altri ambienti di conservazione. I modelli ed il prototipo sperimentale saranno validati presso le strutture messe a disposizione dagli OC partecipanti al progetto.

Piano strategico della cultura di Pistoia

Il progetto verte sulla opportunità di studiare, accompagnandone le azioni e gli sviluppi, la stesura progressiva del Piano Strategico della Cultura (PSC) della città e della provincia di Pistoia, dal suo avvio alla redazione del documento conclusivo. L’analisi della metodologia adottata e dei suoi successivi adattamenti, del ruolo dei differenti attori e delle loro dinamiche relazionali, la verifica dei risultati che ne scaturiranno potranno consentire, anche attraverso le necessarie indagini comparative, la elaborazione di un modello applicabile, con le dovute variazioni, agli Enti Locali orientati a dotarsi di efficaci strumenti di programmazione in ambito culturale. L’occasione è data dalla decisione del Comune di Pistoia e degli altri enti (Regione Toscana, Provincia e CCIAA di Pistoia, Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia, Diocesi di Pistoia) che hanno promosso e gestito la positiva esperienza di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017, frutto della scelta del MIBAC, di avviare un nuovo percorso di lavoro comune, nella convinzione che la cultura sia una risorsa fondamentale per assicurare un armonico sviluppo civile ed economico del territorio provinciale, per aumentare le potenzialità turistiche e rafforzarne la coesione sociale. La ricerca potrà vivere dall’interno il processo costitutivo di uno strumento programmatico e operativo a carattere intersettoriale, che confluirà in un documento contenente le linee guida per la programmazione degli interventi riguardanti le aree dei beni e delle attività culturali. Tali linee guida saranno specialmente indirizzate alla selezione dei progetti prioritari, effettivamente realizzabili, su cui puntare, per l’intero territorio provinciale di Pistoia, e alla individuazione delle soluzioni gestionali più innovative da introdurre per la valorizzazione del patrimonio culturale e per il migliore funzionamento dei servizi e degli istituti culturali con attenzione particolare destinata all’impiego delle più avanzate tecnologie. Il Comitato Tecnico-Scientifico del PSCPT, di cui fanno parte anche i titolari di tutti gli uffici periferici del MIBAC, dovrà definire i macro ambienti d’azione, le direttrici di lavoro e le priorità di intervento, in un confronto permanente coi sindaci e gli assessori alla cultura dei Comuni della Provincia di Pistoia, con l’associazionismo culturale, il mondo imprenditoriale e delle professioni, i soggetti (insegnanti, dirigenti scolastici) che operano nell’ambito dell’istruzione.

Piano di Sviluppo del Museo Civico, dell’Antico Palazzo dei Vescovi e del Museo Marino Marini di Pistoia

Il progetto denominato “Piano di Sviluppo del Museo Civico, dell’Antico Palazzo dei Vescovi e del Museo Marino Marini di Pistoia” si fonda, da un lato, sulla ricerca vòlta all’aggiornamento scientifico relativo alle collezioni museali del Museo Civico (d’arte antica), dell’Antico Palazzo dei Vescovi e del Museo Marino Marini di Pistoia, come premessa e a corredo delle revisioni museologiche e museografiche dei musei stessi; dall’altro sulla loro più ampia valorizzazione attraverso le tecnologie più avanzate, strumenti fondamentali per rendere i musei in connessione con una società in continuo cambiamento. Se le collezioni del Museo Civico e dell’Antico Palazzo dei Vescovi delineano il percorso storico-artistico di Pistoia nel tempo, dall’antichità al XIX secolo, il Museo Marino Marini è un polo interamente dedicato alla personalità artistica di maggior rilievo del Novecento pistoiese. Con una concentrazione straordinaria attorno alla piazza del Duomo e comunque nel perimetro delle mura urbane, le tre istituzioni evidenziano una stretta coerenza fra i patrimoni esposti a causa della loro provenienza territoriale cittadina e mostrano evidenti analogie espositive all’interno di contenitori monumentali di forte suggestione storico-ambientale: Palazzo Comunale, Antico Palazzo dei Vescovi, Convento del Tau. I loro allestimenti necessitano, per ragioni in parte uguali e in parte diverse, di alcune opportune modifiche, integrazioni e aggiornamenti di revisione museografica, che prevedano anche maggiori sussidi al percorso espositivo e alla visita, secondo una visione finalizzata a mettere il pubblico, in tutte le sue diverse componenti (con particolare attenzione rivolta a utenti a ridotta accessibilità e nuovi segmenti di popolazione), al centro delle politiche e delle strategie museali. Il progetto verte, dunque, sulla capacità dei musei di comunicare in modo innovativo i propri contenuti, considerando la conoscenza storica, la revisione critica e l’aggiornamento scientifico sulla base di nuove tecnologie di indagine come premesse essenziali a qualsiasi forma di valorizzazione del patrimonio culturale, allo scopo di dar conto di come la fruizione sostenibile, l’inclusione sociale e il benessere possano avvenire attraverso la cultura.

Rfid in Ambito MUSeale per un’Esperienza inTErattiva

Il progetto RAMSETE (Rfid in Ambito MuSeale per un’Esperienza inTErattiva) ha l’obiettivo di sviluppare, implementare e validare in uno scenario applicativo reale, una infrastruttura che utilizza la tecnologia RFID per migliorare e ammodernare le operazioni di gestione e organizzazione dei musei. L’utilizzo di una tecnologia a basso costo (RFID), rispetto ad altre, consentirà l’implementazione di un sistema sostenibile anche per musei di piccole dimensioni. Le etichette RFID applicate ai reperti e al badge dei visitatori e operatori, verranno utilizzate anche per sviluppare attività educative, interattive e di gaming, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza del visitatore. Lo sviluppo delle suddette attività richiederà l’implementazione di algoritmi di monitoraggio e tracking dei visitatori. Tali dati di localizzazione serviranno anche per la profilazione e analisi comportamentale dei visitatori, per gestire situazioni di emergenza, per fare analisi statistiche su presenze e accessi. Durante il primo anno verranno implementate funzionalità selezionate tra quelle individuate in un’accurata analisi dello stato dell’arte sulla tecnologia ICT in ambito museale. Nell’anno successivo verranno individuate e implementate applicazioni e servizi originali individuati coinvolgendo tutti i partner del progetto. Nella parte finale verrà valutata l’efficacia del sistema implementato e il livello di soddisfazione dei visitatori, attraverso un dimostratore presso il Museo di Storia Naturale, Calci(PI). Anche se tutti i servizi verranno sviluppati per il Museo di Storia Naturale, il sistema proposto sarà facilmente scalabile ed estendibile ad analoghi contesti operativi. Il progetto RAMSETE è un progetto interdisciplinare che prevede attività di integrazione HW, sviluppo di applicativi di analisi e gestione dati, sviluppo di algoritmi di monitoraggio e tracking basato su tag RFID e una stretta collaborazione con gli operatori museali. I risultati saranno utilizzabili da PMI del settore ICT, interessate ad aggiungere nel loro portafoglio prodotti e servizi per il settore museale. L’interdisciplinarietà delle attività, la coerenza del progetto con gli obiettivi della Roadmap della piattaforma regionale “Tecnologie, beni culturali e cultura” (RM.1 e RM.2) e il coinvolgimento nel partenariato di PMI, rappresentano punti di forza del progetto in termini di qualificazione e occupabilità delle figure professionali del settore ICT che saranno formate durante il progetto.

Recupero di Sistemi Informativi STOrico-artistici per una rinnovata comunicazione del Patrimonio

Il progetto affronta il tema (attualissimo ma spesso eluso) dell’obsolescenza dei sistemi informatici e la conseguente inaccessibilità dei dati inseriti, proponendo come caso di studio le piattaforme di gestione e valorizzazione del patrimonio culturale realizzate sin dagli anni ’90 a Pisa, allora centro di eccellenza nella sperimentazione informatica per i Beni Culturali, e ora non più visibili. Di tali esperienze si intende mantenere l’originario concept, proponendolo quale modello metodologico: una piattaforma a due livelli, integrati e dinamicamente connessi, destinati a pubblici diversi. Il primo, costituito da banche dati strutturate, illimitatamente aggiornabili grazie anche a collegamenti esterni, destinato al mondo della tutela e della ricerca; il secondo, che su di esso si basa, destinato alla narrazione per un pubblico non specialistico Certi “del rigore e della specificità dei contenuti forniti dalla ricerca storica e dall’interpretazione materica di opere e siti” i partner si propongono di raggiungere “un maggiore coinvolgimento del pubblico e il superamento delle barriere cognitive”(cfr RM1,) restituendo alla visibilità i contenuti a suo tempo raccolti, integrandoli con quanto nel frattempo scoperto, riproponendo le modalità multiutenza già sperimentate in nuove forme di comunicazione, oggi rese possibili dall’avanzamento tecnologico, quali serious games (RM1.d), esperienze di realtà virtuale e aumentata (RM1.a), tour virtuali (RM 1c), LBS Particolare attenzione sarà riservata alla riproposizione dei modelli 3D della Piazza dei Miracoli e di alcuni suoi monumenti già allora offerti, on line e off line, ad una visita interattiva. Il contemporaneo recupero e la fusione dei dati un tempo visibili in Medieval Art in Pisa, dedicata al patrimonio medievale di tutta la città e nella piattaforma Piazzadeimiracoli , consentirà di offrire preziosi materiali al previsto Sito web per i Siti UNESCO toscani(e ad altri eventuali siti interessati) e favorirà il raggiungimento dell’obiettivo di tenere collegato il sito pisano con le emergenze monumentali presenti nel contesto urbano e territoriale circostante (e i musei della Piazza con i musei cittadini), come auspicato nell’Intesa intervenuta tra gli stake holders del sito. La presenza nel partenariato di questi ultimi, accanto a quella delle imprese interessate a mettere a reddito il risultato del progetto, è garanzia della volontà di mantenere e arricchire nel tempo la nuova piattaforma.

SmaRt accESs TO digital heRitage and mEmory

L’Archivio di Stato di Prato conserva un vasto patrimonio di fonti (nello specifico i fondi Datini e Ospedale Misericordia e Dolce) relative alla storia della città e delle sue istituzioni, allo sviluppo del suo tessuto economico e imprenditoriale, al ruolo delle donne nello sviluppo della rete del welfare cittadino e non solo (attraverso le vicende di Margherita Datini, dell’Ospedale degli Innocenti di Firenze e della Fondazione dei Ceppi). Questa documentazione – integrata da fondi conservati presso altre istituzioni pratesi tutelate dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica e dal patrimonio artistico conservato presso il Museo di Palazzo Pretorio – consente di ricostruire la storia di una intera comunità e del suo territorio a partire dal XIV secolo fino ai giorni nostri. Il progetto RESTORE, attraverso le attività previste dai due AdR, intende: i) migliorare l’accesso alle fonti storiche conservate nelle istituzioni cittadine; ii) applicare tecnologie informatiche per la l’integrazione e la gestione dei beni documentari e museali in ambiente digitale; iii) elaborare modalità e contenuti per la fruizione innovativa della documentazione storica in una prospettiva multidisciplinare, favorendone la comprensione e incentivandone il riuso anche da parte del vasto pubblico; iv) incrementare la collaborazione fra istituzioni di ricerca, culturali, PMI e le infrastrutture di ricerca (DARIAH, E-RIHS) e di servizi (EUROPEANA). L’Archivio di Stato e il Museo di Palazzo Pretorio costituiranno un primo caso applicativo per valutare l’impatto delle soluzioni sviluppate dal progetto, che potranno essere replicate in contesti simili a partire da altre istituzioni cittadine tutelate dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica, per includere progressivamente altri istituti culturali. A RESTORE collaborano il CNR e Istituzioni attive in diversi campi della ricerca umanistica (storia, letteratura, filologia, linguistica ecc.) con il supporto di una PMI (Space S.p.a.) con grande esperienza nella digitalizzazione del patrimonio culturale e documentario e nella realizzazione di applicazioni informatiche per la sua gestione e fruizione. Il contesto di riferimento per le attività scientifiche e di sviluppo infrastrutturale è costituito dalla collaborazione (attraverso il CNR-OVI) con le infrastrutture DARIAH-ERIC (ESFRI Landmark per le discipline umanistiche e le scienze sociali) ed E-RIHS (progetto ESFRI per la scienza del patrimonio), oltre che dalla Cloud Europea della Ricerca (EOSC).

Spettroscopia Raman avanzata: alla ricerca delle impronte digitali delle molecole nelle opere d’Arte

La messa a punto di un corretto intervento di restauro prevede una fase di indagini mirate ad ottenere la miglior caratterizzazione possibile dei materiali e delle tecniche artistiche, per evidenziare i problemi conservativi e minimizzare il futuro degrado dell’oggetto dovuto all’impatto ambientale. Un posto di rilievo tra i metodi di indagine materica spetta alla Spettroscopia Raman (RS), una delle più potenti tecniche di analisi molecolare tra quelle attualmente disponibili per l’analisi dei beni culturali. Le applicazioni della RS consentono la caratterizzazione di pigmenti, coloranti e leganti, ed altre sostanze organiche, in superfici pittoriche, ceramiche, materiali cartacei, membranacei, tessili e lapidei. La RS consente anche l’identificazione dei prodotti di degrado. La RS ha limitazioni significative nella caratterizzazione di coloranti organici naturali, la cui forte fluorescenza molecolare spesso oscura il segnale Raman, intrinsecamente debole. L’analisi di oggetti del patrimonio culturale è ancora più difficile a causa delle basse concentrazioni dei coloranti usati e dall’interferenza coi vari leganti. La RS ad effetto superficiale (surface-enhanced RS, o SERS) aiuta a superare questi limiti della RS. I recenti sviluppi di questa tecnica emergente, che sfrutta l’amplificazione del segnale Raman da parte di molecole adsorbite su una superficie nanostrutturata di metallo, permettono un’identificazione definitiva di un ampio numero di coloranti naturali e sintetici su opere d’arte con grande selettività e specificità molecolare, e sensibilità superiore rispetto ad altri metodi strumentali. L’obiettivo di questo progetto è quello di formare giovani ricercatori alla diagnostica tramite spettroscopia Raman, a partire dalla sua forma consolidata, fino alle metodologie più recenti e innovative, ed applicate in situ. La formazione prevede il training in un laboratorio di RS d’avanguardia, realizzato dal CNR in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure, nella sede OPD della Fortezza da Basso. Esso è dotato di strumentazione da banco di ultima generazione e di diversi tipi di strumentazione portatile, a corredo della precedente. La partecipazione al progetto include i gruppi di ricerca del CNR, dell’OPD e del Dipartimento di Chimica di UniFI, le cui competenze specifiche faciliteranno l’implementazione e l’ulteriore sviluppo della tecnica SERS per la diagnostica in ambito della conservazione e restauro.

Il sistema di internamento reclusione in Toscana 1940-1944: dalla storia ai luoghi della memoria

Obiettivo della ricerca è la ricostruzione dei luoghi di reclusione di internamento in Toscana durante la seconda guerra mondiale. Oggi sono noti i campi per internati civili, in funzione dal giugno 1940 (cf. V. Galimi, L’internamento in Toscana, in Razza e fascismo, 1999), dove fu rinchiusa una ampia tipologia di coloro che erano considerati “pericolosi nelle contingenze belliche”: Bagno a Ripoli e Civitella della Chiana (ebrei italiani antifascisti, ebrei stranieri, allogeni jugoslavi), Montalbano a Rovezzano (Fi) e Renicci di Anghiari (italiani anarchici, comunisti, civili jugoslavi). Agli elementi già noti è opportuno aggiungere ora un quadro complessivo del sistema di internamento. Furono attivi altri luoghi di reclusionoi non ancora adeguatamente studiati: quelli destinati al confino degli antifascisti, le località di “internamento libero”, circa 40, riservate agli elementi considerati meno pericolosi (donne, bambini e anziani), e i campi per prigionieri di guerra (numero stimabile intorno a una decina, destinati a soldati inglesi, americani, neozelandesi e jugoslavi). Dopo l’8 settembre 1943 altri luoghi di prigionia furono i campi provinciali per gli ebrei e i luoghi di raccolta per i “lavoratori coatti” nel Terzo Reich. Questa pluralità di esperienze indica la capilllarità con cui furono condotti la repressione e il controllo sul territorio da parte del regime fascista e, in continuità, dalla Rsi. L’obiettivo del progetto è duplice: in una prima fase il ricercatore dovrà completare l’indagine della documentazione presente in ambito locale e regionale (oltre che a livello nazionale, all’Archivio centrale dello Stato di Roma, per il Ministero dell’Interno, e all’Ufficio Storico dello Stato maggiore dell’Esercito). La seconda parte del progetto sarà dedicata alla valorizzazione della ricerca, in stretto contatto con l’Archivio di Stato di Firenze (operatore culturale). Infine, risultato conclusivo del lavoro, grazie alla collaborazione dei partner della rete – l’Associazione Non dimenticare, il Comune di Bagno a Ripoli, il Museo della Resistenza e Deportazione di Prato e l’Istoreco Livorno, altamente qualificati nella valorizzazione e della promozione culturale -, sarà la costruzione di un museo virtuale dei luoghi di internamento e reclusione in ambito regionale, messo a disposizione di vari enti e istituzioni (dalla Regione Toscana, alle università e agli istituti culturali) che vogliano farsi promotori di politiche della memoria rivolte alle scuole e a un pubblico più ampio e differenziato rispetto a quello accademico.

Piattaforma interoperativa per la gestione della conservazione programmata e predittiva del patrimonio culturale mediante tecnologie abilitanti integrate

La conservazione programmata del patrimonio culturale basata sulla corretta pianificazione degli interventi, pur se universalmente riconosciuta indispensabile, è ad oggi quasi completamente disattesa. Le motivazioni sono da ricercarsi nella difficoltà di reperire risorse economiche, e di accedere a informazioni sulla storia conservativa del bene, non sempre raccolte e difficili da reperire. È dunque necessario intervenire: sostituendo e/o integrando le costose attività di diagnostica con l’impiego di sensori dedicati, rendendo più efficace, semplice l’inserimento dei dati relativi agli interventi in una piattaforma partecipata, favorendone la condivisione e la reperibilità. Ciò è possibile ottimizzando e rendendo interoperabili SICaR, Sistema Informativo web-based adottato dal MIBACT per la documentazione dei restauri, con la piattaforma del progetto Smart4CH (POR FSE 2014-20) per la gestione di sistemi di sensori integrati per il monitoraggio dei parametri correlati allo stato di conservazione del bene. L’obiettivo è gestire in maniera integrata le informazioni relative allo stato di conservazione del bene, mediante il monitoraggio e la documentazione dei restauri, fornendo uno strumento per il controllo costante e capillare del patrimonio, e di supporto, quando necessario, alla progettazione di un intervento tempestivo ed efficace. Le innovazioni di processo che si intendono implementare prevedono di cambiare l’attuale paradigma della manutenzione programmata passando dalla calendarizzazione di indagini diagnostiche in loco alla manutenzione predittiva – concetto mutuato da Industria 4.0 – basato sull’attivazione di una procedura di allarme qualora i sensori indichino il superamento della soglia di sicurezza precedentemente stabilita dalla diagnostica. Il risultato atteso è l’integrazione in un’unica piattaforma di strumenti per la governance delle attività tecniche, amministrative e gestionali necessarie alla pianificazione dei restauri e alla manutenzione del patrimonio. Una piattaforma ad alta interoperabilità verso altre banche dati e sistemi di monitoraggio diversi, dotata di una interfaccia user friendly per il data entry e la consultazione on line da parte degli operatori che intervengono a vario titolo nel processo di conservazione e valorizzazione del patrimonio (enti pubblici territoriali, professionisti del settore, ecc.), nell’ottica della digitalizzazione della PA e della semplificazione del flusso amministrativo.

Nuove tecnologie per la ricerca, consultazione e conservazione dei beni culturali

L’Accademia dei Georgofili (A.G) e l’Osservatorio Ximeniano (O.X) conservano un patrimonio documentale su: storia dell’agricoltura, clima e ambiente, cartografia storica; fonti per la conoscenza dei territori, della civiltà rurale, dell’ambiente e dei paesaggi agrari tra XVIII e XX secolo. Il progetto SMART-CON ha gli obiettivi, realizzabili con due AdR, di 1) valorizzare la base conoscitiva delle fonti 2) applicare nuove tecnologie sensoriali alla conservazione dei beni documentari e museali. La documentazione raccolta in epoche sprovviste di dati climatici sperimentali è la fonte per la conoscenza di eventi che hanno avuto impatto sull’agricoltura e sulla società. La gestione e la valorizzazione di questo patrimonio documentario richiedono l’elaborazione di nuove tecnologie per: realizzare l’integrazione di digitalizzazione e catalogazione del patrimonio; predisporre contenuti di interesse storico in grado di dialogare con i recenti standard tecnologici; elaborare strumenti per integrare e consultare contenuti diversificati; realizzare reti tra istituzioni culturali affini; integrare i diversi contenuti di interesse storico, la loro fruizione e comprensione anche da parte del vasto pubblico. Nell’ambito di SMART-CON saranno sviluppati smart sensor per analisi ambientale e di qualità dell’aria in sede museale sia indoor sia outdoor, per studiare le condizioni microclimatiche e le strategie gestionali degli spazi per garantire la sicurezza delle opere e il comfort dei visitatori. A.G. e O.X. saranno “case studies” per il monitoraggio di parametri fisici quali polveri sottili (PM 2.5), e composti legati a fonti di inquinamento esterne (ossidi di azoto, polveri sottili, ozono) ed interne (CO2). Queste tecnologie sono state sviluppate per l’ambiente urbano nell’ambito del programma FAR FAS Regione Toscana, e troveranno un innovativo ambito applicativo, con ricadute sugli operatori della filiera culturale, e potenzialità di futuroi impiego in altre sedi museali. Al Progetto SMART-CON collaborano un EPR (CNR-ICVBC e CNR-IBE) e Istituzioni culturali affini nel campo della storia dell’agricoltura, dell’ambiente e della cartografia storica (A.G. quale operatore culturale e O.X. quale partecipante), con il supporto di una PMI (Progettinrete srl) con esperienza nel settore delle nuove tecnologie applicate alla gestione dei patrimoni documentari, e con il cofinanziamento di una PMI (Quanta srl) impegnata nella integrazione elettronica di sensori ambientali.

Sviluppo di software e tecniche sperimentali innovative per la diagnostica di edifici storici in muratura

Il progetto si propone di definire un software robusto e affidabile per la valutazione della vulnerabilità sismica di edifici storici e lo sviluppo di tecniche sperimentali innovative per la diagnostica di strutture murarie facenti parte del patrimonio culturale toscano. Nel quadro di una convenzione di ricerca sulla vulnerabilità sismica di oltre 80 edifici in muratura, ad uso scolastico del Comune di Firenze, il gruppo proponente ha sviluppato un software originale per l’analisi statica non lineare di strutture in muratura denominato E-PUSH. SOFTINMU si propone di estendere in maniera innovativa il campo di applicazione di E-PUSH all’analisi di strutture storiche e monumentali, caratterizzate da un elevato grado di vulnerabilità sismica e soggette a specifiche Linee Guida, e di testare l’utilizzo di tecniche sperimentali innovative, meno invasive e più affidabili di quelle già note, quali la prova di taglio in situ per la determinazione diretta del comportamento dei pannelli murari soggetti ad azioni sismiche. Queste esigenze nascono dall’osservazione che i software commerciali per l’analisi non lineare di strutture in muratura forniscono risultati spesso contraddittori e difficilmente confrontabili, perché estremamente sensibili ai dati di input, tanto da richiedere non solo utenti esperti, ma anche un continuo adattamento del modello in base ai risultati dell’output, per consentire l’eliminazione di risultati paradossali o privi di senso fisico. E-PUSH, che si basa su una modellazione “oggettiva” pressoché indipendente dall’utente e richiede tempi di input ed elaborazione ridotti, ha dato risultati confrontabili con quelli ottenuti con software commerciali e modelli sofisticati da utilizzatori esperti in oltre 40 casi-studio, confermando che i risultati dell’analisi dipendono sia dai criteri di rottura adottati, sia dai parametri meccanici della muratura, di difficile e incerta misurazione. Da analisi di sensitività è emersa quindi la necessità di approfondire gli studi, sia per estendere E-PUSH alla diagnosi di edifici monumentali, sia per pervenire a una stima più affidabile dei parametri meccanici della muratura, mediante un’innovativa metodologia di prova di taglio in situ. Il programma contempla l’analisi di casi studio rilevanti, quali Palazzo Toscanelli, sede dell’Archivio di Stato a Pisa, e il Complesso del Museo nazionale di S. Matteo con l’annessa sede della BUP, per validare la procedura proposta.

Filologi in rete. Per l’informatizzazione degli archivi della Fondazione Ezio Franceschini nel sistema ArDeS

Il progetto consiste nell’applicazione degli strumenti informatici più avanzati al catalogo del patrimonio archivistico della Fondazione Ezio Franceschini ONLUS. Si tratta di un archivio costituito dai fondi personali di personalità rilevanti della cultura italiana del Novecento, in particolare filologi che si sono occupati della tradizione testuale del Medioevo, e che in alcuni casi hanno avuto parte nella storia della Scuola Normale Superiore. Oltre a quelle di Ezio Franceschini, la Fondazione possiede le carte di Gianfranco Contini, Vittore Branca, Bruno Nardi, Tullio Gregory, Lorenzo Minio Paluello, d’Arco Silvio Avalle, Claudio Leonardi, Anna Maria Chiavacci Leonardi, Aldo Rossi, José Ruysschaert, e altri fondi minori, per la maggior parte notificati. Una parte di tale patrimonio è stato catalogato usando un software ormai obsoleto (GEA), che non consente la pubblicazione in rete né degli inventari, né delle digitalizzazioni che in parte sono state realizzate. L’utilizzo del nuovo software ArDeS, elaborato dalla Scuola Normale Superiore in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, consentirà la revisione e il completamento dell’ordinamento dei principali fondi, il riversamento dei dati nel nuovo sistema, e la pubblicazione on line degli inventari, mettendo così a disposizione della ricerca una documentazione di primaria importanza per la storia della cultura italiana. Il progetto, presentato dalla Scuola Normale Superiore con il cofinanziamento della Fondazione Ezio Franceschini ONLUS e la partnership della Soprintendenza, si avvarrà della sinergia fra le tre istituzioni titolari dell’archivio e del software, nonché del know-how assicurato dal consorzio di DARIAH-IT, sezione italiana dell’infrastruttura per la ricerca nelle digital humanities dell’Unione Europea, che potrà favorire la compatibilità con i più aggiornati standard continentali.

Geografia e geo-tecnologie per l’innovazione umanistica applicata ai luoghi di cultura

Il progetto è pensato nella convinzione che sia necessario applicare in modo creativo, coinvolgente e stimolante le tecnologie ICT (Information and Communication Technologies) e la dimensione aggiuntiva “di senso” che il cyberspazio può offrire alle realtà culturali. Queste realtà, altrimenti, corrono il rischio di risultare poco “attraenti”, in particolare rispetto ad altri contesti che, spinti da una dimensione commerciale e di mercato, sfruttano l’innovazione e la diffusione delle tecnologie ICT in modo più deciso. Muovendo dall’idea che la collaborazione tra ricerca (anche in campo umanistico) e istituzioni culturali sia una essenziale “missione” istituzionale a vantaggio della collettività, il progetto mira a sviluppare “innovazione umanistica” applicata mediante pratiche creative, innovative e scientificamente fondate. Gli obiettivi vengono perseguiti attraverso una applicazione correlata delle ICT e della ricerca geografica, considerate in un approccio olistico volto ad amplificare la dimensione culturale, intesa come componente indispensabile – per quanto difficilmente misurabile – della qualità della vita. Più in dettaglio, esplicito intento del progetto è quello di sperimentare in modo creativo l’applicazione di tecnologie ICT a basso costo e ampia diffusione (realizzando elementi di realtà virtuale e aumentata, digital e visual storytelling, tour virtuali, esperimenti di gamification/geocaching, fruizione del patrimonio correlata al luogo – LBS), in correlazione con attività volte ad ampliare la scala di azione/percezione dell’Ente e a innovare l’organizzazione, la digitalizzazione e la catalogazione delle informazioni. Ciò facilità l’interconnessione multiscalare degli elementi culturali sia in termini materiali (es. la georeferenziazione di elementi del patrimonio, in grado di moltiplicarne l’interesse evidenziando connessioni tanto interne alla dotazione dell’Ente, quanto esterne ad essa), sia in termini immateriali (es. l’ampliamento del “peso” dell’Accademia nel cybersp.). L’aumento delle potenzialità di interconnessione, a sua volta, offre maggiori opportunità di fruizione e percezione del valore culturale del patrimonio concorrendo a perseguire l’obiettivo dell’ampliamento della scala di azione/percezione anche verso l’internazionalizzazione. La ricerca consentirà di sperimentare e applicare percorsi innovativi connessi alla cyber-geography, alla geo-cultura e alla geo-app mettendo a punto un modello di intervento complessivo replicabile.

Conservazione del Patrimonio Culturale ICT Sistemi Informativi Georeferenziati

Il Parco Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane comprende i territori dei Comuni di Follonica, Scarlino, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri e Roccastrada in provincia di Grosseto. Il Parco è stato istituto con Decreto del Ministero dell’Ambiente nel 2002 e dal 2010 fa parte della UNESCO Global Geoparks Network (International Geoscience and Geoparks Programme). La missione del Parco è quella di tutelare e valorizzare il patrimonio geologico e minerario del territorio delle Colline Metallifere nella Toscana centro meridionale. A partire dal 2013 il Parco ha attivato una convenzione triennale con il DSFTA dell’Università di Siena finalizzata alla ricerca, individuazione e valorizzazione dei geositi del Parco, la geodiversità mineralogica (presenza di oltre 250 specie di minerali diverse), i resti delle attività minerarie attestate fin dal periodo protostorico fino al secolo scorso. Nel 2018 è stata attivata una nuova convenzione avente come principale obiettivo la realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale (S.I.T.), attuato con la tecnologia software open source (QGIS), con il fine di creare un database egoriferito che raccolga tutti i dati geologici, archeologici, storici e territoriali, già esistenti e futuri in fase di studio. La grande quantità di dati e la varietà di questi, giustifica la complessità del presente progetto di ricerca che si propone di effettuare una approfondita analisi di tutto il materiale a disposizione, storico cartaceo di archivio e multimediale, al fine di raccoglierlo ed organizzarlo in un grande database egoriferito. Questo progetto, si inserisce in un ampio quadro di collaborazione fra Parco delle Colline Metallifere Grossetane (Tuscan Mining Geopark) e il DSFTA dell’Università di Siena, nella prospettiva di realizzare uno strumento di pianificazione territoriale indispensabile per il Parco stesso.

Il peso della guerra sulla società civile in Toscana (1940-1945). Un archivio digitale

Il progetto Gue.S.Ci.To mira a costituire, per la prima volta, una raccolta di contenuti digitali liberamente accessibili sotto forma di Archivio digitale su un tema assai impostante ma purtroppo trascurato: il peso della guerra sulla società civile in Toscana (1940-1945). Le fonti sono presenti in archivi regionali (Archivi di stato, Archivi comunali, Archivi di associazioni ecc.), nazionali (Archivio centrale dello Stato ecc.) e locali (ISRSEC). Importante, gli stessi temi sono presenti anche nella memorialistica. Non mancano infatti, per il 1940-1945, ricostruzioni del passaggio del fronte, della Resistenza, delle stragi e di altri eventi militari o politici, comprese le deportazioni razziali. Mancano invece ricostruzioni del peso della guerra sulla società civile. Eppure, fu questa a costituire la maggioranza della popolazione: donne, bambini, anziani, giovani non combattenti furono i primi a subire l’enorme peso della guerra. Per quanto attiene al tema, obiettivo del progetto è quindi tornare a valorizzare l’esperienza della società civile attraverso una molteplicità di fonti, che includono dati strutturati e non strutturati, sia testuali che multimediali, che verranno elaborati ed integrati con tecnologie digitali avanzate. I contenuti saranno resi disponibili su una piattaforma digitale online con documentazione archivistica digitalizzata, in open access (fruizione dei contenuti libera e gratuita), comunicata anche in forma visiva (film documentari), finalizzato ad uno storytelling aggiornato, secondo la Roadmap n. 1 della Regione Toscana (“Digital e virtual Storytelling, Multimedia Avanzato, Mobile App” e utilizzo dei “Social media”). Per quanto attiene alle metodologie, invece, scopo del progetto Gue.S.Ci.To è la valorizzazione di beni culturali finora non accessibili al grande pubblico, messi a disposizione attraverso l’utilizzo di tecnologie allo stato dell’arte per l’analisi, estrazione e visualizzazione dell’informazione, in grado di garantire un’ampia disseminazione dei materiali digitali (Road Map ‘Piattaforma tecnologiche, beni culturali e cultura’ della Regione Toscana). Una parte importante del progetto, relativo alla memorialistica, si avvarrà delle metodologie più avanzate della linguistica computazionale per l’analisi dei documenti testuali. I soggetti del progetto Gue.S.Ci.To avranno funzioni distinte ma convergenti: il DSSBC provvederà al coordinamento scientifico, KINE’ supporterà la creazione di web-documentari filmati, il FILELI interverrà con la propria esperienza nella costruzione di contenuti digitali, di siti internet e soprattutto nella rielaborazione delle fonti secondo le metodologie della linguistica computazionale, l’ISRSEC metterà a disposizione le proprie fonti e si occuperà della costruzione e disseminazione dell’archivio.

Dall’analisi dei suoli alla ricostruzione del paesaggio storico. Raccolta, gestione ed analisi di big data chimici nell’area delle Colline Metallifere

Il progetto HistoryChem si prefigge di rendere visibile (quindi tutelabile e divulgabile) il prezioso, fragile e complesso patrimonio culturale archeominerario ed archeometallurgico che è caratteristico della Toscana meridionale ed in particolare del distretto territoriale delle Colline Metallifere, di cui Massa Marittima e la val di Pecora, aree di riferimento della presente proposta di progetto, sono punti chiave. Il carattere innovativo della ricerca risiede nella ricostruzione del patrimonio storico-archeologico a partire da dati acquisiti con metodologie fortemente interdisciplinari: analisi chimiche dei suoli, fonti bibliografiche, cartografiche ed archivistiche, fonti archeologiche. La proposta progettuale affonda le proprie radici nella ormai consolidata collaborazione fra i dipartimenti di Biotecnologie, Chimica e Farmacia (da ora DBCF) e di Scienze Storiche e dei Beni Culturali (da ora DSSBC) dell’Università di Siena. La combinazione di analisi di tipo ambientale e statistico con ricerche di carattere storico, archeologico ed archivistico ha già prodotto risultati molto significativi attraverso il progetto Ar.Chi.Min, finanziato dalla Regione Toscana (2009-2012), ed il progetto nEUMed, finanziato dall’European Research Council (ERC) e coordinato dall’Università di Siena (DSSBC), tutt’ora in corso. HistoryChem utilizzerà la cospicua banca dati di tipo chimico e storico-archeologico dei due dipartimenti e, grazie all’apporto della Biblioteca G. Badii di Massa Marittima (OC del progetto), potrà contare su un patrimonio cartografico e bibliografico di carattere archeominerario rilevantissimo e per la maggior parte inedito. Ciò permetterà di integrare nuove fonti, offrendo la concreta possibilità di incrementare in modo quantitativo e qualitativo il database attraverso cui ricostruire e delineare i contorni del paesaggio minerario, fra i più delicati e complessi esempi di paesaggio produttivo riconosciuti dall’Unesco. Grazie alla combinazione di più fonti, la mappatura chimica del suolo effettuata su grande scala restituirà una fotografia del paesaggio nei suoi aspetti naturali ed antropici; i dati acquisiti saranno inoltre messi a disposizione dei soggetti pubblici (enti locali, enti della tutela) che potranno utilizzarli per valorizzare il patrimonio culturale, per la tutela ambientale in aree ad elevato impatto industriale (aree ex minerarie) e per un uso sostenibile del territorio.

Il diritto ai tempi del legal design: le icone come nuovo linguaggio universale

Quotidianamente le persone sono ‘costrette’ a confrontarsi con documenti e procedure amministrative senza avere le competenze adeguate, il che suscita in loro un senso di inadeguatezza. In risposta a questo fenomeno, si è iniziato a riflettere negli ultimi anni (cfr. Manuale di Stile, A. Fioritto, il Mulino, Bologna 1997) sulla possibilità di semplificare e migliorare la cultura del linguaggio amministrativo attraverso l’uso del legal design. L’intento è di utilizzare strumenti per rendere la lingua (innegabile patrimonio culturale di una Nazione) e la cultura giuridica più intuitiva, fruibile e inclusiva. Oltre ai tradizionali metodi di semplificazione del linguaggio (manuali, circolari e altri strumenti) si sta studiando la possibilità di intervenire con strumenti, come le icone, più facilmente riconoscibili rispetto ai testi scritti; non si tratta, ovviamente, di sostituire la lingua scritta con immagini ma di affiancare le une all’altra. Scrittura e disegno, infatti, sono stati affiancati e usati nel tempo come mezzo di comunicazione: anche in ambito giuridico amministrativo e in tempi recenti il disegno è stato usato come metodo per divulgare testi importanti come la Costituzione. Da ultimo, va pure sottolineato come l’uso di icone, griglie, indicatori, ecc. sia sempre più frequente anche da parte degli “operatori” per rendere più snelle e veloci le procedure amministrative; basti pensare, nell’ambito dei servizi sanitari, ai simboli o colori, oggi universali, utilizzati come indicatore di gravità per l’accesso al pronto soccorso. Grazie ad esempio alle icone si potrebbe rendere più semplice e universale un messaggio complesso, dal momento che attraverso l’individuazione del giusto elemento grafico è possibile rendere comprensibile a tutti un concetto difficile o articolato. Seppur risultato di convenzioni, le icone sono sicuramente più immediate di una lingua scritta e condivise anche da cittadini con competenze e codici linguistici diversi. Il progetto mira a elaborare un codice che affianchi e semplifichi testi amministrativi di uso corrente in una struttura sanitaria, quali ad esempio quelli relativi alla protezione dei dati personali. In tale contesto, è importante ricordare che esistono specifiche norme giuridiche che si pongono l’obiettivo di stimolare l’uso di icone; proprio il Regolamento Europeo per la Protezione dei dati personali (GDPR) all’articolo 12 consiglia di fornire le informazioni dovute “in combinazione con icone standardizzate, in modo da dare, in modo facilmente visibile, intelligibile e chiaramente leggibile, un quadro d’insieme del trattamento previsto”. L’obiettivo del progetto, quindi, consiste nello sviluppo di una nuova metodologia di scrittura da utilizzare in modo particolare nell’ambito della privacy sanitaria al fine di addivenire ad un linguaggio che renda più chiara ed immediata la comprensione dei testi giuridico-amministrativi da sottoporre all’attenzione degli utenti delle strutture sanitarie, siano essi moduli da sottoscrivere o manifesti di carattere più informativo (es. le informative e il consenso al trattamento dei dati, la gestione dei propri diritti, ecc.). In particolare, tale progetto sarà volto a garantire, anche attraverso il Design Thinking (modello progettuale utilizzato per risolvere problemi complessi impiegando una visione e una gestione creative), sia una maggiore accessibilità e reperibilità delle informazioni, sia un miglioramento culturale idoneo a produrre una maggiore comprensione del linguaggio utilizzato, indipendentemente dal sapere e/o del retroterra culturale e livello di istruzione del soggetto interessato. Con il fine ultimo, attraverso il supporto delle società coinvolte nel progetto, di replicare l’esperienza di questo miglioramento culturale, che sfrutta le nuove forme di espressione della lingua anche in altri contesti diversi dal mondo sanitario (ad esempio, in Musei, Biblioteche, teatri, ecc.).

Landscape in Sounds through Eco-Museums network

Gli archivi orali sono giacimenti di storie e di memorie: le voci rimandano a persone e a luoghi di un paesaggio sonoro toscano ancora sottoutilizzato ma estremamente suggestivo. LISTEN mira a valorizzare proprio i beni immateriali dei territori toscani situati al di fuori dai grandi attrattori culturali. Attraverso l’analisi e il riuso dei rilevanti giacimenti audio (archivi sonori raccolti a partire dagli anni Settanta del secolo scorso), custoditi già in forma digitale presso l’Università di Siena (sede di Arezzo) e presso la Banca della Memoria dell’Ecomuseo del Casentino, si mira a favorire la partecipazione e il consumo culturale delle comunità locali (i comuni del Casentino, la provincia di Arezzo), anche attraverso il coinvolgimento del mondo della cooperazione (Unicoop Firenze), sostenitore economico del progetto di ricerca. Azioni di disseminazione, in chiave didattica e turistica, vengono proposte nei musei diffusi del Casentino, nel parco del Pionta, luogo dell’ex Ospedale neuro-psichiatrico di Arezzo, a Cortona (attraverso l’associazionismo locale, particolarmente sensibile alla ricerca legata agli archivi orali). Il viaggio (attraverso la memoria dei luoghi, i mestieri transumanti, le migrazioni di ieri e di oggi, attraverso la mente – nelle voci dei pazienti psichiatrici) rappresenta il filo conduttore di questo percorso immateriale, sul quale vigilerà la Soprintendenza dei Beni Archivistici e Bibliografici della Toscana, partner del progetto. I percorsi turistici vengono resi disponibili in più lingue, anche attraverso mobile app dedicate: in questo senso, le nuove tecnologie digitali beneficeranno della produzione di nuovi contenuti, inediti e originali, desunti dalle migliaia di ore di parlato e cantato custodite e catalogate dai partner (CRED e Università di Siena). La valorizzazione di potenzialità inespresse (una fra tutte, la memoria sonora legata all’esperienza manicomiale di Arezzo) e le sfide aperte da una possibile fruizione multilingue del patrimonio orale toscano (attraverso parole chiave, abstract mirati) si avvarrano anche di azioni di tirocinio interno svolte nell’ambito del corso di laurea in Lingue e Comunicazione interculturale e d’impresa, che al momento eroga 6 lingue curriculari (inglese, francese, russo, tedesco, spagnolo, cinese). Nel gruppo di ricerca sono presenti ricercatori di Lingua e traduzione inglese e russa, oltre che un Ingegnere dell’Informazione, esperto di progettazione di mobile app per la fruizione del patrimonio culturale immateriale.

Metodi e sistemi di monitoraggio per complessi monumentali

La tutela dei beni monumentali in Italia costituisce un problema di grande complessità, che troppo spesso è gestito in condizioni di emergenza e senza programmazione mirata. Eppure i casi di dissesto di monumenti dovuti al sisma o a variazioni delle condizioni al contorno talvolta si verificano. Base fondamentale della conservazione è la prevenzione che si avvale della conoscenza dello stato e del comportamento strutturale dei manufatti nel tempo. In questo senso il monitoraggio è lo strumento privilegiato, che consente anche di realizzare la sorveglianza dei monumenti. Questo progetto propone l’istituzione di procedure per il monitoraggio strutturale dell’intero Complesso Monumentale della Piazza del Duomo a Pisa, in cui la presenza di un terreno estremamente deformabile ha prodotto la ben nota singolarità della Torre Pendente. L’appartenenza a uno stesso complesso monumentale dei diversi manufatti che condividono le medesime condizioni ambientali e tipologia di terreno costituisce l’elemento chiave del progetto, un vantaggio da sfruttare nella conoscenza e nella progettazione di un sistema di monitoraggio strumentale. Lo scopo finale è quello di gettare le basi per la messa a punto di un sistema globale di Structural Health Monitoring (SHM) per l’analisi automatica delle strutture che si avvale di nuove metodologie di controllo, combinando tecniche sperimentali classiche con tecniche di monitoraggio emergenti e non convenzionali. Il progetto prevede due attività. La prima riguarda la costruzione di un modello predittivo, sia esso regressivo o probabilistico, relativo alla sola Torre (digital twin). Esso costituisce una prima esperienza da replicare sugli altri monumenti della Piazza, una volta terminato il progetto. La seconda attività è legata alla progettazione dell’estensione del sistema di monitoraggio della Torre ai restanti manufatti, a seguito di accurate analisi sulle necessità di conoscenza. Come ulteriore sviluppo, un modello predittivo dell’intero Complesso, aggiornato in tempo reale attraverso tecniche all’avanguardia (algoritmi di intelligenza artificiale e Bayesian inference), potrà essere realizzato per sorvegliare il comportamento in esercizio dei manufatti, correlando lo stato di danno con le osservazioni. Tale strumento, utile per l’Ente Gestore e Protezione Civile, consentirà di pianificare interventi manutentivi o strategie emergenziali. I risultati ottenuti potranno essere estesi, opportunamente adattati, ad altri complessi monumentali.

Managing Archeological data fora a sustainable Governance of the Heritage

Il progetto parte da una esigenza delle Soprintendenze ABAP di Pisa – Livorno e di Firenze, a cui, come a tutte le nuove soprintendenze uniche territoriali, viene quotidianamente richiesto di tutelare (elaborando pareri, concedendo o rifiutando nulla osta) e di valorizzare il patrimonio. Compito che risulta particolarmente gravoso in termini di tempo, soprattutto quando entra in gioco il patrimonio archeologico. La grande mole di dati archeologici prodotta in interventi di ricerca, preventivi o di emergenza nel corso del tempo, necessaria a svolgere i propri compiti istituzionali, non è né mai stata digitalizzata in maniera esaustiva, né gestita con strumenti informatici, e attualmente giace all’interno di archivi cartacei difficilmente agibili. Il progetto vuole, quindi, realizzare una piattaforma integrata che permetta di gestire l’intero ciclo della documentazione archeologica relativa alla Provincia di Pisa e all’area urbana e Metropolitana di Firenze- dalla digitalizzazione e acquisizione sia dei dati pregressi sia dei dati nativi digitali, alla loro analisi e visualizzazione – per consentire agli operatori delle due Soprintendenze una più efficace azione di tutela e valorizzazione. Uno strumento finalizzato ad agevolare il lavoro quotidiano dei funzionari di Soprintendenza (operatori della filiera culturale) senza la pretesa di modificare il loro consolidato modus operandi. Pertanto le scelte tecniche saranno frutto di un lavoro collaborativo e sinergico con i partners che si baserà sulla comprensione e ottimizzazione delle procedure eseguite dalla Soprintendenza. Il progetto si avvarrà delle competenze del Lab MAPPA e delle PMI INERA e MININGFUL Studio per la creazione di una piattaforma web-based, che integri (i) un database di archiviazione e gestione dei dati archeologici sostenuto da tools di digitalizzazione semiautomatica dei documenti e di Named Entity Recognition; (ii) un sistema webGIS per l’acquisizione, la geolocalizzazione vettoriale e l’analisi spaziale dei ritrovamenti archeologici (destinato agli operatori della filiera culturale) e per la loro visualizzazione (data visualisation) e accessibilità (destinato a un pubblico vasto: amministratori, archeologi, cittadini); (iii) la preservazione a lungo termine dei dati archeologici e loro disseminazione come open data tramite il repository MOD gestito dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Machiavelli dalla Toscana all’Europa

Depositato presso l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento (INSR), il fondo Machiavelli-Serristori si compone di 367 volumi, includendo 26 rarissime cinquecentine, traduzioni delle opere machiavelliane, testi polemici e studi critici. Nel suo complesso, il fondo rappresenta una testimonianza, per molti versi unica al mondo, dell’influenza plurisecolare esercitata dal pensiero di Machiavelli nella cultura europea. Il progetto si propone di analizzare e valorizzare il fondo, rendendolo fruibile da parte non solo degli studiosi ma anche di un più vasto pubblico interessato al Rinascimento, alla cultura toscana e al suo ruolo in età moderna. In quest’ottica, il progetto si articolerà nelle seguenti attività: – realizzazione di uno studio sistematico del fondo, che contribuirà, sia direttamente che come punto di partenza per ulteriori prodotti culturali, alla comprensione della circolazione europea del pensiero di Machiavelli e della cultura toscana, nonché a una più adeguata interpretazione del suo ruolo decisivo nella genesi dell’Europa moderna; – elaborazione digitale dei materiali del fondo per (a) la loro tutela e conservazione (b) accessibilità (c) fruizione dinamica (schede, lessici, animazioni, immagini); – creazione di una mappa multimediale della circolazione europea dell’opera e del pensiero di Machiavelli; la mappa, disponibile online e in open access, costituirà il framework dinamico in cui saranno integrati i materiali digitalizzati, agevolandone una fruizione sostenibile. Incentrato sulla sinergia tra attività di ricerca e impiego delle tecnologie digitali, il progetto si inserirà in modo organico e coerente nelle linee programmatiche e nella missione istituzionale dell’INSR, a tre livelli differenti ma intrecciati: – mettendo a disposizione di un vasto pubblico risorse preziose, e altrimenti difficilmente accessibili, per lo studio del Rinascimento e dei molteplici canali di diffusione in Europa della cultura fiorentina e toscana all’alba della modernità; – determinando un incremento dell’attrattività e della visibilità dell’importante patrimonio librario dell’INSR (https://www.insr.it/biblioteca/); – infine, contribuendo a consolidare il ruolo dell’INSR sia quale operatore di primo piano nella filiera culturale regionale sia come punto di riferimento a livello internazionale per gli studi sull’età rinascimentale. L’assegnista acquisirà competenze nello sviluppo di strategie e di specifiche pratiche di valorizzazione dei patrimoni culturali.

Conoscere e conservare i picoli metalli del bargello: nuove indiagini storico-artistiche e scientifiche su medaglie e placchette d’età moderna

Il progetto denominato «Conoscere e conservare i piccoli metalli del Bargello: nuove indagini storico-artistiche e scientifiche su medaglie e placchette d’età moderna» prevede la collaborazione tra la Scuola Normale (Organismo di Ricerca) e i Musei del Bargello (in qualità di Operatore della filiera culturale e creativa regionale) per sviluppare una comune ricerca di natura applicativa, finalizzata alla modernizzazione dei processi di analisi scientifica e studio storico-artistico della produzione metallica di piccole dimensioni d’età moderna (medaglie e placchette) presente al Bargello. Le raccolte del celebre museo fiorentino si offrono per la loro consistenza e varietà di cronologie e provenienze, come un punto di osservazione privilegiato non solo per promuovere un’approfondita conoscenza degli oggetti (opere, manufatti) in esse conservati, delle loro vicende tecniche ed esecutive, ma anche per sollecitare il miglioramento dei loro modelli di gestione, della loro conservazione e valorizzazione secondo canoni più efficaci e sostenibili. Il progetto, che godrà del co-finanziamento anche di un’azienda specialista nell’ambito dell’automazione e della sensoristica, sarà condotto da due assegnisti di ricerca di aerea rispettivamente umanistica e scientifica ed intende promuovere la conoscenza del patrimonio attraverso nuove tecnologie (RIT, 3D) e nanotecnologie, sviluppando soluzioni operative di potenziale interesse per analoghi contesti applicativi culturali (altre collezioni di medaglie e placchette) e industriali.

Application of the Muon IMAging technique in archaeological and mining SITES of touristic and historical interest for the evaluation of cultural and safety aspects

Il progetto MIMA-SITES introduce in Toscana l’uso della radiografia muonica (muografia), un’innovativa tecnica di imaging non invasiva che permette di effettuare rilievi radiografici (muografie) di notevoli strati di materiale (roccia, terreno e costruzioni) usando i muoni, una radiazione corpuscolare generata continuamente e in modo naturale dal bombardamento dell’atmosfera da parte dei raggi cosmici, particelle elementari di altissima energia provenienti principalmente dalla nostra galassia. I muoni, che attraversano quasi indenni l’atmosfera e giungono al suolo, costituiscono quindi una sorgente di radioattività naturale: essi penetrano gli oggetti e, a seconda della propria energia e della densità del materiale attraversato, possono proseguire il proprio percorso anche per centinaia di metri prima di essere definitivamente assorbiti, rappresentando quindi l’alter ego dei raggi-X per la radiografia di oggetti di spessore elevato. MIMA-SITES propone l’applicazione della muografia in ambito culturale e della sicurezza all’interno del Parco Archeominerario di San Silvestro (LI), sito d’interesse storico-turistico che conserva evidenze di lavoro minerario organizzato in maniera sistematica già in periodo etrusco. L’Ente gestore (Parchi Val di Cornia SpA) risulta perciò interessato a mettere in atto una serie di azioni aventi l’obiettivo finale di tutelare e valorizzare il sito. Una precedente campagna di misure finalizzata alla verifica della metodologia ha permesso di individuare, all’interno della galleria turistica chiamata Miniera del Temperino, una zona in cui l’applicazione della tecnica potrebbe svelare l’esistenza di pozzi di scavo di epoca etrusca, la cui presenza spiegherebbe l’alta concentrazione di gas radon, associata a fratture nella roccia, rilevata dall’Ente gestore. Il progetto prevede la collaborazione tra la sezione di Firenze dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che col rivelatore MIMA (Muon Imaging for Mining and Archaeology) progettato e realizzato nei propri laboratori, effettuerà la muografia della zona soprastante il sito identificato e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze che, realizzando un rilievo 3D e caratterizzando la geomeccanica della miniera, fornirà informazioni propedeutiche all’applicazione della tecnica muografica. Tutte le attività saranno mirate ad aumentare la sicurezza dei visitatori e a valorizzare il museo come bene del patrimonio culturale.

Inclusione all’Opera. Il Piano per l’accessibilità del complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Firenze

Il progetto di ricerca è finalizzato ad elevare il grado di accessibilità ai luoghi, ai contenuti culturali e ai servizi dei siti culturali del complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore: la Cattedrale con la Cupola del Brunelleschi, la Chiesa di Santa Reparata, il Battistero di San Giovanni, il Campanile di Giotto e il Museo dell’Opera del Duomo. Tale obiettivo è coerente con quelle riflessioni sviluppate nell’ambito della cultura del restauro che considerano l’accessibilità come una delle principali qualità di un accurato progetto di conservazione. Le istanze della salvaguardia del patrimonio culturale e quelle della sua fruibilità, d’altra parte, sono entrambe contemplate nella nostra Costituzione e trovano una sintesi nel concetto di “valorizzazione”, così come definito nell’aggiornamento (2008) del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D. Lgs 42/2004). L’esigenza di correlare e armonizzare l’accessibilità e la promozione della cultura alla salvaguardia del patrimonio culturale richiede una visione comprensiva della realtà. Da un lato, è necessaria una rigorosa conoscenza del contesto di intervento e dei suoi valori, tangibili e intangibili; dall’altro, occorre una comprensione profonda delle esigenze e delle aspettative degli utenti, a partire da quelle espresse dalle persone deboli e disabili. Solo a questo punto potranno essere messi in atto i più efficaci interventi (di tipo organizzativo-gestionale – anche mediante ICT -e/o di tipo architettonico) volti a migliorare l’accessibilità dei luoghi nel rispetto delle esigenze di salvaguardia. Per coniugare queste istanze in forma equilibrata, occorre costruire uno strumento guida coerente con le risorse finanziarie, patrimoniali, informative e professionali disponibili/prevedibili e basato su fasi coordinate: 1. Conoscenza dei luoghi, 2. Rilievo dei problemi di accesso, 3. Programmazione degli interventi, 4.Progettazione degli interventi, 5. Monitoraggio del processo e degli esiti. Il ‘prodotto’ atteso del progetto di ricerca è il Piano per l’Accessibilità del complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore, un programma strategico di medio-lungo periodo finalizzato a migliorare l’accessibilità dei siti mediante una serie di azioni coerenti cadenzate nel tempo. Si tratterebbe di un’esperienza di ricerca originale e unica nel suo genere ì cui esiti potrebbero essere utilmente trasferiti ad altri siti di interesse culturale della Toscana.

Progetti di paesaggio e partenariato pubblico-privato nella valorizzazione del patrimonio culturale

Il progetto di ricerca intende focalizzare l’attenzione sulla parte strategica del piano paesaggistico della Regione Toscana relativa ai c.d. progetti di paesaggio, per tali intendendosi, da un lato, i “progetti regionali a carattere strategico volti a promuovere l’attuazione degli obiettivi generali relativi alle invarianti strutturali del PIT attraverso concrete applicazioni progettuali”, dall’altro lato, i progetti locali volti a dare concreta attuazione agli obiettivi di qualità dei singoli ambiti paesaggistici” (art. 34, comma 1, lett. a) e b), delle N.T.A. del piano paesaggistico toscano). I progetti di paesaggio rappresentano strumenti per l’attuazione della disciplina paesaggistica in ambito territoriale e comportano l’attivazione di una pluralità di attori e di risorse economiche, al fine di favorire la qualificazione e la valorizzazione dei paesaggi regionali attraverso azioni multisettoriali e integrate. L’art. 34, comma 3, della disciplina del piano paesaggistico toscano menziona una prima tipologia di progetto paesaggistico regionale denominata “Progetto di fruizione lenta del paesaggio regionale”, le cui finalità sono conseguite tramite l’apporto collaborativo pubblico-privato, mettendo in rete i diversi percorsi che vanno a costituire la nervatura portante dei corridoi paesaggistici di fruizione lenta dei paesaggi regionali. La medesima Relazione generale del piano sottolinea l’importanza della collaborazione pubblico-privata ai fini di una corretta attuazione dei progetti di paesaggio, finalizzata a recuperare situazioni di degrado territoriale ed a garantire la realizzazione di nuovi paesaggi di qualità. In tale prospettiva il conseguimento di nuovi obiettivi di qualità paesaggistica appare realizzabile mediante le forme del partenariato pubblico-privato in ragione della flessibilità organizzativa e funzionale che il suddetto strumento possiede in base alla normativa vigente. Le pregresse esperienze a livello nazionale hanno dimostrato l’idoneità di tale istituto giuridico alla gestione dei siti culturali, alla realizzazione di restauri e all’organizzazione di iniziative specifiche per la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale.

ARCHIvi multimediali del paesaggio di bonifica della MAREMMA. Conoscenza, comunicazione e fruizione della documentazione dell’Archivio di Stato (Genio Civile) e del Consorzio di Bonifica di Grosseto

Il progetto intende arricchire il quadro di conoscenze funzionale alla fruizione del patrimonio paesisticoculturale (canali, caselli idraulici, idrovore, dighe per captazione di acque fluviali, strade e ponti, insediamenti, ecc.) legato alla plurisecolare bonifica idraulica della pianura dell’Ombrone (comuni Grosseto e Castiglione della Pescaia), nell’ambito del progetto di candidatura UNESCO avviato dal gruppo di lavoro, cui partecipano il Dipartimento e gli enti locali (capofila Provincia di Grosseto). La ricca e ad oggi inedita documentazione del Genio Civile (Archivio di Stato di Grosseto/ASGR) e del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud/CB, relativa alle attività di bonifica del periodo 1860-1970 circa – da analizzare (con schedaturacatalogazione, riproduzione digitale e interpretazione critica) e contestualizzare all’assetto territoriale attuale – verrà organizzata in un data base relazionale interrogabile con motore di ricerca, con creazione di un’applicazione web da pubblicare sui siti dell’ASGR e del CB. I nuovi contenuti serviranno ad integrare banche dati già disponibili (cartografie storiche dei secoli XVI-XX, scritture, fotografie e foto aeree, materiali audio e video). I documenti storici consentiranno di conoscere e fruire il paesaggio fra Roselle e la costa di Castiglione ed Alberese, solcata dall’Ombrone, capillarmente plasmata dalla bonifica idraulica, attualmente poco nota rispetto a località balneari, musei, centri storici, Parco della Maremma. Il territorio potrà essere organizzato dagli enti locali con itinerari tematici integranti il patrimonio naturale e storico, per favorire la partecipazione e la consapevole riscoperta da parte delle comunità locali (e delle scuole) e sviluppare nuove forme di turismo sostenibile. Il processo comunicativo avverrà con soluzioni tecnologiche di grande impatto, come virtual storytelling, basate su contestualizzazione storica e localizzazione geografica dei siti, con costruzione di un geodatabase per rendere fruibili (anche tramite Mobile App), con i processi di territorializzazione, le schede dei manufatti e dei protagonisti della bonifica e consentire la navigazione per contenuti multimediali di realtà virtuale e aumentata (testimonianze audio e video). La georeferenziazione si servirà della piattaforma di Google maps/earth (base open source molto conosciuta) per rendere i documenti sul patrimonio culturale facilmente accessibili e utilizzabili a tutti gli utenti di smartphone e tablet.

Analisi strutturale e 3d di meteoriti metalliche e creazione di database multimediali

Il presente progetto si prefigge la realizzazione di indegini strutturali e morfologiche, in 3d, di materiali di interesse culturale quali le meteoriti, in particolare quelle metalliche, attraverso l’uso di tecniche non distruttive basate sull’impiego di neutroni e raggi X. Tali indagini, che in nessun modo danneggeranno tali preziosi Beni Culturali, permetteranno di indagarne la struttura, anche interna, individuandone le caratteristiche petrologiche, ottenendo fedeli ricostruzioni 3d oltre ad evidenziare l’eventuale presenza di eventuali condizioni di stress residuo. Tali informazioni, di basilare importanza in ambito planetologico, in quanto correlabili con le condizioni fisico-chimiche (temperatura, pressione) che hanno operato nei primi stadi di formazione del Sistema Solare, saranno rese disponibili, per ricercatori ed appassionati astrofili, mediante l’inserimento nel catalogo multimediale statale SIGEC-WEB. La catalogazione standardizzata di tali beni culturali, e dei risultati delle indagini strutturali a cui verranno sottoposte, renderà, per la prima volata, completamente accessibili in forma virtuale tali informaizoni strutturali, permettendo sia al grande pubblico che ai ricercatori nazionali ed internazionali, la fruizione di questi bene culturali attraverso i cataloghi multimediali standardizzati di facile, razionale ed immediato accesso. In particolare, idonei campioni di meteoriti, metalliche e non, presenti nelle ricche collezioni del Museo di Scienze Planetarie, saranno investigati con tecniche microtomografiche e diffrattometriche, sia utilizzando raggi X che neutroni. I nuovi dati strutturali e le ricostruzioni tomografiche 3d verranno resi disponibili, assieme ai dati già a disposizione per tali campioni, sottoforma di tabelle e filmati 3d, nel formato standardizzato ICCD sulla piattaforma ufficiale del Ministero dei Beni Culturali SIGEC-WEB.

I beni culturali interclusi: conservazione, accessibilità, valorizzazione

Il progetto di ricerca intende studiare la disciplina giuridica dei beni culturali interclusi sotto tre profili: quello della conservazione, dell’accessibilità e della valorizzazione. Il progetto di ricerca coinvolge tre operatori della filiera culturale e creativa regionale, quali soggetti gestori di siti UNESCO: il Comune di Siena, quello di San Gimignano e il Parco della Val d’Orcia. Con l’espressione beni culturali interclusi si intende indicare una pluralità di beni culturali. Da un lato quei beni culturali pubblici, la cui accessibilità passa da terreni di proprietà privata e la cui diffusione è collegata al progressivo fenomeno del frazionamento della proprietà fondiaria; dall’altro alcuni beni culturali privati che meriterebbero una fruizione collettiva. Di essi tutti non esiste, ad oggi, una definizione normativa. Per fare solo degli esempi di beni culturali interclusi: a) Comune di Siena: le valli verdi, i bottini, le fonti e le mura medievali; b) Comune di San Gimignano: le mura medievali e la Torre Campatelli; c) Parco della Val D’Orcia: il Romitorio di Pienza, l’acquedotto di Vivo D’Orcia, la Chiesa dell’Ermicciolo, la Rocca d’Orcia, il castello di Ripa D’Orcia, la Cappella di Vitaleta. Il progetto ha l’obiettivo di proporre modelli giuridici concreti ed operativi per la conservazione di questi beni tramite strumenti di partenariato tra il pubblico e il privato e costruire un sistema di convergenze che consenta di rileggere, anche in una prospettiva costituzionale, la disciplina della proprietà pubblica e privata. Il progetto intende verificare se partendo dalla distinzione tra proprietà e valore, sia possibile rintracciare una connotazione collettiva del valore e se possa essere utile in punto di qualificazione giuridica la costruzione e la utilizzazione di una specifica categoria di beni giuridici e di nuove forme di accessibilità per il godimento di tali beni. La valorizzazione dei beni culturali interclusi deve sollecitare anche una riflessione che coinvolga i contratti del turismo. La valorizzazione verrà studiata, però, non solo per il singolo bene culturale intercluso ma anche per la destinazione turistica nella quale si trova il bene: alcune aree sono affette da spopolamento con perdita di servizi essenziali, altre subiscono, invece, una progressiva massificazione del turismo. Si analizzeranno, a proposito, nuove forme di ospitalità, quali ad esempio, l’albergo diffuso e il borgo-albergo.

Biorimedi per il controllo di licheni e biofilm sui beni culturali lapidei

I beni culturali lapidei del parco mediceo di Pratolino, di proprietà della Città Metropolitana di Firenze, sono colonizzati da licheni e biofilm (cianobatteri, alghe, funghi), che rappresentano un elemento di degrado estetico e una minaccia per la conservazione. La loro rimozione è un passaggio necessario per qualsiasi intervento conservativo e di restauro. La prassi dei restauratori prevede trattamenti con biocidi seguita da rimozione meccanica e dall’eventuale applicazione di prodotti (spesso i medesimi biocidi) volti a limitare i fenomeni di ricolonizzazione. Tuttavia, i biocidi correntemente in uso sono tossici per operatori e ambiente, nonché responsabili dello sviluppo di ceppi resistenti. Inoltre, per diversi biocidi commerciali, come i sali d’ammonio quaternario, evidenze sperimentali hanno fatto ipotizzare che la denaturazione della molecola biocida possa nel tempo fornire nutrienti e promuovere la ricolonizzazione. Il presente progetto mira a valutare, comparativamente ai trattamenti tradizionali, l’efficacia e la persistenza – nonché il livello di interferenza con il substrato – di biorimedi per la rimozione (green biocides) e la prevenzione della ricolonizzazione (green preservatives) di licheni e biofilm sui beni culturali lapidei del parco di Pratolino. L’indagine sarà focalizzata sull’applicazione di oli essenziali estratti da piante officinali quali origano e timo, le cui proprietà antimicrobiche e antimicotiche sono ben note. La Toscana ha esperienze importanti nella coltivazione di piante officinali ad uso fitochimico e medicinale. Il loro utilizzo per la conservazione preventiva può costituire un’alternativa eco-friendly ai diffusi trattamenti a base di nanoparticelle di metalli (Ag, Zn, Cu, Ti), che contribuiscono al diffondersi di questi inquinanti nell’ambiente. Per substrati selezionati sarà inoltre valutata l’applicazione come green biocide del cosiddetto “aceto di legno”, un sottoprodotto della gassificazione del legno in assenza di ossigeno (pirolisi). Il partner industriale del progetto ha un’esperienza pluriennale nella valorizzazione energetica della biomassa e ha già messo a punto esperienze per il recupero degli scarti produttivi in termini di biochar. L’aceto di legno, in dipendenza dei meccanismi estrattivi, può contenere percentuali variabili di acido acetico, polifenoli, tannini, uno spettro importante del distillato di legno. Il suo utilizzo in agricoltura come bioerbicida sembra molto promettente.

Per una “bio-grafia” delle sculture all’aperto: dalle collezioni fiorentine al Regio Museo di Luigi Adriano Milani, all’alluvione del 1966

Dopo la disastrosa alluvione del 4 novembre 1966, che colpì gravemente il pianterreno e i depositi sotterranei del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, la collezione di sculture classiche, costituita da centinaia di statue, torsi ideali, ritratti, epigrafi latine e greche, sarcofagi ed elementi architettonici, e messa insieme dal primo direttore del Regio Museo Archeologico di Firenze, Luigi Adriano Milani, fu trasferita, con i lavori iniziati nel Museo negli anni ’80, a Villa Corsini a Castello (Firenze), una sede prestigiosa che aveva spazi sufficientemente ampi da accogliere un insieme così imponente di opere d’arte antica, prevalentemente realizzate in marmo lunense. Molte di queste sculture, in prevalenza copie romane di originali greci, di cui alcune di notevole interesse storico-artistico e collezionistico, erano anche state nel giardino del Museo Archeologico, dove erano state collocate dal Milani stesso e dal suo successore Antonio Minto, dunque una permanenza all’esterno dal 1880 in poi, fino almeno ai primi anni ’80 del secolo scorso. Le sculture esposte o custodite nei magazzini di Villa Corsini necessitano di indagini sul loro stato originario prima dell’alluvione, che in molti casi ne ha staccato o indebolito le parti, ma soprattutto sui diversi stadi di degrado causati dalla loro esposizione alle intemperie, durante la permanenza nel giardino del Museo. Problemi di superficie, di patine, di corrosioni, di inquinamento etc., e i loro effetti nell’arco di un secolo, potranno essere investigati a fondo e apportare soluzioni per future analoghe situazioni. La creazione di un database che raccolga tutte le opere lapidee presenti nella Villa e nei suoi magazzini, che ammontano a circa 2.000 pezzi, sarebbe estremamente auspicabile e faciliterebbe moltissimo il futuro lavoro di studio, catalogazione, completamento dell’inventariazione, restauro, documentazione, con una ricaduta estremamente positiva sugli aspetti gestionali del lavoro del Museo. Il progetto infine prevede, dal punto di vista della scienza dei materiali e delle nanotecnologie, le seguenti attività, svolte in collaborazione con il Laboratorio NEST e finalizzate allo studio e alla conservazione del materiale lapideo: lo studio della composizione dei frammenti di marmo prelevato dalle opere (ove possibile), ai fini del riconoscimento del luogo di provenienza della materia prima; lo studio di nuove tipologie di film sottili ai fini della protezione della superficie dell’opera dall’azione di acidi comuni e da quella di agenti atmosferici aggressivi; lo studio e la realizzazione di nuove tipologie di “marmo sinterizzato”, che possa essere impiegato per il restauro (anche reversibile) di opere danneggiate.

Patrimonio culturale e Media. Racconto e rappresentazione del paesaggio storico della Toscana / Cultural HerItage and MEdia. Representation and storytelling of the historical and Archaeological landscape of Tuscany

Il progetto si propone di sviluppare e applicare una metodologia per la valorizzazione e la promozione delle eredità culturali con particolare riguardo ai paesaggi culturali toscani studiati nella loro dimensione storica di lungo periodo e con attenzione alle fonti (cartografiche, fotografiche, multimediali, documentali, materiali). Tale approccio si fonda sul convincimento che il riconoscimento dei valori culturali, espressione di identità delle comunità locali, possa contribuire ad attivare processi di sviluppo locale sostenibile e durevole se sostenuto da strategie innovative di valorizzazione e da percorsi di formazione/informazione. Partendo da questi presupposti, il progetto intende: 1. incrementare l’accessibilità alla documentazione relative ai paesaggi, nella loro dimensione storica, e al patrimonio culturale identitario attraverso un archivio digitale di documenti fotografici, cartografici, audiovisivi in grado di raccontare le trasformazioni e la storia del paesaggio con attenzione alle caratteristiche identitarie; 2. favorire la conoscenza del patrimonio culturale, materiale e immateriale, del territorio attraverso percorsi di formazione/informazione; 3. valorizzare tale risorse attraverso la produzione di contenuti appositamente progettati e itinerari tematici, utilizzando tecnologie quali augmented reality, storytelling, virtual tour, virtual landscaping, historical GIS. 4. progettare un sistema di gestione delle immagini digitali che risponda sia alle esigenze di valorizzazione e accessibilità del patrimonio culturale sia a quelle legate alle attività di tutela e conservazione. Tale obiettivi potranno essere raggiunti attraverso un’articolazione delle attività in tre ambiti principali: 1. progettazione, realizzazione e popolamento di un archivio digitale; 2. progettazione e realizzazione di contenuti innovativi per la comunicazione e valorizzazione del patrimonio e degli strumenti più idonei alla loro diffusione (apps, web applications); 3. progettazione e realizzazione di momenti informativi (mostre, convegni) e formativi (corsi, open labs, workshops) per promuovere il coinvolgimento di insiders e outsiders. Il progetto potrà contare, per quanto riguarda il popolamento dell’archivio digitale, sulla ricchissima documentazione posseduta dai partner di progetto e per l’implementazione sul laboratorio AGJL. Per quanto riguarda, invece, la comunicazione e disseminazione dei risultati potrà contare sui portali che fanno capo ai partner.

Classificazione Legale e regime giuridico dei Fondi Archivistici ai fini di una migliore fruizione da parte del pubblico

L’Archivio di Stato di Siena e gli altri Enti coinvolti nel presente progetto sono istituzioni tra loro diverse, e, tuttavia, accomuniate dal fatto di essere custodi di tesori archivistici e documentali d’importanza (assai spesso) mondiale. Di qui l’avvertita esigenza di estendere la fruibilità di un siffatto patrimonio a platee sempre più larghe, anche avvalendosi delle più recenti tecnologie: si pensi, a titolo d’esempio, a quelle che implicano la raccolta, la gestione e la profilazione di bigdata o, ancora, l’utilizzazione di piattaforme di digitalizzazione e catalogazione di contenuti liberamente accessibili via web. A fronte di ciò, deve nondimeno osservarsi che l’accesso telematico a risorse artistico-documentali solleva problemi giuridici non lievi, che spaziano dalla tutela della privacy a quella del diritto d’autore. Ne deriva un quadro di regole molto opache che, da un lato, scoraggia i migliori propositi d’innovazione degli operatori della filiera culturale; dall’altro, osteggia la piena fruizione delle risorse archivistiche da parte dei cittadini. Tanto considerato, la classificazione legale delle varie tipologie di fondi archivistici e la precisa individuazione dei regimi giuridici corrispondenti è premessa necessaria per fugare le incertezze e favorire l’identificazione di soluzioni capaci di tradursi in buone pratiche amministrative (facilmente esportabili altrove). Per tali ragioni, quindi, qui si propone uno studio mirato, da svolgersi in stretta simbiosi con gli archivisti, diretto alla ricerca di soluzioni concrete a problemi sollecitati dagli stessi operatori pratici. Tradotto in essenza, il lavoro si articolerà intorno ai seguenti passaggi angolari: a) individuazione delle tipologie di fondi archivistici; b) elaborazione della metodologia di classificazione giuridica dei fondi che sia replicabile in analoghi contesti pubblici e privati; c) identificazione del regime giuridico di ciascuna classe precedentemente elaborata; d) elaborazione di protocolli di gestione e utilizzo per ciascuna tipologia di fondi ad uso degli operatori pratici. I protocolli, unitamente alle linee guida ivi contenute, potranno essere adottati in qualsiasi realtà similare, sia locale sia nazionale.

Le industrie culturali e creative come motore per la crescita inclusiva

Il progetto è suddiviso in tre workpackages (WPs), due di ricerca di base e il terzo di ricerca applicata. Il primo WP si intitola “Perché le industrie creative sono un motore di crescita e coesione?” e si concentra sul modo in cui le industrie culturali e creative possono divenire un motore per la crescita e la coesione, studiando le buone pratiche realizzate in Italia, Francia, Danimarca e Paesi Bassi, che hanno recentemente sperimentato soluzioni innovative su queste tematiche che possono essere replicate in un contesto come quello toscano. Il secondo WP è intitolato “Quando: le condizioni abilitanti per le imprese culturali e creative”. Avere una elevata dotazione di attività culturali e creative non è sufficiente a promuovere la crescita sostenibile se non si favorisce l’integrazione tra ICC e altri settori. Per tale ragione in questo WP ci si soffermerà sull’individuazione dei fattori abilitanti (legati anche al ruolo svolto dagli stakeholders di riferimento, come governi locali e regionali, Fondazioni bancarie, istituzioni culturali, ecc.), individuando gli strumenti che fanno sì che le ICC possano giocare sul territorio regionale un effetto leva, attivando risorse nascoste che altrimenti non sarebbero attivate, e un effetto traino, favorendo la crescita di altri settori. Il terzo WP si intitola “Come applicare le industrie culturali e creative in due settori strategici” e prevede la sperimentazione di alcune attività dell’ICC per migliorare sia la competitività sostenibile che la coesione. Si lavorerà sull’utilizzo di serious games – giochi digitali e non, che non hanno finalità di intrattenimento ma che sono sviluppati a fini educativi, illustrativi e terapeutici per la loro capacità di intervenire su abilità motorie, capacità cognitive e motivazionali – e di come questi possano da un lato favorire la competitività sostenibile attraverso la promozione della fruizione del patrimonio culturale, materiale e immateriale e dall’altro essere utilizzati per l’inclusione per affrontare gravi patologie come ad esempio l’alzheimer, il diabete o l’autismo. La combinazione tra ricerca di base e applicata di frontiera rende particolarmente innovativo il progetto e consente di promuovere le finalità dell’operatore della filiera culturale – Istituto Gramsci – e la sua sostenibilità economica, l’inclusione sociale oltre che la crescita professionale dell’assegnista coinvolto e rafforzandone l’occupabilità nell’ambito del mercato della ricerca.

Memorie digitali. L’Archivio del Maggio Musicale Fiorentino

Obiettivo del progetto è quello di rendere fruibili al pubblico i documenti del Maggio Musicale Fiorentino. Il più importante teatro toscano – nonché uno dei primi enti lirici europei – possiede infatti un vastissimo archivio che risale alla costituzione del Maggio Musicale Fiorentino (1933). accanto alla documentazione più prettamente amministrativa all’interno di questo archivio traviamo anche materiale figurativo di altissimo pregio (sono celebri i bozzetti ed i figurini dei più grandi pittori del Novecento come Guttuso, De Chirico, Pimo Conti etc.) manifesti, fotografie e registrazioni audio-video. Scopo del progetto è dunque quello di stabilire un piano d i lavoro organico che superi le singole ricognizioni su questo o quel settore documentario, giungendo ad approntare una piattaforma in grado di offrire i principali contenuti alla massa degli utenti del web. Per fare ciò si partirà dalla descrizione del materiale non catalogato e dall’attività di reingegnerizzazione del materiale già descritto. Ciò obbligherà ad un duplice sforzo: in primo luogo si dovrà procedere ad un’analisi delle schedature effettuate in ambiente digitale ripartendo da quelle catalogazioni su formati che risultano obsoleti e che sono state accantonate. D’antro canto, sarà necessario riflettere più in generale sugli archivi degli enti musicali che, almeno nel caso toscano, costituiscono un settore di interesse abbastanza recente. Al termine del biennio di lavoro si giungerà alla realizzazione di una piattaforma fruibile on line sulla quale saranno messi a disposizione i diversi materiali, consentendo così agli studiosi, o più semplicemente ai cultori e agli appassionati, di consultare tutti i documenti relativi agli allestimenti del Maggio Musicale. I risultati di questo lavoro potranno costituire un punto di riferimento ed un modello utile anche per gli altri teatri, sia toscani che italiani. Tra gli obiettivi del progetto vi è anche quello di formare l’assegnista al lavoro di archiviazione dei documenti nati in ambiente digitale. Per tale motivo il ricercatore sarà tenuto ad avviare una profilazione del workfolw utile alla creazione di un archivio nato e conservato digitalmente, sia interagendo con tecnici informatici che aprendo tavoli di dialogo con le istituzioni archivistiche e musicali di riferimento allo scopo di avviare una riflessione organica sugli strumenti archivistici di base (ad es. massimario di scarto) che risultano ancora del tutto assenti.

Difesa del patrimonio culturale e verifica di vulnerabilità attraverso tecnologie e strumenti innovative

La priorità di salvaguardare la Galleria dell’Accademia di Firenze (GA-AFI), manufatto vincolato ai sensi del D. Lgs. 42/2004, e il patrimonio artistico ivi contenuto (di incomparabile valore culturale) nei confronti sia del rischio indotto da eventi estremi quali il sisma, sia da attività antropiche di lungo temine, come il continuativo e crescente afflusso turistico negli spazi espositivi, rende necessario l’ideazione. La definizione e la messa a punto di strumenti capaci di valutare in forma affidabile, robusta e rapida la vulnerabilità degli elementi ad elevata esposizione al maggiore rischio, specialmente se già manifestano forme incipienti di fatica. La procedura proposta nel progetto sarà scalabile ed applicabile sia sulle macrostrutture e gli elementi strutturali portanti del “contenitore”, sia sugli oggetti e le opere d’arte “contenute”. Le modalità di approccio nei confronti di Beni così delicati devono prevedere alcuni passi sequenziali: la prima fase è improntata all’accrescimento conoscitivo, tramite le più avanzate tecnologie di rilievo geomatico (TLS – Terrestrial Laser Scanner) e il supporto di tecniche diagnostiche innovative per l’ambito, inclusa la possibilità di rilevare con processi automatizzati il danno presente sulla superficie e in profondità degli elementi sotto esame. Una seconda fase deve necessariamente integrare le informazioni ricavate ed elaborate durante il processo conoscitivo (la geometria, le qualità meccaniche e fisiche dei materiali, al presenza di eventuale danno etc.) all’interno di un archivio digitale, che trova la sua naturale collocazione all’interno dell’ambito BIM o H-BIM. Il modello H-BIM così implementato sarà uno strumento di supporto per la programmazione degli interventi e per la gestione e studio della cantierizzazione e dei rischi interferenziali. La terza fase, infine, servirà ad utilizzare le informazioni digitalizzate per creare in forma automatizzata dei modelli numerici in grado di rappresentare nel modo più fedele possibile il comportamento degli elementi monitorati e fornire risposte sul livello di esposizione al rischio di partenza degli stessi (o secondo input aggiornati). Questa procedura, oltre che essere applicata a un caso studio reale, potrà essere estesa e generalizzata per complessi monumentali similari ed anche eventualmente integrata da sistemi di monitoraggio, in grado di fornire dati in tempo reale e aggiornare la valutazione di vulnerabilità in funzione anche del cambiamento di esposizione e stato degli elementi stessi.

Digital Horografic Museum – New Historical shape

Il progetto DHoMus si propone, attraverso la ricerca applicata, di usare le tecnologie più avanzate e all’avanguardia per operare analisi sui materiali, rilievi ed elaborazioni digitali, al fine di favorire da una parte la conservazione, tutela e salvaguardia delle strutture museali e dei manufatti esposti e dall’altra, di promuovere la valorizzazione, la fruibilità e l’accesso di un più ampio pubblico ai luoghi della cultura. Attraverso questo progetto saranno quindi rese accessibili e sostenibili anche per i piccoli musei periferici, soluzioni tecnologiche che di solito sono di appannaggio solo dei grandi musei, riducendo quindi i gap economici, geografici e logistici. La prima fase del progetto prevede di realizzare mappature e rilievi sul campo (presso e di concerto con i Musei ed aree archeologiche partecipanti), che saranno poi utilizzati nella successiva fase di post-produzione nella quale, con l’ausilio di mezzi tecnologici e software specifici, saranno elaborati modelli tridimensionali che potranno essere utilizzati sia per la diagnostica strutturale e l’analisi dei vari degradi materici e della suscettività sismica, che per una divulgazione scientifica, comunicazione e valorizzazione su più piattaforme. Sulla base dei dati rilevati e dei modelli realizzati, verranno condotti studi sulle possibili soluzioni di salvaguardia e conservazione dei manufatti e quindi elaborati protocolli di intervento e progetti di musealizzazione dinamica. Una parte molto significativa e altamente sperimentale del progetto di ricerca sarà poi dedicata alla realizzazione, sulla base dei modelli tridimensionali elaborati, di proiezioni olografiche di ricostruzione di manufatti o parti archeologiche all’aperto, in scala 1:1. Questo sistema, che permette di riprodurre il modello realizzato in tutte le sue parti, permetterà la fruibilità e accessibilità del bene culturale per tutti, superando qualsiasi barriera di tipo culturale, fisico e linguistico, oltre che permettere una maggiore vitalità e attrattività del museo. L’uso della tecnologia consentirà infatti di adattare le modalità di fruizione del bene culturale ai diversi target di visitatori. I modelli digitali tridimensionali costituiranno infatti la base per essere elaborati in supporti ed ausili diversi: realtà virtuale e ologrammi, video, animazioni, ausili tattili per non vedenti, materiali didattici e divulgativi. Nel corso del progetto saranno dunque realizzati prototipi e modelli di fruizione adattati ai diversi target ed organizzati eventi pilota presso i musei e aree archeologiche esterne, nonché incontri ed una conferenza finale di disseminazione e divulgazione dei risultati raggiunti con il progetto.

Diari multimediali migranti: lessico della memoria, analisi e diffusione

Il Progetto DiMMILEX, estensione del progetto DIMMI avviato nel 2012, si propone di condurre un’analisi semiotica e linguistica della produzione diaristica di migranti che sono transitati o si sono stabiliti in Italia. l’analisi sarà condotta a seguito della creazione di un corpus composto dai testi raccolti nell’ambito del progetto DIMMI – Diari Multimediali Migranti. Il lavoro su tale corpus permetterà anche di costruire vari materiali (anche didattici) che l’Archivio Diaristico Nazionale (ADN) potrà utilizzare per la disseminazione del proprio patrimonio sia presso le suole sia presso tutto il pubblico potenzialmente interessato, mediante un portale online appositamente creato. Parte del Progetto consisterà poi nell’elaborazione e allestimento di un ambiente virtuale che verrà configurato come un Social Network all’interno del quale gli utenti, di lingue e culture diverse, potranno interagire sui temi trattati nel patrimonio dell’ADN. Inoltre, gli utenti avranno la possibilità di condividere materiali relativi ai diari dei migranti e narrare le loro eventuali esperienze migratorie, sia in forma scritta che mediante registrazioni di file audio. I principali prodotti che il Progetto intende realizzare sono pertanto i seguenti: – completamento della digitalizzazione dei Diari Multimediali Migranti e creazione di un corpus fornito di tagging semantici e concettuali e analizzabile dal punto di vista linguistico; – stesura del Primo Lessico di Frequenza della Lingua Migrante in Italia che sarà liberamente consultabile online; – elaborazione di un supporto multimediale che permetta la ricerca sul corpus per parole chiave o nodi tematici; elaborazione e allestimento di un portale che rappresenti uno spazio di interazione virtuale tra gli utenti lettori dei Diari, in un’ottica pluriculturale. Lasciando e rendendo liberamente accessibile il lessico di frequenza della lingua migrante, nonché elaborando uno spazio virtuale di interazione sui temi correlati alla narrazione dell’esperienza migratoria, il Progetto intende promuovere e rafforzare un fondo di raccolta e archiviazione dei diari di immigrati di prima e seconda generazione favorendo altresì l’allargamento del bacino di utenza dell’ADN. Più in generale, DIMMILEX contribuirà a sostenere il dialogo tra cittadini di diverse origine e profili socioculturali con l’obiettivo di costruire una memori a collettiva dell’Italia contemporanea.

Discovering Roman Elba And Maritime Landscape

La Villa delle Grotte rappresenta una delle testimonianze archeologiche di epoca romana più importanti dell’isola d’Elba; a partire dal 2016, consci dell’importanza dell’investimento culturale sul territorio, l’impegno della Fondazione Villa romana delle Grotte, del Comune di Portoferraio e di Associazioni di volontariato e privati cittadini, ha permesso di migliorare la fruizione del parco archeologico, abbandonato per molti anni al degrado. La recente valorizzazione sta portando un valore aggiunto all’intera isola, sia in termini turistici che in una maggiore consapevolezza della popolazione residente, la quale ha scoperto un rinnovato interesse verso la storia del proprio territorio, fondamentale per una maggiore sensibilità nei confronti della sua tutela e conservazione. La Villa è stata indagata archeologicamente negli anni sessanta del secolo scorso attraverso ricerche che non possono più essere considerate soddisfacenti ed esaustive e, nonostante i grandi sforzi profusi per incrementare le visite, la parziale visibilità dei resti ed i pochi supporti didattici a disposizione, compromettono sensibilmente la comprensione e la fruizione del parco da parte dei visitatori. Alla luce di queste criticità, il progetto prevede un riesame storico-archeologico globale della Villa e del suo contesto ed una sua valorizzazione attraverso moderni supporti tecnologici che assistano la visita e l’ampliamento delle aree percorribili. In particolare, alla luce di nuovi scavi, il progetto prevede la realizzazione di un’esperienza virtuale (con ricostruzione 3D della villa e dell’ambiente circostante), che offra ai visitatori un percorso immersivo e multisensoriale, favorendo una maggiore partecipazione e interazione. La creazione dei nuovi percorsi di visita consentirà inoltre di rendere accessibile il parco ai portatori di handicap e a persone con difficoltà motorie, oltre a garantire la piena fruibilità da parte di tutti, con percorsi ideati per visite scolastiche e supporti didattici per bambini e adulti. Al termine del progetto, sostenuto anche da uno sviluppo dei social media e da un incremento delle attività didattiche, la Villa delle Grotte potrà godere di una fruizione dinamica, coinvolgente, emozionale ed altamente suggestiva e di nuove aree di accoglienza e percorrenza. Tutto ciò sarà realizzabile con il potenziamento della sinergia esistente tra pubbliche istituzioni e privati ed una spiccata valorizzazione partecipativa, che favorisca anche la nascita di un parco pubblico, integrato nel parco archeologico.

Disegni e Stampe dalla Collezione Stibbert: intervento di catalogazione, conservazione e restauro per il loro recupero

Il progetto si configura come un programma di ricerca interdisciplinare ed innovativo, nato dalla confluenza su intenti comuni delle capacità ed energie del Dipartimento di Scienze della Formazione, Scienze Umane e della Comunicazione Interculturale e del MuseoStibbert,ai quali si sono affiancati l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’Università di Siena, e l’azienda C.T.S. Obiettivo del progetto è quello di stimolare lo sviluppo e l’applicazione di soluzione tecnologicamente avanzate, a basso impatto ed economicamente sostenibili per recuperare, conservare e rendere fruibile la ricca ed eterogenea raccolta di disegni e stampe presenti nei depositi del Museo Stibbert. Per quanto riguarda i disegni, si tratta di progetti architettonici e decorativi, realizzati dallo stesso fondatore del Museo e dagli architetti e decoratori di cui lui si serviva per la realizzazione del suo progetto museale, mentr il corpus delle stampe conta circa 1600 unità databili dal Cinquecento all’Ottocento che offrono una panoramica su tutta la storia dell’incisione, da Marco Sadeler e Stefano della Bella, a Charles Le Brun, fino a Raffaello Morghen. La prima fase di lavoro prevede la compilazione di schede di catalogo, nonché l’acquisizione di immagini digitali con lo scopo di rendere disponibile in rete l’intera raccolta attraverso la realizzazione di un catalogo completo su supporto informatico, conforme agli standard ministeriali definiti dall’ ICCD. Una successiva fase della ricerca riguarderà lo studio diagnostico delle opere per ottenere informazioni sulla tecnica esecutiva, la natura dei materiali costitutivi e il loro degrado. Sarà così possibile disporre di un’ampia documentazione, fondamentale per il successivo intervento di restauro che sarà eseguito su una parte delle opere appositamente selezionata come rappresentative dell’intera collezione e dello stato generale di conservazione. L’intervento prevederà l’impiego di metodologie di nuova frontiera, pertanto dovrà essere preceduto da un’accurata fase di sperimentazione e monitoraggio al fine di testarne le migliori possibilità applicative e garantirne l’efficacia e la replicabilità. Il progetto dovrà infine occuparsi del condizionamento nonché della fruizione dei materiali attraverso la formulazione di ipotesi e soluzioni che, tenendo conto della elevata criticità del tema, favoriscano l’accessibilità e la fruibilità della collezione al pubblico.

Efficientamento Della Salvaguardia E La Valorizzazione Dei Giardini Storici

La proposta progettuale vuole rispondere ad esigenze, anche operative, in merito alla gestione e salvaguardia dei giardini storici appartenenti al Polo Museale Toscano. Ad esempio, i casi dei Giardini di Villa medicea di Castello e Villa medicea La Petraia costituiscono di fatto esempi applicativi dello studio proposto in quanto soddisfano la necessità del conservatore di formulare nuove proposte per la protezione e la conservazione del patrimonio sia vegetale che storico dei giardini. L’approccio inter-disciplinare è la chiave del progetto per affrontare le problematiche di mantenimento della componente arborea/arbustiva in un’ottica di gestione della loro conservazione all’interno del giardino. L’attuale stato di conservazione di molti alberi nei giardini storici è precario, a causa della loro età e dell’effetto del cambiamento climatico. Di conseguenza, le condizioni fisiologiche e la stabilità di molti alberi possono costituire un fattore di rischio ai manufatti lapidei presenti o, addirittura, ai visitatori. Pertanto, l’obiettivo finale del progetto è la salvaguardia diretta delle strutture ambientali e indiretta di quelle artistiche esistenti, utilizzando approcci innovativi per il monitoraggio di entrambe le componenti, insieme a tecniche per preservare/monitorare il loro design originale, il patrimonio arboreo e le componenti culturali e storiche. Verranno proposte quindi soluzioni per il monitoraggio, la salvaguardia e il mantenimento della vegetazione avente rilevanza storico-paesaggistica nel sistema delle Ville del Polo museale della Toscana in modo da rispondere alle esigenze attuali e alle sfide future in relazione anche ai cambiamenti climatici.

Fibonacci 2021:un sistema per edizioni digitali interrogabili a stampa e on line

L’Università di Pisa (OR) e il Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della scienza (OFC) hanno sostenuto l’edizione critica curata da Enrico Giusti (con la collaborazione di Paolo d’Alessandro e Pier Daniele Napolitani) del Liber abaci di Leonardo Fibonacci, un’opera capitale per la cultura occidentale e che segnò la rinascita della matematica in Occidente. La pubblicazione di questa edizione è prevista entro la fine del 2019 presso la casa editrice Olschki (1500 pp. Circa). Questo risultato è alla base del presente progetto che punta a sviluppare un sistema per edizioni critiche digitali. A partire dall’edizione cartacea suddetta, tale sistema dovrebbe trasformarla in un’edizione digitale completamente interrogabile, arricchendola di un markup semantico che permetta di recuperare il tesoro di informazioni linguistiche, matematiche, storiche che il Liber abaci contiene. Inoltre, tramite l’utilizzazione di tecniche di intelligenza artificiale, il sistema dovrebbe essere in grado di sostenere l’elaborazione/comprensione del linguaggio naturale e l’elaborazione semantica per l’estrazione di informazioni nascoste, il collegamento tra brani interni all’edizione ed esterni ad essa ed il supporto alla fruizione dell’edizione da parte di diversi livelli di utilizzatori. La base di partenza è costituita dall’esperienza sviluppata negli anni precedenti da parte dell’OR e dell’OFC e da vari partner accessori nel campo della digitalizzazione e dello sviluppo di applicativi dedicati alle edizioni critiche digitali quali il sistema MauroTeX-Scriptorium e il Corpus Corporum.

Archivio vivo. Nuove modalità di diffusione e riuso del patrimonio culturale della moda

Il ruolo della digitalizzazione per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale è ormai più che consolidato. Gli oggetti culturali digitalizzati rappresentano potenzialmente un sistema di conoscenze aperto a molteplici usi, riusi ed interpretazioni. Tuttavia, gli archivi digitali non solo non trovano sufficiente risposta nel pubblicoin termini di consultazione e tanto meno di impiego, ma spesso non sono nemmeno conosciuti dai possibili destinatari. Con particolare riferimento agli archivi tessili e di moda, il progetto intende indagare il ruolo dell’archivio oggi e svilupparne le potenzialità, elaborando nuove soluzioni applicative per favorire la diffusione e il riuso del materiale ai fini di ricerca, didattica e come fonte di ispirazione per progettisti o più in generale creativi. Per incentivare l’attivazione dei contenuti d’archivio, saranno delineate modalità di fruizione in grado di valorizzare il materiale digitale come risorsa di conoscenza e supporto alle attività di progettazione e comunicazione strategica. Inoltre, l’interesse alla massima fruibilità delle informazioni sarà bilanciato con le esigenze di tutela del diritto della proprietà intellettuale degli autori o di chi detiene il materiale (licenze di utilizzo, CC, public domain). La ricerca sarà articolata in tre fasi di lavoro. L’approccio sarà necessariamente interdisciplinare, avvalendosi in ciascuna fase sia del metodo e delle competenze del progettista (DIDA, 1° assegno) sia di quelle del giurista (DSG, 2° assegno). Una prima fase sarà dedicata ad individuare gli utenti di riferimento in modo da definire i linguaggi e la struttura delle informazioni. Il processo potrà avvalersi di strumenti di raccolta, gestione e profilazione dei big data, tenendo conto della nuova normativa UE in materia di trattamento dei dati personali e privacy. Nella seconda fase, l’attività di ricerca si occuperà di organizzazione ed ottimizzazione dei contenuti, elaborando parametri uniformi, valutando le possibilità di creare una piattaforma muti-sided e di usare strategie di crowdsourcing. La terza fase si incentrerà su accessibilità e diffusione dei contenuti tramite attività didattica, call for ideas, contest, eventi periodici. Contestualmente, si lavorerà per la costruzione di una rete di soggetti interessati che comprenda istituzioni ed imprese. Il progetto consentirà lo sviluppo di buone pratiche che insieme costituiranno un modello espandibile e replicabile in altri contesti applicativi.

Archeologia bene comune

Gli OFC: -Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, Parco archeologico naturalistico e Archeodromo di Belverde (OFC1) -Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria di Firenze (OFC2) hanno come obiettivo l’istituzione di una rete di unità museali decentralizzate, a tematismi analoghi e forte valenza territoriale: i Musei del territorio della Valdichiana Senese, il Museo LAB di Grosseto e le collezioni preistoriche del SIMUS. Tutto ciò nasce da esperienze congiunte sviluppate in pregressi progetti per azioni di valorizzazione, divulgazione e ricerca. Eventi culturali, formativi e di comunicazione, condivisi in fase progettuale, dovranno garantire una sostenibilità economica facilitata con ricadute sull’economia locale. Il progetto è ispirato ad una politica inclusiva. Finalità: -fidelizzazione del pubblico già interessato ai BBCC -attrazione del “pubblico non pubblico” -coinvolgimento di pubblico con BES (trisomia 21, Alzheimer) e creazione di una rete specifica di strutture dedicate -Decentramento dei flussi turistici -Potenziamento di territori interni. Azioni: -utilizzo delle attuali tecniche di comunicazione: social media, app dedicate per smartphone o tablet, QR codes, riorganizzazione sito web, guide intelligenti, implementazione di archivi digitali (Rmap 1.c, e, f, g) -incentivazione delle diverse fasce di utenti ad una fruizione partecipativa attraverso esperienze già in uso presso gli OFC: laboratori di archeologia sperimentale, storytelling e storyworld, alternanza scuola-lavoro, esposizioni inclusive (“Vietato NON Toccare”) attraverso il confronto con PTP attivi sul territorio e la sua rete (Rmap 1.b) -creazione di realtà immersive e aumentate per visite virtuali da associare a visite on site per contesti di difficile accesso (es. le grotte del Monte Cetona) (Rmap 1.a, c) -postazioni con repliche tridimensionali (Rmap 1.h) -preparazione di operatori OFC ai principi dell’accoglienza. Gli OFC, nell’elenco dei Musei di eccellenza della Regione, che già si avvalgono di pratiche di museologia accessibile, costituiscono un punto di forza insieme alle strutture di didattica e di ricerca dell’Università di Siena con il contributo del suo Ufficio Accoglienza studenti disabili. Con il progetto si intende formare un operatore che valorizzi il patrimonio culturale regionale con efficaci sistemi di comunicazione e attenzione ai temi di inclusione, sfruttando la preparazione universitaria e acquisendo competenze anche nel campo della museologia e delle nuove tecnologie.

Percorsi museali e apparati didattici dell’Accademia della Crusca

L’Accademia della Crusca vanta nella sua sede della Villa Medicea di Castello un eccezionale patrimonio documentario e storico-artistico, consistente: – nella documentazione della sua secolare vita accademica; – nei materiali originali per la realizzazione della grande impresa del Vocabolario; – nella collezione degli oggetti storici, di primario interesse e valore storico-artistico, che ne hanno accompagnato l’esistenza, fra i quali primeggia la grande collezione delle Pale (l’insegna col motto e il nome dell’Accademia), ininterrotta dal Cinquecento a oggi. L’Accademia già ora svolge un’attività di divulgazione e messa in rete delle proprie attività, non solo a livello scientifico (accesso alla Biblioteca e all’Archivio per gli studiosi; banche-dati e progetti informatici accessibili attraverso il portale www.accademiadellacrusca.it), ma anche per un più esteso pubblico, cui sono destinate le visite guidate nella sede, il programma di eventi estesi al territorio denominato “Incontra la Crusca”, ecc. A questo si unisce la collaborazione su temi linguistici con organismi dello stato (quali la Scuola Superiore della Magistratura e le associazioni professionali). È venuto però il momento di mettere a sistema i materiali storici – che si esprimono in continuità in tutte le attività odierne dell’Accademia – attraverso la realizzazione di un percorso museale dell’Accademia, della Villa e delle sue attività, che la renda sempre più trasparente e accessibile al pubblico, in un’ottica di diffusione della cultura. Si propone pertanto la realizzazione di percorsi che, sfruttando le straordinarie risorse documentarie e artistiche presenti nella Villa, diano conto: – della storia dell’Accademia; – della storia del Vocabolario, come fondamento della lingua italiana e passaggio fondamentale della sua storia; – del patrimonio storico-architettonico e storico-artistico della Villa. Il progetto, che prevede la realizzazione di apparati multimediali e di pubblicazioni di corredo, cartacee e digitali, vedrà anche il coinvolgimento della Sovrintendenza. Esso formerà un profilo di assegnista esperto e autonomo nella realizzazione di apparati didattici con materiali ad elevato controllo scientifico, e gestione di documenti secondo le più aggiornate metodologie, e con la garanzia di una ampia diffusione al pubblico

Accessibilità al Cinema per persone Con autismo E disturbi del neurosviluppo attraverso la caratterizzazione dei profili Socio-Sensoriali

Il tasso di prevalenza dei disturbi dello spettro autistico (DSA) è di 1/59 negli USA e di 1/87 nella città di Pisa. Tale evidenza affranca i DSA dall’essere una patologia rara e la inscrive in una condizione a forte impatto sociale con ricadute in tutti gli ambiti di vita della persona. A causa della presenza di iper/ipo sensorialità, la maggior parte delle persone con DSA non ha facile accesso a contesti di aggregazione socio-culturale, che vengono esperiti come inadeguati rispetto al raggiungimento di un’omeostasi. Tra i luoghi di aggregazione maggiormente avversi, il cinema è alquanto emblematico: è infatti nota la quasi totale assenza di frequenza del cinema da parte delle persone con DSA e delle loro famiglie. Per tentare di arginare la preclusione alle persone con DSA ad un settore di diffusione culturale come il cinema, gli obiettivi che si pone ACCESS sono di natura: sperimentale, applicativa e di trasferibilità dei risultati. Il primo obiettivo sarà la caratterizzazione dei diversi pattern sensoriali di persone con DSA attraverso strumenti testologici e una tecnologia di tipo non invasivo durante sessioni di simulazione dell’esperienza cinematografica in realtà virtuale. Ciò consentirà di registrare le reazioni dei soggetti e di studiare il modo più adeguato per adattare la fruizione del film al loro profilo sensoriale. Il secondo obiettivo, più applicativo, si sposterà sull’esperienza effettiva del cinema in cui saranno forniti ai DSA degli ausili personalizzati per una fruizione sensorialmente adeguata. ACCESS si propone, al termine del progetto, di fornire all’ente della filiera culturale una piattaforma di caratterizzazione e individuazione delle strategie compensative per ogni tipologia di bambino, determinando il kit necessario da fornire per vivere agevolmente l’esperienza cinematografica. Consideriamo di assoluta importanza la facile e rapida trasferibilità dei risultati non solo ad altre patologie ma, grazie anche ad un’ottima scalabilità dell’intervento in termini di architettura, anche ad altri contesti socio-culturali (es. musei). La divulgazione sarà effettuata attraverso convegni scientifici e diffusa in ambiti culturali affini a quello dei cinema. Infine, la collaborazione con le associazioni dei familiari (Autismo Pisa) e con l’ufficio scolastico regionale della Toscana sarà di fondamentale importanza per il raggiungimento di un pubblico che, se ha accesso ai temi dell’autismo, supporta l’autismo nell’accesso alla cultura.

Arte contemporanea in Toscana: il futuro dell’arte nella storia

Il progetto intende restituire la mappa e l’identità dell’arte contemporanea in Toscana nella storia, attraverso un inedito e organico progetto pilota sugli archivi al Centro per l’arte Contemporanea Luigi Pecci (CID/Arti Visive, archivi di artisti aggregati) e presso la rete dei partner (L. Caruso, C. Palli, L. Vinca Masina). Si tratta di censire, descrivere e digitalizzare i materiali relativi ai più significativi eventi, opere, artisti e luoghi al fine di garantirne la memoria e l’accessibilità tramite un unico portale. La cronologia, dagli anni Ottanta al Duemila, è connessa con il maggiore patrimonio esistente sul contemporaneo in Toscana, di oltre 60.000 items, conservato negli archivi del Centro Pecci, riconosciuto dalla L. regionale n. 21/ 2010 e designato come coordinatore della rete regionale per le arti contemporanee. Il progetto promuove un maggiore interesse per l’arte contemporanea, ingaggiando nuove linee di ricerca, percorsi di alta formazione e di studio. La ricerca ha quattro obiettivi principali: 1) sviluppare un modello di gestione fra Pecci e partner per la catalogazione e digitalizzazione di materiali su eventi, opere, artisti e luoghi significativi dell’arte contemporanea in Toscana e costituire, tramite piattaforma SW, e un archivio digitale condiviso una prima rete; 2) ordinare e selezionare i materiali eterogenei degli archivi al Pecci: dai cataloghi alla letteratura grigia (manifesti e locandine, dépliant, comunicati stampa, recensioni etc) fino alla documentazione fotografica e video per procedere a una selezione dei temi; 3) creare un archivio digitale condiviso con la descrizione e digitaliazzazione dei materiali negli archivi del Pecci e dei partner; 4) promuovere un maggiore accesso alla tradizione dell’arte contemporanea in Toscana, sia per un pubblico ampio, legato al turismo, sia specialistico. Obiettivi delle attività: 1) Analisi modello di gestione: descrizione e digitalizzazione partecipata dei partner tramite sviluppo di una piattaforma SW, sulla base di un sostenibile modello di gestione da sviluppare in una rete di operatori della filiera culturale e creativa regionale; 2) Key Study: riordinamento degli archivi del Pecci, analisi e selezione ; 3) Inclusività e rete: selezione, descrizione e digitalizzazione dei materiali più significativi negli archivi del Pecci e dei partner; 4) Accessibilità e servizi innovativi: i risultati del progetto saranno resi disponibili attraverso l’interfaccia web della piattaforma SW

Da ESsenziali a SOlidi: Immobilizzazione di terpeni in stato solido per il controllo e l’inibizione di infestanti su carta

I terpeni sono una classe di molecole che si possono considerare costituite da multipli dell’unità di isoprene. Monoterpeni, sesquiterpeni e diterpeni sono i composti principali di oli essenziali e resine, miscele naturali molto complesse prodotte da conifere e piante aromatiche. Le proprietà antibatteriche biocide di queste molecole e in particolare di monoterpeni e sequiterpeni sono note da tempo e ben studiate. I mono- e sequi-terpeni sono liquidi o solidi basso bollenti ed hanno un’alta volatilità. Questo limita molto il loro utilizzo poiché la loro azione non è costante nel tempo. Recentemente sono stati sviluppati metodi per immobilizzare i terpeni all’interno di un solido o attraverso l’inglobamento in ciclodestrine o facendoli reagire con altre molecole organiche per formare un co-cristallo nella forma di un solido composto da più molecole neutre che si riconoscono mediante interazioni deboli. Da esperimenti preliminari svolti nei nostri laboratori, l’efficacia di alcune formulazioni nei confronti di funghi e patogeni è pari o superiore a quella dei componenti non immobilizzati. Il vantaggio di composti allo stato solido è quello di permettere un rilascio graduale e costante nel tempo dei componenti attivi, oltre ad una migliore facilità nel dosare e conservare i principi attivi. Partendo da queste premesse, si aprono nuove prospettive per l’applicazione di questi prodotti su materiale cartaceo da un lato, nella cura del materiale attaccato e dall’altro nella prevenzione degli attacchi di potenziali infestanti. Le azioni da svolgere nel progetto saranno quelle di mettere a punto strategie di immobilizzazione di composti volatili, di studiare la cinetica di rilascio delle sostanze e l’azione biocida in vitro e in ambienti controllati. In quest’ultimo caso sarà anche valutata l’assenza di alterazioni nel materiale trattato.

Intelligenza Artificiale per l’Analisi di Mappe Storiche Digitalizzate

Nel progetto si propone di sviluppare delle tecniche di analisi delle mappe storiche digitalizzate, in possesso degli archivi di stato. In particolare, nel progetto useremo le mappe storiche digitalizzate dell’Archivio di Stato di Siena come pilota. Proponiamo di utilizzare tecniche di analisi visiva, basate sull’intelligenza artificiale, per l’identificazione, il riconoscimento, e l’annotazione automatica della posizione dei toponimi all’interno delle mappe. L’estrazione automatica dei toponimi permetterà di costruire indici per effettuare ricerche negli archivi di mappe digitali, a costi molto bassi, e permetterà una migliore fruizione ed accesso a questo prezioso materiale. Inoltre, svilupperemo delle tecniche per la correzione dei difetti e danneggiamenti, nelle mappe digitalizzate, sia per migliorare la loro fruizione visuale, che per semplificare, ove necessario e possibile, il compito di identificazione dei toponimi.

Qualità dell’aria: monitoraggio ambientale e soluzioni tecnologiche per la fruibilità e la conservazione delle collezioni museali

I beni materiali facenti parte delle collezioni museali sono inevitabilmente esposti a fenomeni di degrado per cui richiedono trattamenti chimico/fisici di varia natura. Accanto alla prevenzione o rallentamento dei fenomeni di degrado, i trattamenti non devono arrecare rischio per la salute di lavoratori e visitatori. Un caso emblematico delle problematiche connesse a questo duplice aspetto, è quello degli erbari. In passato, l’avvelenamento dei reperti botanici, largamente diffuso, prevedeva l’utilizzo di sostanze tossiche, progressivamente dismesse a tutela della salute dei lavoratori. Tra i composti più diffusi al mondo figurava il sublimato corrosivo (HgCl2), estremamente tossico e capace di sublimare alla forma metallica (Hg0), nella qual veste persiste anche per molti anni dopo la sua dismissione. Negli erbari del Museo di Storia Naturale afferente al Sistema Museale dell’Università di Firenze (SMA) e Centro Studi Erbario Tropicale di Firenze (CSET), tra i principali a livello mondiale, HgCl2 è stato impiegato fino agli anni venti. Recenti ricerche del Dipartimento di Scienze della Terra (DST) documentano ad oggi, dopo quasi cento anni dalla sua dismissione, la persistenza di concentrazioni elevate di Hg0 negli ambienti museali, richiedendo interventi a tutela dei lavoratori/visitatori. Il progetto si prefigge di eseguire un esteso e dettagliato monitoraggio ambientale degli spazi degli erbari, al fine di comprendere processi e dinamiche che regolano la distribuzione e diffusione del Hg in tali ambienti, nei reperti e nelle bacheche che li ospitano. Primario obiettivo della ricerca è l’aumento della fruibilità delle collezioni botaniche del SMA da parte della collettività, fornendo indicazioni utili alla messa a punto di sistemi di purificazione dell’aria negli ambienti di esposizione e studio, nonché a potenziali interventi di restauro delle collezioni stesse, che ne garantiscano la salvaguardia nel tempo e, al contempo, l’accessibilità in sicurezza. Lo studio è inoltre finalizzato a produrre delle linee guida per un possibile miglioramento delle condizioni espositive e conservative dei beni. Potenzialmente, le soluzioni adottate e le conoscenze acquisite potranno essere esportate ai numerosi erbari, collocati in Italia ed all’estero, che presentano problematiche simili.

Sviluppo di applicazioni per la visualizzazione e consultazione interattiva attraverso dispositivi mobili delle collezioni d’arte dei Musei Nazionali di San Matteo e Palazzo Reale

Il presente progetto si propone di valorizzare i musei nazionali di San Matteo e Palazzo Reale in Pisa attraverso lo sviluppo di nuove applicazioni software per dispositivi mobili personali. Sebbene i due musei espongano collezioni di grande valore artistico e siano ubicati in posizione centrale e suggestiva sui lungarni cittadini, il numero limitato di visitatori rispetto al potenziale bacino d’utenza, l’esperienza ancora troppo “tradizionale” di visita e la scarsità di risorse disponibili costituiscono elementi di criticità che ne limitano fortemente il possibile rilancio. Attraverso la formazione di un giovane ricercatore, il progetto intende sviluppare, a costi molto contenuti, strumenti tecnologici per la visualizzazione e consultazione interattiva di materiale documentale e audiovisivo da parte dei visitatori, arricchendone così sensibilmente l’esperienza culturale all’interno dei musei e favorendone il pieno coinvolgimento durante i percorsi di visita, in linea con le migliori esperienze nazionali ed internazionali. In particolare, per mezzo di tali applicazioni si implementeranno percorsi di visita innovativi e personalizzati, adattati alle esigenze di informazione ed ai gusti individuali dei visitatori, superando le limitazioni imposte dagli allestimenti tradizionali in contesti architettonici storici. In tale ambito, verrà anche considerata l’esigenza di maggiore accessibilità da parte di persone diversamente abili attraverso lo sviluppo di strumenti informatici fruibili in maniera autonoma. La possibilità di ricevere feedback puntuali da parte degli utenti di tali applicazioni costituirà uno strumento essenziale di raccolta dati la cui elaborazione periodica consentirà miglioramenti continuativi e fornirà suggerimenti utili allo sviluppo di nuove funzionalità. Infine, l’esperienza maturata nell’ambito dei due musei pisani costituirà un’importante base per ulteriori sviluppi ed estensioni ad altre strutture del Polo museale della Toscana.

Anatomia dei grandi bronzi d’arte: indagini materiali, tecniche e conservative sulla statuaria metallica del Museo Nazionale del Bargello a Firenze

Il Museo del Bargello a Firenze, primo al mondo per la scultura italiana del Medioevo e del Rinascimento, non possiede a oggi un catalogo e una banca-dati adeguati alle quantità e alla qualità delle sue collezioni. Tale arretratezza, dovuta alla cronica sfortuna critica della scultura rispetto alla pittura lungo i secoli passati, si avverte nel campo delle conoscenze più tradizionalmente storico-artistiche, ma soprattutto in quello della moderna diagnostica materiale e tecnica applicata alle opere d’arte. Fra le sculture di riferimento del museo spiccano i bronzi del ’400, del ’500 e del ’600, che annoverano maestri come Donatello, Verrocchio, Cellini e Giambologna. A essi si debbono non solo capolavori unici, ma anche i modelli originali di tipi iconografici che hanno avuto una diffusione talvolta assai vasta nei secoli (p.e. Giambologna), trovandosi oggi rappresentati da svariati esemplari nelle raccolte pubbliche e private di mezzo mondo. Di tali tipi il Bargello conserva quasi sempre le versioni più antiche e scelte, provenienti dal patrimonio granducale dei Medici: il loro studio approfondito e scientificamente avanzato promette dunque di essere oltremodo utile non solo al museo che li custodisce, ma, comparativamente, a qualunque possessore di esemplari analoghi, connessi con quelle versioni per discendenza diretta o indiretta. Le più evolute risorse delle nanoscienze e delle nanotecnologie consentiranno indagini mirate sulle terre e sulle “anime” di fusione rimaste all’interno dei bronzi; sulle leghe che formano la materia metallica; sulle giunture di parti assemblate che compongono le figure; sulle riparazioni locali – a caldo o a freddo – dovute a errori durante il processo di fusione, o a traumi fisici successivi; sulle tracce della lavorazione a freddo per completare e rinettare le figure; sulle svariate patine (perlopiù organiche) che sin dall’origine hanno nobilitato l’aspetto delle opere, e che sono state spesso rinnovate nei secoli per sostituzione o per sovrapposizione alle precedenti. Da tutti questi risultati, collazionabili in un’adeguata banca-dati, e messi al servizio di una catalogazione storico-artistica non più limitata ma a tutto campo, scaturiranno indicazioni preziose – per l’intera metallurgia artistica – sulla conservazione e sul restauro futuri dei manufatti, sulla prevenzione di degenerazioni procurate dalle terre di fusione entro le cavità metalliche, sul trattamento delle patine, sulla datazione degli esemplari multipli.

Antropologia integrata: un approccio innovativo allo studio delle collezioni museali

Il progetto prevede interventi di ricerca integrata sulle collezioni antropologiche ed etnologiche del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, volendo così superare le barriere disciplinari che fanno normalmente procedere gli studi di etnologia ed antropologia culturale su traiettorie distanti da quelli dell’antropologia fisica e favorendo la produzione di innovativi contenuti culturali. Il Museo rappresenta un luogo privilegiato che conserva, oltre a prestigiose collezioni etnologiche, una importante collezione antropologica di oltre 6000 resti umani (reperti scheletrici e mummie), elementi di un “Archivio Biologico e Genetico” delle antiche popolazioni e della biodiversità umana attuale. Poiché i criteri di catalogazione di resti umani secondo gli standard ICCD sono ancora in fase di definizione, la predisposizione di una documentazione relativa alle condizioni di conservazione, stato delle conoscenze sulle collezioni e loro origine permetterà la messa a punto di un prototipo di scheda di catalogazione che possa poi trovare una sua applicazione in altri contesti museali regionali e nazionali, prevedendo nella nostra ricerca anche l’integrazione fra le informazioni derivanti dall’analisi dei resti scheletrici con quelle derivanti dallo studio degli artefatti associati ad essi. Il progetto prevede inoltre un programma di acquisizione in formato digitale (tramite TAC e scanner 3D) dei reperti delle serie scheletriche che consentirà di salvaguardare le collezioni creandone un archivio digitale, e, in prospettiva, di presentare al pubblico temi relativi alla biodiversità umana. I dati su stato di salute e stile di vita di singole popolazioni, affinità tra popolazioni diverse, fenomeni di diffusioni e migrazioni avvenuti nel passato, associati a quelli derivanti dallo studio delle culture materiali, permetteranno di delineare un quadro del contesto socio-culturale e ambientale in cui i gruppi umani vivevano. I risultati della ricerca, contestualizzati dalla cornice di concetti oggi alla base sia dell’antropologia fisica che degli studi etnologici e culturali (la non esistenza delle razze umane, il ruolo delle migrazioni nel contesto dinamico delle popolazioni umane, il rispetto delle culture con particolare attenzione alle popolazioni native, le relazioni con l’ambiente e la sostenibilità) verranno diffusi tramite mostre temporanee e produzioni multimediali, rafforzando il ruolo del museo come zona di dialogo e produzione di benessere sociale.

Storia delle Arti e dello Spettacolo

Il Corso di un Dottorato in Storia delle Arti e dello Spettacolo si collega a una precedente consolidata esperienza svolta fino al 2021, con il sostegno della Regione Toscana, dal Dottorato regionale Pegaso e si qualifica sia per l’alto valore scientifico, sia in termini di risorse e strutture a disposizione. Tale progetto ha riunito e riunisce, in una rete di collaborazione didattico-scientifica, le Università di Firenze, Pisa e Siena, insieme ai maggiori Istituti di alta formazione e ricerca attivi in Toscana, e consente la valorizzazione di antiche e prestigiose tradizioni di ricerca coltivate in questi campi nei tre atenei toscani.
Tutti e tre i Dipartimenti cui afferiscono i membri interni del Collegio Docenti degli Atenei in ATS sono stati finanziati dal ministero della ricerca (MIUR) come Dipartimenti di Eccellenza: a Firenze il SAGAS (Storia Archeologia Geografia Arte Spettacolo, che partecipa con una borsa riservata a studenti stranieri), con un progetto sulle Eredità Culturali; a Pisa Civiltà e forme del sapere, con un progetto su Ordine e disordine; a Siena Scienze storiche e dei beni culturali, con un progetto su Sostenibilità del Patrimonio culturale e nuove prospettive occupazionali nel settore. Questo è il contesto, altamente qualificato sotto il profilo scientifico, in cui si inseriranno i giovani in formazione individuati tramite la selezione di concorso.
Il progetto formativo intende arricchire le riconosciute competenze del corpo docente nell’ambito dell’accessibilità e della conservazione del patrimonio costituito da beni artistici, del teatro, del cinema e della musica, legandosi alla storia del territorio e alle sue inestimabili risorse per progettare ricerche condotte con le tecnologie digitali più avanzate. Il patrimonio culturale storico-artistico e spettacolare toscano, straordinariamente diffuso sul territorio, documenta la ricchezza e varietà delle sue risorse. Linguaggi e modelli formali elaborati nei secoli in Toscana in ambito artistico e spettacolare costituiscono il patrimonio identitario trasmesso in epoca moderna all’Europa, il cui primato e valore universale comportano doveri di accessibilità e conservazione oggi legati all’innovazione digitale.
L’obiettivo del Dottorato mira a perfezionare la formazione di storici e teorici dell’arte e dello spettacolo in grado di produrre ricerche avanzate con metodologie digitali innovative relative al patrimonio artistico e museologico e alla realtà del teatro, della musica e del cinema, con particolare riguardo al territorio toscano nel suo rapporto col contesto europeo. I risultati attesi sono la produzione di contributi scientifici di alto livello, la loro pubblicazione e divulgazione, così come lo
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sviluppo contestuale di programmi di ricerca di ampio respiro, di catalogazione e valorizzazione in banche dati, restituzioni virtuali e strumenti interattivi, che coinvolgano in maniera attiva istituzioni esterne all’università e abbiano una ricaduta importante sulla corretta gestione e promozione del patrimonio e delle realtà relative alla storia dell’arte, del teatro, della musica e del cinema.
Il corso prevede l’erogazione di 5 borse su tematiche vincolate.

Filologia e critica

Il Dottorato è dedicato allo studio della tradizione letteraria europea antica, medievale, moderna e contemporanea. Si suddivide in tre curricula, sulla base del comune approccio filologico, critico e comparatistico e dell’omogeneità delle aree culturali considerate, che a partire dall’Europa dell’età classica e successivamente del Medioevo (romanzo, mediolatino e germanico) si allargano alla tradizione culturale occidentale nel suo insieme. Gli ambiti di interesse dei tre curricula sono per loro natura trans-nazionali; il dottorato favorisce perciò un approccio di tipo comparatistico, capace di coniugare diverse metodologie di studio: all’attenzione per gli indispensabili aspetti filologici e linguistici, indagati anche con il supporto di tecnologie informatiche, accosta lo studio storico e teorico di movimenti, generi e temi letterari. Si segnalano: la stretta collaborazione con l’Istituto CNR “Opera del vocabolario italiano” e numerose convenzioni con Università straniere, anche al fine di consentire un alto grado di internazionalizzazione attraverso le cotutele.

Linguistica storica, linguistica educativa e Italianistica

Il Corso fornisce competenze per attività di alta qualificazione nella ricerca e nelle professioni attraverso l’approfondimento di un approccio critico e interdisciplinare all’analisi linguistica, in prospettiva teorica, descrittiva, educativa, storica, filologica e storico-critica del testo letterario. Rivolge attenzione allo sviluppo delle capacità di coniugare riflessione teorica e pratica applicativa. Rivestono particolare rilievo temi caratterizzanti dell’Università per Stranieri di Siena: a) elaborazione di modelli teoretici, sociolinguistici, ricostruttivi del contatto e delle intersezioni tra diversi idiomi e culture; b) analisi sincronica e diacronica dell’italiano, nelle sue diverse varietà, in una prospettiva che integra il dato linguistico con quello dell’analisi testuale e della critica filologica e letteraria. Il corso cura costantemente l’aggiornamento delle metodologie e delle prospettive di studio, anche a livello interdisciplinare e con il supporto delle nuove tecnologie. La convergenza degli indirizzi di cui si compone e delle diverse prospettive di ricerca che lo caratterizzano si fonda sulla comune rilevanza assegnata alle lingue come imprescindibile testimonianza storica e come fondamentale manifestazione culturale e sociale nel passato e nell’attualità, con attenzione alle sollecitazioni provenienti dalla società contemporanea; costituisce un elemento aggregante anche il particolare ruolo che rivestono, nelle linee di ricerca perseguite, la lingua, la letteratura, la filologia, la storia e la cultura italiane in Italia e fuori d’Italia. Il Corso di Dottorato si articola in due curricoli. Il Curricolo 1) “Linguistica e didattica della lingua italiana a stranieri” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze su teorie e metodi dell’analisi linguistica, in prospettiva teorica e descrittiva, con riferimento a lingue antiche e moderne e con particolare attenzione alle tematiche del multilinguismo, dell’acquisizione di L2, dei processi interlinguistici e interculturali. Include inoltre l’attenzione alle politiche di linguistica educativa e alle questioni dell’inclusione sociale attraverso anche l’integrazione linguistica, in particolare in riferimento ai fenomeni migratori e alle questioni del bilinguismo. Il Curricolo 2) “Studi storico-linguistici, filologici e letterari dell’italiano” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze nell’analisi interdisciplinare di testi, autori, aspetti e momenti della storia linguistica e della tradizione letteraria italiana, comprendendo le varietà dialettali e le minoranze linguistiche. Prevede inoltre il potenziamento di un approccio filologico ai testi e l’attenzione alla letteratura novecentesca e contemporanea, ai fenomeni relativi all’italiano di oggi e alla sua interazione con gli sviluppi e con le rinnovate esigenze della società contemporanea.

Scienze dell’antichità e archeologia

Il dottorato regionale in Scienze dell’Antichità e Archeologia intende promuovere la sostanziale unità degli obiettivi della ricerca nel campo degli studi che attengono alla conoscenza del mondo antico e, tramite l’accorpamento di precedenti programmi di dottorato delle Università di Firenze, Pisa e Siena, omogenei nelle metodologie e nelle prospettive della ricerca, si pone l’obiettivo di formare dottori capaci di affrontare tematiche originali con adeguati e innovativi strumenti teorici e pratici per lo studio del passato, la memoria e la valorizzazione dei beni culturali.
Il dottorato si prefigge inoltre di incrementare il livello d’internazionalizzazione raggiunto dai precedenti programmi, tramite la prosecuzione e l’incentivazione di ricerche internazionali, il soggiorno all’estero dei dottorandi, lo svolgimento di lezioni e seminari in inglese o in altre lingue (francese, spagnolo e tedesco), la cotutela delle tesi con università straniere, anche per il conseguimento del titolo di Doctor Europaeus, nonché con la partecipazione, sia nel collegio che nelle attività formative, di docenti stranieri, e infine con l’apertura a studenti stranieri.

Scienze dell’antichità e archeologia

Il dottorato regionale in Scienze dell’Antichità e Archeologia intende promuovere la sostanziale unità degli obiettivi della ricerca nel campo degli studi che attengono alla conoscenza del mondo antico e, tramite l’accorpamento di precedenti programmi di dottorato delle Università di Firenze, Pisa e Siena, omogenei nelle metodologie e nelle prospettive della ricerca, si pone l’obiettivo di formare dottori capaci di affrontare tematiche originali con adeguati e innovativi strumenti teorici e pratici per lo studio del passato, la memoria e la valorizzazione dei beni culturali.
Il dottorato si prefigge inoltre di incrementare il livello d’internazionalizzazione raggiunto dai precedenti programmi, tramite la prosecuzione e l’incentivazione di ricerche internazionali, il soggiorno all’estero dei dottorandi, lo svolgimento di lezioni e seminari in inglese o in altre lingue (francese, spagnolo e tedesco), la cotutela delle tesi con università straniere, anche per il conseguimento del titolo di Doctor Europaeus, nonché con la partecipazione, sia nel collegio che nelle attività formative, di docenti stranieri, e infine con l’apertura a studenti stranieri.

Storia delle Arti e dello Spettacolo

Il Corso di un Dottorato in Storia delle Arti e dello Spettacolo si collega a una precedente consolidata esperienza svolta fino al 2021, con il sostegno della Regione Toscana, dal Dottorato regionale Pegaso e si qualifica sia per l’alto valore scientifico, sia in termini di risorse e strutture a disposizione. Tale progetto ha riunito e riunisce, in una rete di collaborazione didattico-scientifica, le Università di Firenze, Pisa e Siena, insieme ai maggiori Istituti di alta formazione e ricerca attivi in Toscana, e consente la valorizzazione di antiche e prestigiose tradizioni di ricerca coltivate in questi campi nei tre atenei toscani.
Tutti e tre i Dipartimenti cui afferiscono i membri interni del Collegio Docenti degli Atenei in ATS sono stati finanziati dal ministero della ricerca (MIUR) come Dipartimenti di Eccellenza: a Firenze il SAGAS (Storia Archeologia Geografia Arte Spettacolo, che partecipa con una borsa riservata a studenti stranieri), con un progetto sulle Eredità Culturali; a Pisa Civiltà e forme del sapere, con un progetto su Ordine e disordine; a Siena Scienze storiche e dei beni culturali, con un progetto su Sostenibilità del Patrimonio culturale e nuove prospettive occupazionali nel settore. Questo è il contesto, altamente qualificato sotto il profilo scientifico, in cui si inseriranno i giovani in formazione individuati tramite la selezione di concorso.
Il progetto formativo intende arricchire le riconosciute competenze del corpo docente nell’ambito dell’accessibilità e della conservazione del patrimonio costituito da beni artistici, del teatro, del cinema e della musica, legandosi alla storia del territorio e alle sue inestimabili risorse per progettare ricerche condotte con le tecnologie digitali più avanzate. Il patrimonio culturale storico-artistico e spettacolare toscano, straordinariamente diffuso sul territorio, documenta la ricchezza e varietà delle sue risorse. Linguaggi e modelli formali elaborati nei secoli in Toscana in ambito artistico e spettacolare costituiscono il patrimonio identitario trasmesso in epoca moderna all’Europa, il cui primato e valore universale comportano doveri di accessibilità e conservazione oggi legati all’innovazione digitale.
L’obiettivo del Dottorato mira a perfezionare la formazione di storici e teorici dell’arte e dello spettacolo in grado di produrre ricerche avanzate con metodologie digitali innovative relative al patrimonio artistico e museologico e alla realtà del teatro, della musica e del cinema, con particolare riguardo al territorio toscano nel suo rapporto col contesto europeo. I risultati attesi sono la produzione di contributi scientifici di alto livello, la loro pubblicazione e divulgazione, così come lo
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sviluppo contestuale di programmi di ricerca di ampio respiro, di catalogazione e valorizzazione in banche dati, restituzioni virtuali e strumenti interattivi, che coinvolgano in maniera attiva istituzioni esterne all’università e abbiano una ricaduta importante sulla corretta gestione e promozione del patrimonio e delle realtà relative alla storia dell’arte, del teatro, della musica e del cinema.
Il corso prevede l’erogazione di 5 borse su tematiche vincolate.

Linguistica storica, linguistica educativa e Italianistica

Il Corso fornisce competenze per attività di alta qualificazione nella ricerca e nelle professioni attraverso l’approfondimento di un approccio critico e interdisciplinare all’analisi linguistica, in prospettiva teorica, descrittiva, educativa, storica, filologica e storico-critica del testo letterario. Rivolge attenzione allo sviluppo delle capacità di coniugare riflessione teorica e pratica applicativa. Rivestono particolare rilievo temi caratterizzanti dell’Università per Stranieri di Siena: a) elaborazione di modelli teoretici, sociolinguistici, ricostruttivi del contatto e delle intersezioni tra diversi idiomi e culture; b) analisi sincronica e diacronica dell’italiano, nelle sue diverse varietà, in una prospettiva che integra il dato linguistico con quello dell’analisi testuale e della critica filologica e letteraria. Il corso cura costantemente l’aggiornamento delle metodologie e delle prospettive di studio, anche a livello interdisciplinare e con il supporto delle nuove tecnologie. La convergenza degli indirizzi di cui si compone e delle diverse prospettive di ricerca che lo caratterizzano si fonda sulla comune rilevanza assegnata alle lingue come imprescindibile testimonianza storica e come fondamentale manifestazione culturale e sociale nel passato e nell’attualità, con attenzione alle sollecitazioni provenienti dalla società contemporanea; costituisce un elemento aggregante anche il particolare ruolo che rivestono, nelle linee di ricerca perseguite, la lingua, la letteratura, la filologia, la storia e la cultura italiane in Italia e fuori d’Italia. Il Corso di Dottorato si articola in due curricoli. Il Curricolo 1) “Linguistica e didattica della lingua italiana a stranieri” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze su teorie e metodi dell’analisi linguistica, in prospettiva teorica e descrittiva, con riferimento a lingue antiche e moderne e con particolare attenzione alle tematiche del multilinguismo, dell’acquisizione di L2, dei processi interlinguistici e interculturali. Include inoltre l’attenzione alle politiche di linguistica educativa e alle questioni dell’inclusione sociale attraverso anche l’integrazione linguistica, in particolare in riferimento ai fenomeni migratori e alle questioni del bilinguismo. Il Curricolo 2) “Studi storico-linguistici, filologici e letterari dell’italiano” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze nell’analisi interdisciplinare di testi, autori, aspetti e momenti della storia linguistica e della tradizione letteraria italiana, comprendendo le varietà dialettali e le minoranze linguistiche. Prevede inoltre il potenziamento di un approccio filologico ai testi e l’attenzione alla letteratura novecentesca e contemporanea, ai fenomeni relativi all’italiano di oggi e alla sua interazione con gli sviluppi e con le rinnovate esigenze della società contemporanea.

Scienze dell’antichità e archeologia

Il dottorato regionale in Scienze dell’Antichità e Archeologia intende promuovere la sostanziale unità degli obiettivi della ricerca nel campo degli studi che attengono alla conoscenza del mondo antico e, tramite l’accorpamento di precedenti programmi di dottorato delle Università di Firenze, Pisa e Siena, omogenei nelle metodologie e nelle prospettive della ricerca, si pone l’obiettivo di formare dottori capaci di affrontare tematiche originali con adeguati e innovativi strumenti teorici e pratici per lo studio del passato, la memoria e la valorizzazione dei beni culturali.
Il dottorato si prefigge inoltre di incrementare il livello d’internazionalizzazione raggiunto dai precedenti programmi, tramite la prosecuzione e l’incentivazione di ricerche internazionali, il soggiorno all’estero dei dottorandi, lo svolgimento di lezioni e seminari in inglese o in altre lingue (francese, spagnolo e tedesco), la cotutela delle tesi con università straniere, anche per il conseguimento del titolo di Doctor Europaeus, nonché con la partecipazione, sia nel collegio che nelle attività formative, di docenti stranieri, e infine con l’apertura a studenti stranieri.

Linguistica storica, linguistica educativa e Italianistica

Il Corso fornisce competenze per attività di alta qualificazione nella ricerca e nelle professioni attraverso l’approfondimento di un approccio critico e interdisciplinare all’analisi linguistica, in prospettiva teorica, descrittiva, educativa, storica, filologica e storico-critica del testo letterario. Rivolge attenzione allo sviluppo delle capacità di coniugare riflessione teorica e pratica applicativa. Rivestono particolare rilievo temi caratterizzanti dell’Università per Stranieri di Siena: a) elaborazione di modelli teoretici, sociolinguistici, ricostruttivi del contatto e delle intersezioni tra diversi idiomi e culture; b) analisi sincronica e diacronica dell’italiano, nelle sue diverse varietà, in una prospettiva che integra il dato linguistico con quello dell’analisi testuale e della critica filologica e letteraria. Il corso cura costantemente l’aggiornamento delle metodologie e delle prospettive di studio, anche a livello interdisciplinare e con il supporto delle nuove tecnologie. La convergenza degli indirizzi di cui si compone e delle diverse prospettive di ricerca che lo caratterizzano si fonda sulla comune rilevanza assegnata alle lingue come imprescindibile testimonianza storica e come fondamentale manifestazione culturale e sociale nel passato e nell’attualità, con attenzione alle sollecitazioni provenienti dalla società contemporanea; costituisce un elemento aggregante anche il particolare ruolo che rivestono, nelle linee di ricerca perseguite, la lingua, la letteratura, la filologia, la storia e la cultura italiane in Italia e fuori d’Italia. Il Corso di Dottorato si articola in due curricoli. Il Curricolo 1) “Linguistica e didattica della lingua italiana a stranieri” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze su teorie e metodi dell’analisi linguistica, in prospettiva teorica e descrittiva, con riferimento a lingue antiche e moderne e con particolare attenzione alle tematiche del multilinguismo, dell’acquisizione di L2, dei processi interlinguistici e interculturali. Include inoltre l’attenzione alle politiche di linguistica educativa e alle questioni dell’inclusione sociale attraverso anche l’integrazione linguistica, in particolare in riferimento ai fenomeni migratori e alle questioni del bilinguismo. Il Curricolo 2) “Studi storico-linguistici, filologici e letterari dell’italiano” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze nell’analisi interdisciplinare di testi, autori, aspetti e momenti della storia linguistica e della tradizione letteraria italiana, comprendendo le varietà dialettali e le minoranze linguistiche. Prevede inoltre il potenziamento di un approccio filologico ai testi e l’attenzione alla letteratura novecentesca e contemporanea, ai fenomeni relativi all’italiano di oggi e alla sua interazione con gli sviluppi e con le rinnovate esigenze della società contemporanea.

Scienze dell’antichità e archeologia

Il dottorato regionale in Scienze dell’Antichità e Archeologia intende promuovere la sostanziale unità degli obiettivi della ricerca nel campo degli studi che attengono alla conoscenza del mondo antico e, tramite l’accorpamento di precedenti programmi di dottorato delle Università di Firenze, Pisa e Siena, omogenei nelle metodologie e nelle prospettive della ricerca, si pone l’obiettivo di formare dottori capaci di affrontare tematiche originali con adeguati e innovativi strumenti teorici e pratici per lo studio del passato, la memoria e la valorizzazione dei beni culturali.
Il dottorato si prefigge inoltre di incrementare il livello d’internazionalizzazione raggiunto dai precedenti programmi, tramite la prosecuzione e l’incentivazione di ricerche internazionali, il soggiorno all’estero dei dottorandi, lo svolgimento di lezioni e seminari in inglese o in altre lingue (francese, spagnolo e tedesco), la cotutela delle tesi con università straniere, anche per il conseguimento del titolo di Doctor Europaeus, nonché con la partecipazione, sia nel collegio che nelle attività formative, di docenti stranieri, e infine con l’apertura a studenti stranieri.

Storia delle Arti e dello Spettacolo

Il Corso di un Dottorato in Storia delle Arti e dello Spettacolo si collega a una precedente consolidata esperienza svolta fino al 2021, con il sostegno della Regione Toscana, dal Dottorato regionale Pegaso e si qualifica sia per l’alto valore scientifico, sia in termini di risorse e strutture a disposizione. Tale progetto ha riunito e riunisce, in una rete di collaborazione didattico-scientifica, le Università di Firenze, Pisa e Siena, insieme ai maggiori Istituti di alta formazione e ricerca attivi in Toscana, e consente la valorizzazione di antiche e prestigiose tradizioni di ricerca coltivate in questi campi nei tre atenei toscani.
Tutti e tre i Dipartimenti cui afferiscono i membri interni del Collegio Docenti degli Atenei in ATS sono stati finanziati dal ministero della ricerca (MIUR) come Dipartimenti di Eccellenza: a Firenze il SAGAS (Storia Archeologia Geografia Arte Spettacolo, che partecipa con una borsa riservata a studenti stranieri), con un progetto sulle Eredità Culturali; a Pisa Civiltà e forme del sapere, con un progetto su Ordine e disordine; a Siena Scienze storiche e dei beni culturali, con un progetto su Sostenibilità del Patrimonio culturale e nuove prospettive occupazionali nel settore. Questo è il contesto, altamente qualificato sotto il profilo scientifico, in cui si inseriranno i giovani in formazione individuati tramite la selezione di concorso.
Il progetto formativo intende arricchire le riconosciute competenze del corpo docente nell’ambito dell’accessibilità e della conservazione del patrimonio costituito da beni artistici, del teatro, del cinema e della musica, legandosi alla storia del territorio e alle sue inestimabili risorse per progettare ricerche condotte con le tecnologie digitali più avanzate. Il patrimonio culturale storico-artistico e spettacolare toscano, straordinariamente diffuso sul territorio, documenta la ricchezza e varietà delle sue risorse. Linguaggi e modelli formali elaborati nei secoli in Toscana in ambito artistico e spettacolare costituiscono il patrimonio identitario trasmesso in epoca moderna all’Europa, il cui primato e valore universale comportano doveri di accessibilità e conservazione oggi legati all’innovazione digitale.
L’obiettivo del Dottorato mira a perfezionare la formazione di storici e teorici dell’arte e dello spettacolo in grado di produrre ricerche avanzate con metodologie digitali innovative relative al patrimonio artistico e museologico e alla realtà del teatro, della musica e del cinema, con particolare riguardo al territorio toscano nel suo rapporto col contesto europeo. I risultati attesi sono la produzione di contributi scientifici di alto livello, la loro pubblicazione e divulgazione, così come lo
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sviluppo contestuale di programmi di ricerca di ampio respiro, di catalogazione e valorizzazione in banche dati, restituzioni virtuali e strumenti interattivi, che coinvolgano in maniera attiva istituzioni esterne all’università e abbiano una ricaduta importante sulla corretta gestione e promozione del patrimonio e delle realtà relative alla storia dell’arte, del teatro, della musica e del cinema.
Il corso prevede l’erogazione di 5 borse su tematiche vincolate.

Filologia e critica

Il Dottorato è dedicato allo studio della tradizione letteraria europea antica, medievale, moderna e contemporanea. Si suddivide in tre curricula, sulla base del comune approccio filologico, critico e comparatistico e dell’omogeneità delle aree culturali considerate, che a partire dall’Europa dell’età classica e successivamente del Medioevo (romanzo, mediolatino e germanico) si allargano alla tradizione culturale occidentale nel suo insieme. Gli ambiti di interesse dei tre curricula sono per loro natura trans-nazionali; il dottorato favorisce perciò un approccio di tipo comparatistico, capace di coniugare diverse metodologie di studio: all’attenzione per gli indispensabili aspetti filologici e linguistici, indagati anche con il supporto di tecnologie informatiche, accosta lo studio storico e teorico di movimenti, generi e temi letterari. Si segnalano: la stretta collaborazione con l’Istituto CNR “Opera del vocabolario italiano” e numerose convenzioni con Università straniere, anche al fine di consentire un alto grado di internazionalizzazione attraverso le cotutele.

Linguistica storica, linguistica educativa e Italianistica

Il Corso fornisce competenze per attività di alta qualificazione nella ricerca e nelle professioni attraverso l’approfondimento di un approccio critico e interdisciplinare all’analisi linguistica, in prospettiva teorica, descrittiva, educativa, storica, filologica e storico-critica del testo letterario. Rivolge attenzione allo sviluppo delle capacità di coniugare riflessione teorica e pratica applicativa. Rivestono particolare rilievo temi caratterizzanti dell’Università per Stranieri di Siena: a) elaborazione di modelli teoretici, sociolinguistici, ricostruttivi del contatto e delle intersezioni tra diversi idiomi e culture; b) analisi sincronica e diacronica dell’italiano, nelle sue diverse varietà, in una prospettiva che integra il dato linguistico con quello dell’analisi testuale e della critica filologica e letteraria. Il corso cura costantemente l’aggiornamento delle metodologie e delle prospettive di studio, anche a livello interdisciplinare e con il supporto delle nuove tecnologie. La convergenza degli indirizzi di cui si compone e delle diverse prospettive di ricerca che lo caratterizzano si fonda sulla comune rilevanza assegnata alle lingue come imprescindibile testimonianza storica e come fondamentale manifestazione culturale e sociale nel passato e nell’attualità, con attenzione alle sollecitazioni provenienti dalla società contemporanea; costituisce un elemento aggregante anche il particolare ruolo che rivestono, nelle linee di ricerca perseguite, la lingua, la letteratura, la filologia, la storia e la cultura italiane in Italia e fuori d’Italia. Il Corso di Dottorato si articola in due curricoli. Il Curricolo 1) “Linguistica e didattica della lingua italiana a stranieri” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze su teorie e metodi dell’analisi linguistica, in prospettiva teorica e descrittiva, con riferimento a lingue antiche e moderne e con particolare attenzione alle tematiche del multilinguismo, dell’acquisizione di L2, dei processi interlinguistici e interculturali. Include inoltre l’attenzione alle politiche di linguistica educativa e alle questioni dell’inclusione sociale attraverso anche l’integrazione linguistica, in particolare in riferimento ai fenomeni migratori e alle questioni del bilinguismo. Il Curricolo 2) “Studi storico-linguistici, filologici e letterari dell’italiano” ha come obiettivo formativo lo sviluppo di elevate competenze nell’analisi interdisciplinare di testi, autori, aspetti e momenti della storia linguistica e della tradizione letteraria italiana, comprendendo le varietà dialettali e le minoranze linguistiche. Prevede inoltre il potenziamento di un approccio filologico ai testi e l’attenzione alla letteratura novecentesca e contemporanea, ai fenomeni relativi all’italiano di oggi e alla sua interazione con gli sviluppi e con le rinnovate esigenze della società contemporanea.

Filologia e critica

Il Dottorato è dedicato allo studio della tradizione letteraria europea antica, medievale, moderna e contemporanea. Si suddivide in tre curricula, sulla base del comune approccio filologico, critico e comparatistico e dell’omogeneità delle aree culturali considerate, che a partire dall’Europa dell’età classica e successivamente del Medioevo (romanzo, mediolatino e germanico) si allargano alla tradizione culturale occidentale nel suo insieme. Gli ambiti di interesse dei tre curricula sono per loro natura trans-nazionali; il dottorato favorisce perciò un approccio di tipo comparatistico, capace di coniugare diverse metodologie di studio: all’attenzione per gli indispensabili aspetti filologici e linguistici, indagati anche con il supporto di tecnologie informatiche, accosta lo studio storico e teorico di movimenti, generi e temi letterari. Si segnalano: la stretta collaborazione con l’Istituto CNR “Opera del vocabolario italiano” e numerose convenzioni con Università straniere, anche al fine di consentire un alto grado di internazionalizzazione attraverso le cotutele.